Microsoft testa nuove interfacce pubblicitarie per rendere gli annunci più naturali nei risultati di ricerca
Un piccolo segno, un grande cambiamento
Microsoft ha iniziato a sperimentare nei risultati di ricerca di Bing Ads un dettaglio grafico apparentemente minimo: i tre puntini verticali al posto delle classiche frecce verso il basso accanto agli URL sponsorizzati. Un simbolo che di solito indica “altre opzioni” nelle interfacce digitali, ma che qui potrebbe avere un obiettivo diverso: rendere gli annunci pubblicitari più simili ai risultati organici.
Un design che punta a fondersi con i risultati organici
L’idea è semplice: se l’annuncio si confonde con il resto della pagina, gli utenti potrebbero cliccare più spesso. Questa scelta mira a migliorare i tassi di click-through (CTR) senza distrarre o infastidire chi naviga. Allo stesso tempo, però, il confine tra contenuto sponsorizzato e contenuto naturale rischia di diventare meno chiaro, alimentando il dibattito sulla trasparenza nella pubblicità online.
Opportunità e rischi per gli inserzionisti
Per gli inserzionisti, il nuovo design dei tre puntini potrebbe aprire menu interattivi o funzioni contestuali che rendono l’annuncio più dinamico. Questo si inserisce nella tradizione di Microsoft Advertising, che da anni lavora su piccoli dettagli grafici per aumentare le performance. Tuttavia, i critici segnalano che un’eccessiva mimetizzazione rischia di ingannare l’utente, danneggiando la fiducia nel lungo periodo.
Un contesto di innovazione spinta dall’AI
Questo esperimento non è isolato. Bing sta integrando sempre più funzionalità di intelligenza artificiale, come risposte personalizzate e risultati shopping interattivi. I tre puntini rientrano in una strategia più ampia: creare annunci meno invasivi ma più efficaci, sfruttando dati e design per migliorare l’esperienza d’uso.
Competizione con Google e nuovi scenari di mercato
A differenza di Google, che mantiene formati pubblicitari più statici e si trova spesso al centro di indagini antitrust, Microsoft punta a mostrarsi più flessibile e innovativa. Per gli inserzionisti, Bing offre già costi per clic (CPC) più bassi del 30-50% rispetto a Google e un pubblico che tende a essere più adulto e con redditi medio-alti. Se il test dei tre puntini avrà successo, il roll-out globale potrebbe arrivare entro la fine del 2025, con effetti significativi sulle strategie di search advertising.
Cosa fare per i marketer
Gli esperti consigliano ai marketer di:
- monitorare da vicino le novità di Bing;
- fare A/B test sugli annunci;
- ottimizzare i formati per il mobile;
- sfruttare l’affordabilità del canale come complemento a Google Ads.
In definitiva, i tre puntini verticali potrebbero sembrare un dettaglio, ma segnano un passo importante verso una pubblicità più integrata e meno evidente, con vantaggi e rischi da valutare attentamente.
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