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  • User Experience (UX), chiave del design digitale

    User Experience (UX), chiave del design digitale

    La User Experience (UX) è uno dei concetti più importanti nel mondo digitale moderno. Spesso confusa con l’estetica o la semplicità d’uso, in realtà è molto di più: rappresenta l’esperienza complessiva che un utente vive quando interagisce con un sito web, un’app o un servizio digitale.

    In questo articolo esploreremo cos’è, perché è così fondamentale, quali sono i suoi ambiti applicativi, come si misura e come migliorarla concretamente in un progetto digitale.

    Indice

    Cos’è la User Experience

    La User Experience (UX), o esperienza utente, è l’insieme delle emozioni, percezioni, pensieri e comportamenti che una persona prova e manifesta durante l’interazione con un prodotto, un servizio o un sistema digitale. Non riguarda solo l’usabilità tecnica, ma coinvolge anche aspetti emotivi, estetici, cognitivi e funzionali.

    In parole semplici, è come si sente un utente quando utilizza un sito web, un’app o un software. Se l’esperienza è positiva (intuitiva, fluida, piacevole), l’utente continuerà a usare quel prodotto. Se invece è negativa (frustrante, lenta, confusa), l’utente lo abbandonerà — e spesso per sempre.

    Esempi pratici

    Esempio negativo: Pensa a un sito di un ristorante che si carica lentamente, non mostra il menu, e su mobile richiede zoom continui. L’utente si sentirà frustrato e probabilmente passerà a un concorrente.

    Esempio positivo: Immagina di voler prenotare una camera su Airbnb. Inserisci la destinazione, le date e in pochi click trovi una casa adatta alle tue esigenze, con foto chiare, recensioni affidabili e un processo di pagamento semplice. Questo è un esempio di User Experience ottimale, dove ogni passo è pensato per guidare l’utente con facilità.

    Le componenti principali della UX

    1. Usabilità: Quanto è facile da usare il prodotto?
    2. Accessibilità: È fruibile da tutti, anche da utenti con disabilità?
    3. Desiderabilità: Il design è accattivante? L’utente è invogliato a tornare?
    4. Utilità: Risponde a un bisogno reale?
    5. Affidabilità: I contenuti sono chiari, coerenti e aggiornati?

    Un po’ di storia: le origini della UX

    Sebbene il termine User Experience sia diventato popolare solo negli anni ’90, le sue radici storiche affondano molto più indietro nel tempo, intrecciandosi con l’ergonomia, la psicologia cognitiva, il design industriale e l’interazione uomo-macchina.

    Dall’ergonomia al design digitale

    Negli anni ’50 e ’60, l’ergonomia (la scienza che studia l’interazione tra l’uomo e i sistemi) era già applicata nella progettazione di cabine di aerei, strumenti medici e dispositivi industriali. L’obiettivo era rendere questi oggetti sicuri, facili da usare ed efficienti.

    Nel tempo, questi principi sono stati trasferiti anche nel mondo digitale. Con la nascita dell’informatica personale negli anni ’80, si è fatto urgente il bisogno di interfacce accessibili, pensate non solo per ingegneri, ma anche per utenti comuni.

    Don Norman e la nascita del termine “UX”

    Il termine User Experience fu coniato da Don Norman negli anni ’90, quando lavorava per Apple come User Experience Architect — uno dei primi al mondo. Norman sosteneva che:

    “Non basta che un prodotto sia funzionale, deve anche essere bello, piacevole da usare e coerente in ogni punto di contatto.”

    Da allora, il concetto di UX ha preso piede in ogni settore digitale: dai siti web alle app mobili, dai software aziendali agli e-commerce.

    Esempi storici significativi

    • Il mouse del Macintosh (1984): Semplice da usare e pensato per tutti, è un esempio di progetto UX inclusivo.
    • Il telecomando TV degli anni ’90: Molti erano confusi e pieni di tasti inutili. Da qui la consapevolezza che semplificare l’interfaccia migliora l’esperienza utente.
    • Amazon (anni 2000): Ha rivoluzionato la UX nell’ecommerce introducendo funzioni come “1-Click Buy”, recensioni utenti e suggerimenti personalizzati.

    Oggi la UX è una disciplina strutturata, con professionisti, strumenti, metodologie e corsi universitari dedicati.

    Perché la User Experience è così importante

    La User Experience (UX) è molto più di un dettaglio estetico o tecnico: è uno dei fattori più decisivi per il successo di un prodotto o servizio digitale. Una buona UX crea fiducia, migliora l’efficacia della comunicazione, aumenta le conversioni e genera fedeltà. Una cattiva UX, al contrario, può causare frustrazione, abbandono e danni alla reputazione del brand.

    L’esperienza dell’utente determina il comportamento

    Gli utenti, oggi, hanno aspettative altissime. Sono abituati a interfacce fluide, design puliti e navigazione intuitiva. Se un sito è lento, poco chiaro o difficile da usare, l’utente lo abbandonerà senza pensarci due volte. E spesso non tornerà.

    Un esempio concreto

    • Caso positivo: Pensa a Google. Entri, scrivi una parola, premi invio e hai subito i risultati. Il tutto in meno di due secondi. Questo è UX eccellente: soddisfa un bisogno reale in modo veloce e senza frizioni.
    • Caso negativo: Vai su un sito per comprare un biglietto del treno, ma non riesci a trovare il bottone “cerca”, il modulo non accetta i dati, e ti fa ricaricare la pagina. Risultato? L’utente rinuncia e cerca un’alternativa.

    Impatti concreti della UX

    Maggiore competitività
    Un sito o un’app con UX superiore si distingue dalla concorrenza e guadagna quote di mercato.

    Aumento delle conversioni
    Una UX ben progettata guida l’utente passo dopo passo verso l’obiettivo: una vendita, una richiesta di contatto, una registrazione.

    Riduzione del tasso di abbandono (bounce rate)
    Se la prima impressione è positiva, l’utente rimane, esplora, si fida.

    Fidelizzazione degli utenti
    Quando l’esperienza è piacevole, l’utente torna e diventa promotore del brand.

    Riduzione dei costi di assistenza
    Se l’utente riesce a trovare da solo quello che cerca, l’azienda riceve meno richieste di supporto.

    Cosa fa un User Experience Designer

    Un User Experience (UX) Designer è il professionista che progetta l’esperienza dell’utente con un prodotto digitale. Il suo compito non è semplicemente “fare siti belli”, ma creare percorsi intuitivi, piacevoli e funzionali, mettendo sempre al centro le esigenze e i comportamenti degli utenti.

    Il UX Designer agisce come un ponte tra tecnologia, design e psicologia umana, assicurandosi che ogni interazione — da un clic a una pagina di checkout — sia fluida, chiara e coerente.

    Le attività principali di un UX Designer

    1. Ricerca utente (User Research)
      Raccoglie dati tramite interviste, sondaggi, analisi di mercato, heatmap o sessioni di osservazione. L’obiettivo è capire chi sono gli utenti, cosa vogliono e quali sono i loro punti critici.
    2. Creazione di personas e user journey
      Sviluppa profili utente fittizi (personas) e tracciati esperienziali (user journey) per visualizzare i bisogni e i comportamenti dell’utente tipo in ogni fase.
    3. Architettura dell’informazione e wireframe
      Organizza i contenuti e disegna lo scheletro del sito o dell’app (wireframe) per testare la struttura e la gerarchia visiva.
    4. Prototipazione interattiva
      Crea prototipi navigabili che simulano il comportamento finale del prodotto. Questo permette di fare test prima dello sviluppo effettivo.
    5. Test di usabilità
      Osserva come gli utenti reali interagiscono con il prototipo e individua eventuali ostacoli, difficoltà o confusioni.
    6. Collaborazione cross-funzionale
      Lavora con sviluppatori, UI designer, content strategist e marketing per tradurre le esigenze degli utenti in soluzioni reali.

    Esempio concreto

    Un e-commerce vuole migliorare il tasso di conversione. Il UX Designer:

    • Analizza i dati di Google Analytics e le mappe di calore
    • Scopre che molti utenti abbandonano il carrello nella fase di pagamento
    • Ridisegna la checkout page con meno campi, indicazioni chiare e un sistema di pagamento più veloce
    • Testa la nuova versione con utenti reali
    • Il risultato? Le conversioni aumentano del 25%

    Soft skill fondamentali

    Oltre alla parte tecnica, un UX Designer deve avere:

    • Spirito collaborativo
    • Empatia verso gli utenti
    • Capacità analitiche
    • Pensiero critico
    • Comunicazione efficace

    Come si diventa UX designer

    Diventare UX Designer significa imparare a progettare esperienze digitali centrate sull’utente, combinando competenze in ricerca, design, analisi e comunicazione. Non esiste un solo percorso per arrivarci: è una professione multidisciplinare, aperta sia a chi proviene da studi tecnici che umanistici.

    1. Comprendere cos’è davvero la UX

    Il primo passo è capire che la User Experience non si limita alla grafica: è il modo in cui l’utente percepisce l’interazione con un prodotto. Per questo è utile leggere libri fondamentali come:

    • “La caffettiera del masochista” di Don Norman
    • “Don’t Make Me Think” di Steve Krug

    2. Formazione (universitaria o autonoma)

    Puoi intraprendere studi accademici (Design, Psicologia, Comunicazione, Informatica) oppure seguire corsi online, bootcamp e master specializzati. Alcuni esempi:

    • Google UX Design Certificate (Coursera)
    • Interaction Design Foundation (IDF)
    • Master UX/UI in scuole come IED o TAG Innovation School

    3. Imparare gli strumenti fondamentali

    Un UX Designer deve saper usare strumenti digitali per progettare, prototipare e testare:

    • Figma: per wireframe e prototipi interattivi
    • Sketch / Adobe XD: alternative per il design
    • Maze / Lookback / Hotjar: per i test di usabilità
    • Notion / Miro: per mappe mentali, user journey, brainstorming

    4. Sviluppare un portfolio

    Il portfolio UX è essenziale per mostrare il tuo approccio. Ogni progetto dovrebbe includere:

    • Analisi del problema
    • Ricerca utente
    • Prototipo e wireframe
    • Test e miglioramenti
    • Risultati misurabili

    5. Fare esperienza concreta

    Anche senza clienti reali, puoi:

    • Partecipare a progetti open source
    • Migliorare l’usabilità di siti esistenti come esercizio
    • Lavorare su challenge disponibili su siti come UX Challenge o Briefbox
    • Collaborare a startup o piccole agenzie per fare esperienza

    6. Soft skill da coltivare

    Essere UX Designer non significa solo usare strumenti, ma anche saper:

    • Adattarsi a feedback e cambiamenti
    • Ascoltare gli utenti
    • Collaborare con team diversi
    • Comunicare idee in modo semplice e visivo

    Come si misura l’User Experience

    Una buona User Experience (UX) non è solo questione di sensazioni: può (e deve) essere misurata con strumenti e indicatori oggettivi. Misurare la UX permette di identificare i punti criticiottimizzare l’esperienza utente e dimostrare l’impatto del design sui risultati di business.

    Due approcci fondamentali

    1. Test qualitativi
      Si basano sull’osservazione diretta del comportamento degli utenti. Permettono di cogliere emozioni, difficoltà, frustrazione o soddisfazione. Esempi:
      • Interviste: per comprendere bisogni, aspettative e impressioni dopo l’uso
      • Test di usabilità: l’utente svolge compiti reali davanti a un osservatore
      • Think aloud: l’utente racconta ad alta voce cosa sta facendo e perché
    2. Metriche quantitative
      Forniscono dati misurabili e confrontabili nel tempo, spesso integrati con strumenti di analytics o sondaggi. Ecco le più utilizzate:

    Le metriche principali della UX

    Tasso di conversione (Conversion Rate)

    Indica la percentuale di utenti che completano un obiettivo, come un acquisto, una registrazione o una richiesta di contatto.
    Esempio: migliorando la chiarezza della call-to-action, un e-commerce aumenta le conversioni dal 2% al 4%.

    Tasso di abbandono (Bounce Rate)

    È la percentuale di utenti che lasciano il sito dopo aver visto una sola pagina. Un valore alto può indicare problemi di contenuto o navigazione.
    Esempio: se il 70% degli utenti abbandona la homepage, potrebbe essere poco intuitiva o non rispondere subito ai bisogni dell’utente.

    Tempo medio sulla pagina (Average Time on Page)

    Misura quanto tempo un utente resta su una determinata pagina.
    Esempio: un tempo troppo basso su una guida tecnica può significare che non è chiara o utile.

    Net Promoter Score (NPS)

    È un indice di soddisfazione e fedeltà basato sulla domanda: “Quanto è probabile che tu consigli questo prodotto ad altri?”
    Da 0 a 10, chi risponde 9 o 10 è un “promoter”, chi 6 o meno è un “detrattore”.

    System Usability Scale (SUS)

    È un questionario standardizzato di 10 domande che misura la percezione della facilità d’uso. È utile nei test post-interazione.
    Esempio: un’app con un punteggio SUS di 90/100 è percepita come altamente usabile.

    Perché misurare la UX è fondamentale

    • Permette di basare le decisioni su dati, non solo su opinioni
    • Aiuta a prioritizzare le modifiche e le aree critiche
    • Mostra ai clienti o stakeholder l’impatto reale del design
    • Consente un miglioramento continuo e iterativo

    L’importanza della UX nel design in generale

    Il design centrato sull’utente non riguarda solo il digitale. Anche nella progettazione di prodotti fisici, ambienti o servizi, una buona UX assicura che le esigenze delle persone siano al centro del processo creativo. Questo approccio migliora la soddisfazione e riduce gli errori.

    Migliorare la User Experience nel web design

    Nel web design, migliorare la User Experience (UX) significa progettare interfacce che siano utili, accessibili, fluide e intuitive, mettendo sempre l’utente al centro. Una buona UX non è solo estetica: è funzionalità, chiarezza, velocità e soddisfazione.

    1. Navigazione semplice e coerente

    Un utente deve poter capire dove si trovadove può andare e come tornarci in ogni momento.

    Esempio pratico: inserire una barra di navigazione ben visibile, sempre accessibile anche da mobile.

    <nav>
    <ul class="menu">
    <li><a href="/">Home</a></li>
    <li><a href="/servizi">Servizi</a></li>
    <li><a href="/contatti">Contatti</a></li>
    </ul>
    </nav>

    <style>
    .menu {
    display: flex;
    gap: 1rem;
    list-style: none;
    }
    .menu a {
    text-decoration: none;
    color: #333;
    }
    </style>

    2. Velocità di caricamento

    Un sito lento è una UX disastrosa. Oltre i 3 secondi di attesa, la maggior parte degli utenti abbandona. Ottimizza immaginicodice CSS/JS, e usa lazy loading per i contenuti non essenziali.

    Esempio con immagini lazy load:

    <img src="placeholder.jpg" data-src="foto-reale.jpg" class="lazyload" alt="immagine esempio">
    <script>
    document.addEventListener("DOMContentLoaded", function () {
    const images = document.querySelectorAll("img.lazyload");
    images.forEach(img => {
    img.src = img.dataset.src;
    });
    });
    </script>

    3. Design responsivo (mobile-first)

    Oltre il 60% degli utenti naviga da mobile. Il design deve adattarsi a ogni schermo.

    Esempio CSS:

    body {
    font-family: sans-serif;
    }
    .container {
    max-width: 1200px;
    margin: auto;
    padding: 1rem;
    }
    @media (max-width: 768px) {
    .container {
    padding: 0.5rem;
    }
    }

    4. Call to action chiare e visibili

    Ogni pagina deve guidare l’utente verso un’azione chiara: iscriversi, acquistare, contattare.

    Esempio HTML/CSS:

    <a href="/acquista" class="cta">Acquista ora</a>

    <style>
    .cta {
    background-color: #0066ff;
    color: white;
    padding: 1rem 2rem;
    text-decoration: none;
    border-radius: 8px;
    font-weight: bold;
    display: inline-block;
    margin-top: 1rem;
    }
    </style>

    5. Accessibilità e leggibilità

    Contrasto, grandezza del testo, alt tag per le immagini e uso semantico dei tag HTML sono fondamentali.

    Esempio:

    <img src="grafico.png" alt="Grafico delle vendite trimestrali">
    <h1>Analisi vendite Q2</h1>
    <p>Il secondo trimestre mostra una crescita del 15% rispetto al precedente...</p>

    UX e siti ecommerce

    Nel mondo degli e-commerce, la User Experience (UX) è un fattore critico di successo. Non basta avere un bel sito: se l’esperienza di navigazione, ricerca e acquisto non è fluida, l’utente abbandona il carrellonon torna e non consiglia il brand.

    Una UX efficace aumenta le vendite, riduce i resi e migliora la reputazione online.

    I momenti chiave della UX in un e-commerce

    1. Ricerca del prodotto
      L’utente deve trovare rapidamente ciò che cerca: filtri, ricerca interna, categorie chiare.Esempio: Zalando mostra subito i filtri per taglia, colore, brand, prezzo.
    2. Scheda prodotto informativa e rassicurante
      Le informazioni devono essere complete: descrizione chiara, immagini di qualità, recensioni, disponibilità.Esempio: Amazon include foto multiple, video, specifiche, Q&A e recensioni degli utenti.
    3. Processo di checkout semplice
      Il percorso d’acquisto deve essere breve, senza obblighi inutili (come la registrazione forzata). Errore comune: checkout in 5 pagine con richieste ridondanti.
      Buona pratica: Shopify consente il checkout in una sola pagina.
    4. Fiducia e sicurezza
      Il sito deve comunicare affidabilità: HTTPS, badge di sicurezza, politiche di reso chiare, contatti reali.
    5.  Esempio: l’inserimento dei loghi Visa/Mastercard/PayPal e di badge “100% soddisfatti o rimborsati”.

    Metriche UX da monitorare in un e-commerce

    • Tasso di abbandono del carrello: oltre il 70% in media → va ridotto ottimizzando il checkout.
    • Conversion Rate: aumenta con una UX chiara, coerente e mobile friendly.
    • Customer Satisfaction e recensioni: sono indicatori di esperienza percepita.

    Strumenti utili per migliorare la UX e-commerce

    • Google Optimize / GA4: per collegare i dati UX alle performance di vendita.
    • Hotjar o Microsoft Clarity: per vedere come gli utenti interagiscono con le pagine.
    • A/B testing: per testare versioni diverse di pulsanti, testi, layout.

    UX e Digital Marketing

    Nel Digital Marketing, la User Experience (UX) non è un aspetto tecnico secondario, ma un elemento strategico che può determinare il successo o il fallimento di una campagna. Una landing page ben progettata, un percorso utente fluido o un form ottimizzato possono moltiplicare le conversioni, mentre una UX trascurata può sprecare anche il miglior traffico a pagamento.

    Perché UX e marketing digitale sono inseparabili

    Ogni attività di marketing — SEO, ADV, social, email — ha un solo obiettivo: portare un utente a compiere un’azione (acquisto, iscrizione, richiesta contatto). La UX entra in gioco dal momento in cui l’utente clicca, e accompagna ogni passo del suo percorso.

    Esempi concreti

    • Campagna Google Ads + UX ottimizzata
      Un utente clicca su un annuncio “Richiedi il tuo preventivo gratuito”.
      Trova una landing page veloce, con titolo coerentebenefici evidentiform semplice.
      Risultato: +40% richieste rispetto alla versione precedente.
    • Email marketing + UX efficace
      Un’email promozionale porta al sito.
      Se il sito è lento o disorientante, l’utente abbandona.
      Se il sito è responsive, chiaro e accogliente, l’utente prosegue e converte.

    Aspetti UX che migliorano il marketing

    1. Tempo di caricamento
      Un sito lento rovina le performance di ogni campagna (soprattutto mobile).
      Soluzione: immagini ottimizzate, codice minificato, caching.
    2. Coerenza tra messaggio e pagina
      Ogni clic deve portare a una pagina rilevante e coerente.
      Soluzione: landing page dedicate per ogni campagna.
    3. Form facili da compilare
      Meno campi, etichette chiare, invio immediato.
      Soluzione: usare l’autofill, ridurre l’attrito.
    4. Mobile first design
      Il 70% del traffico digitale viene da smartphone.
      Soluzione: progettare prima per mobile, poi per desktop.

    UX e ROI nel digital marketing

    Una UX ben progettata aumenta il ROI delle campagne, perché:

    • Rafforza la percezione del brand
    • Migliora il Quality Score di Google Ads
    • Riduce il costo per conversione (CPC)
    • Aumenta il tempo sul sito e le interazioni

    UX e SEO

    Fino a qualche anno fa, la SEO si concentrava su parole chiave, backlink e contenuti ottimizzati. Oggi, però, Google valuta anche l’esperienza dell’utente. Per questo, la UX è diventata un fattore SEO essenziale.

    Quando un sito offre un’esperienza positiva — navigazione semplice, caricamento veloce, struttura chiara — gli utenti rimangono più a lungo, interagiscono di più e tornano. Tutti segnali che Google interpreta come alta qualità.

    Come la UX migliora la SEO (e viceversa)

    1. Core Web Vitals
      Sono metriche ufficiali di Google che misurano l’esperienza utente: velocità, interattività e stabilità visiva. Esempio: se la homepage si carica in meno di 2 secondi (LCP), l’esperienza è considerata positiva.
      Ottimizza immagini, script e CSS per migliorare i punteggi.
    2. Struttura chiara e gerarchia semantica
      Una UX ben fatta organizza i contenuti in modo logico e gerarchico, con tag H1–H2–H3, breadcumb e URL chiari.
      Questo facilita la lettura umana e la scansione dei crawler.
    3. Mobile-first design
      Dal 2018 Google indicizza i siti mobile-first. Un design responsive e ben leggibile da smartphone è fondamentale. Esempio: menù hamburger, font leggibili, pulsanti grandi.
    4. Riduzione del bounce rate
      Se l’utente trova subito ciò che cerca, non abbandona. Questo migliora tempo medio sul sito, profondità di navigazione e segnali positivi per la SEO.
    5. Contenuti leggibili e coinvolgenti
      Una buona UX significa testi ben formattati, paragrafi brevi, titoli chiari, call to action coerenti.
      Il contenuto è più digeribile per l’utente, e Google lo premia.

    Esempio concreto

    Un sito aziendale aveva pagine con ottimi contenuti ma layout disordinato, testi troppo lunghi e call to action nascoste. Dopo un intervento UX (struttura, leggibilità, bottoni evidenti), il tempo medio sulla pagina è aumentato del 70%, e con esso anche il ranking su Google per parole chiave competitive.

    UX come leva SEO: vantaggi

    • Aumento delle conversioni, non solo delle visite
    • Migliore posizionamento nei risultati organici
    • Aumento del traffico qualificato
    • Riduzione della frequenza di rimbalzo

    UX e Social Media

    Quando si parla di UX, si pensa spesso a siti e app, ma anche i social media sono ambienti digitali dove l’esperienza dell’utente gioca un ruolo decisivo. Ogni interazione — dallo scroll al like, dal click su un link alla compilazione di un form — è parte di un percorso che deve essere intuitivo, piacevole e coerente.

    Una User Experience ben progettata sui social aumenta il coinvolgimento, riduce la frizione tra utente e contenuto e rafforza la percezione del brand.

    Perché la UX è fondamentale sui social media

    1. L’utente decide in pochi secondi
      Se un post non è chiaro o visivamente piacevole, lo scorre via. La UX lavora su gerarchia visiva, leggibilità e immediatezza.
    2. Ogni clic conta
      Il passaggio da un post a una landing page o a un link esterno deve essere rapido, coerente e senza errori.
      Esempio negativo: link rotti, pagine che non si aprono su mobile.
      Buona UX: link tracciati, landing page responsive e coerenti col contenuto del post.
    3. Esperienza cross-canale
      L’esperienza deve essere fluida tra Instagram, sito, newsletter, e-commerce. L’utente non deve mai sentirsi “trasportato” in un ambiente diverso.
    4. Microinterazioni e accessibilità
      Reaction, animazioni, caroselli: le microinterazioni migliorano la UX solo se non distraggono e sono accessibili anche da mobile e con screen reader.

    Esempi pratici di UX efficace sui social

    • Instagram: un brand che usa copertine coerenti nei reel e CTA chiare nel link in bio migliora l’esperienza utente e il funnel.
    • Facebook: inserire pulsanti “Shop Now” o “Scopri di più” ben visibili facilita la conversione.
    • LinkedIn: un post strutturato con spazi, emoji e formattazione migliora la leggibilità e l’engagement.

    Best practice UX per i social

    • Inserire CTA chiare e visibili
    • Usare immagini leggibili anche su schermi piccoli
    • Evitare testi troppo lunghi o compressi
    • Garantire la coerenza tra post, link e pagina di destinazione
    • Testare ogni link su mobile

    UX e Email Marketing

    L’Email Marketing è uno strumento potente, ma spesso sottovalutato dal punto di vista della User Experience (UX). Una campagna email ben strutturata deve conquistare l’attenzione in pochi secondi, essere chiara, leggibile, mobile-friendly e guidare l’utente verso un’azione.

    Una UX efficace nelle email aumenta i tassi di apertura, di clic e di conversione, riducendo al contempo disiscrizioni e segnalazioni come spam.

    Perché la UX è cruciale nelle email

    1. L’utente decide in 2 secondi
      Il soggetto e l’anteprima sono fondamentali. Una cattiva UX in questa fase può portare all’eliminazione immediata.
    2. Scansione visiva immediata
      Nessuno legge tutto: l’email deve essere organizzata per blocchi, con spaziature, titoli, bottoni evidenti.
    3. Mobile-first anche nelle email
      Oltre il 70% delle email viene aperto da smartphone. Serve layout responsive, testo grande e pulsanti facilmente cliccabili.
    4. CTA chiara e visibile
      Ogni email dovrebbe avere una sola azione primaria da compiere. Troppe distrazioni = nessuna azione.

    Esempio di struttura UX-friendly per email

    <table style="max-width:600px;margin:auto;font-family:sans-serif;">
    <tr><td style="padding:20px;">
    <h1 style="font-size:24px;">Scopri la nostra nuova guida gratuita</h1>
    <p style="font-size:16px;">Abbiamo preparato per te un contenuto esclusivo per migliorare le tue strategie digitali.</p>
    <a href="https://tuaazienda.com/guida"
    style="display:inline-block;background:#007BFF;color:#fff;padding:12px 24px;
    text-decoration:none;border-radius:5px;margin-top:10px;">
    Scarica ora
    </a>
    </td></tr>
    </table>

    Best practice di UX nell’email marketing

    • Inserire il link alla disiscrizione ben visibile
    • Oggetto breve, chiaro e “umano” (max 50 caratteri)
    • Layout semplice a una colonna
    • CTA visibile senza dover scorrere
    • Evitare muri di testo: usa elenchi, titoli e immagini leggere
    • Testare sempre su mobile e dark mode

    UX vs UI: qual è la differenza?

    Nel mondo del design digitale, i termini UX (User Experience) e UI (User Interface) vengono spesso confusi o usati come sinonimi, ma rappresentano due ambiti distinti, anche se strettamente collegati.

    Una UI ben progettata può attrarre l’utente. Una UX efficace, invece, lo guida, lo coinvolge e lo fa restare.

    Cosa significa UX (User Experience)

    La User Experience riguarda l’intera esperienza vissuta dall’utente durante l’interazione con un prodotto o servizio digitale. Include aspetti come:

    • Navigazione
    • Velocità di caricamento
    • Facilità nel trovare le informazioni
    • Percorso verso l’obiettivo
    • Soddisfazione generale

    Esempio: un sito con un checkout chiaro, veloce e senza frizioni, anche se graficamente minimale, offre una ottima UX.

    Cosa significa UI (User Interface)

    La User Interface è il layout visivo e interattivo attraverso cui l’utente interagisce con il sistema. Include elementi come:

    • Bottoni
    • Colori
    • Tipografia
    • Spaziatura
    • Icone
    • Animazioni

    Esempio: un’app con icone coerenti, pulsanti ben distanziati e palette armoniosa ha una ottima UI.

    La differenza chiave

    • UX è come ci si sente
      È il viaggio dell’utente: emozioni, fluidità, soddisfazione.
    • UI è ciò che si vede
      È l’aspetto grafico dell’interfaccia: stile, layout, interazioni visive.

    Metafora semplice

    Pensa a un’auto:

    La UX è la sensazione di guida, il comfort, la facilità di parcheggio, la stabilità su strada.

    La UI è il cruscotto, il volante, il design dei sedili.

    Come migliorare concretamente la UX

    Migliorare la User Experience (UX) non significa solo “rendere il sito più bello”, ma mettere l’utente al centro di ogni scelta progettuale. È un processo continuo, basato su ascolto, analisi, test e ottimizzazione.

    Non esiste una formula universale, ma esistono passaggi fondamentali che ogni azienda o team può seguire.

    1. Conoscere i propri utenti

    Tutto parte dalla ricerca. Non puoi progettare una buona esperienza se non sai chi sono gli utenti, cosa vogliono, cosa li frustra.

    Strumenti utili:

    • Interviste qualitative
    • Sondaggi (es. Google Forms, Typeform)
    • Mappe di empatia e personas

    2. Mappare i percorsi utente (User Journey)

    Disegna il percorso che l’utente compie da quando entra nel sito fino a quando completa un’azione (acquisto, contatto, download).
    Individua i punti di frizione.

    Strumenti utili:

    • Miro, Figma, UXPressia

    3. Creare prototipi e testarli

    Non aspettare lo sviluppo per testare: crea wireframe e prototipi interattivi per raccogliere feedback prima di investire risorse.

    Strumenti utili:

    • Figma, Adobe XD, Marvel App

    4. Analizzare i dati reali

    Usa gli strumenti di analytics per capire come gli utenti si comportano davvero.

    Strumenti utili:

    • Google Analytics (GA4)
    • Hotjar, Microsoft Clarity
    • Test A/B (es. Google Optimize, VWO)

    5. Rimuovere attriti e semplificare

    Ogni clic inutile, ogni campo in più in un form, ogni pagina che carica lentamente è un ostacolo all’esperienza.

    Azioni concrete:

    • Ridurre i campi nei form
    • Velocizzare il caricamento
    • Rendere le CTA visibili e immediate

    6. Iterare costantemente

    La UX non è un progetto una tantum. È un processo ciclico che va rivisto, testato e migliorato nel tempo.

    Approccio consigliato:

    • Design thinking
    • Agile UX
    • Continuous feedback loop

    In sintesi: UX come cultura aziendale

    Migliorare la UX significa migliorare il business, perché un utente soddisfatto è un utente che:

    • rimane
    • interagisce
    • converte
    • torna
    • consiglia

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    Domande e risposte

    1. Cos’è la User Experience (UX)?
      È l’esperienza complessiva che un utente prova interagendo con un prodotto o servizio digitale.
    2. Perché la UX è importante nel marketing digitale?
      Perché influisce su conversioni, fidelizzazione e soddisfazione dell’utente.
    3. Qual è la differenza tra UX e UI?
      La UI riguarda il design visivo, la UX l’esperienza dell’utente.
    4. Come posso migliorare la UX del mio sito?
      Lavorando su navigazione, contenuti, performance e test di usabilità.
    5. Che strumenti usa un UX designer?
      Figma, Sketch, Adobe XD, Maze, Hotjar, Google Analytics.
    6. UX e SEO sono collegate?
      Sì, molti fattori UX influenzano il posizionamento nei motori di ricerca.
    7. La UX è utile anche nei social media?
      Certo, migliora l’engagement e la percezione del brand.
    8. UX e ecommerce: qual è il legame?
      Una UX efficace aumenta le vendite e riduce l’abbandono del carrello.
    9. Come si misura la UX?
      Attraverso metriche quantitative e test qualitativi.
    10. Dove posso formarmi per diventare UX designer?
      Esistono corsi online, master e bootcamp specializzati.
  • Analisi concorrenza nel digital marketing

    Analisi concorrenza nel digital marketing

    Nel marketing digitale, conoscere i propri rivali è fondamentale. Questo articolo approfondisce l’importanza dell’analisi concorrenza nel digital marketing, evidenziando strumenti, strategie e differenze con l’ambito tradizionale. Vedremo anche come fare un’analisi dei competitor, che cos’è l’analisi della concorrenza, e a cosa serve l’analisi della concorrenza, con esempi pratici e modelli utili.

    Indice

    Che cos’è l’analisi della concorrenza

    Prima di tutto, occorre chiarire che cos’è l’analisi della concorrenza. Si tratta di un processo strategico che consiste nel raccogliere, esaminare e interpretare informazioni sui competitor diretti e indiretti, al fine di prendere decisioni più informate in ambito aziendale e di comunicazione.

    In ambito digital marketing, questo significa osservare attentamente le attività online dei concorrenti: i canali che utilizzano, i contenuti che pubblicano, il posizionamento SEO, le strategie sui social media e molto altro. L’obiettivo è duplice: individuare opportunità ancora inesplorate e difendersi dalle minacce emergenti.

    A cosa serve l’analisi della concorrenza

    A cosa serve l’analisi della concorrenza? È una domanda che ogni impresa o professionista del digital marketing dovrebbe porsi. La risposta è semplice ma potente: l’analisi concorrenza serve a comprendere in profondità il mercato in cui si opera, per agire in modo più consapevole e strategico.

    Senza una chiara analisi dei concorrenti, ogni sforzo di marketing rischia di essere un colpo nel buio: potresti investire risorse su parole chiave già presidiate da colossi, oppure adottare un tono di comunicazione che non risuona con il tuo pubblico. Al contrario, grazie a un’analisi attenta, puoi scoprire nuove opportunità, migliorare ciò che già fai bene, e posizionarti dove gli altri ancora non sono arrivati.

    Vediamo ora perché è così importante e quali vantaggi concreti porta, con esempi pratici.

    1. Posizionarti in maniera più efficace

    L’analisi competitor ti aiuta a capire dove ti trovi rispetto agli altri nel tuo settore e come differenziarti. Ad esempio, se hai una scuola di lingue e scopri che tutti i tuoi concorrenti puntano sul metodo tradizionale, potresti evidenziare nei tuoi messaggi un approccio più innovativo e dinamico, come l’apprendimento attraverso app e microlearning.

    Esempio pratico: Un brand di caffè artigianale online nota che i principali competitor comunicano principalmente il gusto. Decide di differenziarsi puntando sulla sostenibilità della filiera. Questo lo aiuta a posizionarsi come “il caffè etico”, attirando un segmento di pubblico sempre più attento all’ambiente.

    2. Scoprire nuove esigenze del target

    Monitorare le attività e i contenuti dei tuoi competitor diretti e indiretti ti permette di intercettare esigenze emergenti nel tuo pubblico.

    Esempio pratico: Un’azienda che vende integratori nota che un concorrente ha iniziato a parlare spesso di “energia mentale” oltre che di “energia fisica”. Analizzando le interazioni del pubblico, capisce che c’è un interesse crescente per il supporto cognitivo, e decide di sviluppare una nuova linea di prodotti dedicata.

    3. Anticipare le mosse dei concorrenti

    Un’analisi della concorrenza non è solo uno sguardo al presente, ma anche una finestra sul futuro. Osservando pattern, nuove campagne o modifiche nel sito dei tuoi rivali, puoi intuire i loro prossimi passi e preparare una controstrategia.

    Esempio pratico: Un e-commerce di moda vede che un competitor ha appena iniziato a spingere molto sul second hand e sui capi riciclati. Capisce che il brand si sta muovendo verso la sostenibilità, quindi decide di introdurre una sezione vintage e promuoverla prima che il tema diventi mainstream.

    4. Migliorare il tuo prodotto o servizio

    L’analisi dei competitors può anche evidenziare lacune o miglioramenti che puoi applicare alle tue offerte, sulla base di ciò che gli utenti apprezzano (o criticano) nei servizi altrui.

    Esempio pratico: Un’agenzia di digital marketing nota che i clienti di un concorrente lamentano risposte lente e poca trasparenza nei report. Decide di puntare sulla customer care e su dashboard sempre accessibili al cliente, creando così un vantaggio competitivo.

    5. Ottimizzare le tue strategie promozionali

    Capire quali canali funzionano meglio per i tuoi concorrenti, quali contenuti ottengono più engagement, quali annunci vengono sponsorizzati con maggiore frequenza, è essenziale per investire meglio tempo e denaro.

    Esempio pratico: Un brand di cosmetici analizza i competitor e scopre che Instagram funziona molto bene per i tutorial video, mentre Facebook ha tassi di interazione molto bassi. Decide allora di concentrare il budget social sulla creazione di video reels e contenuti con creator beauty, riducendo le campagne su Facebook.

    Osservare i concorrenti per capire meglio il tuo pubblico

    In sintesi, per una efficace analisi della concorrenza bisogna mettersi nei panni del cliente, osservando il mondo attraverso gli occhi dei competitor. Cosa stanno dicendo? Come lo dicono? Cosa funziona? Cosa viene ignorato?

    Non si tratta di copiare, ma di interpretare e reagire. L’obiettivo non è replicare ciò che fanno gli altri, ma usare l’analisi dei concorrenti come bussola per trovare la tua strada.

    Analisi concorrenza marketing e digital marketing: differenze

    È utile distinguere tra analisi concorrenza marketing e digital marketing: differenze sostanziali esistono. L’analisi dei concorrenti nel marketing tradizionale si concentra su aspetti più fisici (distribuzione, prezzo, promozione offline), mentre quella nel digital marketing si focalizza su dati e performance online.

    Ad esempio, mentre nel marketing classico puoi osservare il packaging o la posizione sugli scaffali, nel digitale analizzi il traffico web, la visibilità organica sui motori di ricerca, le recensioni online, e il tono usato nei post social.

    Come si effettua l’analisi della concorrenza

    Come si effettua l’analisi della concorrenza? Non si tratta di un’operazione una tantum, ma di un processo strutturato, da ripetere periodicamente. È fondamentale per chi vuole prendere decisioni informate, adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato e restare un passo avanti rispetto ai propri competitor.

    Vediamo fase per fase come fare un’analisi della concorrenza efficace, aggiungendo esempi pratici per ogni passaggio.

    1. Identificare i competitors diretti e indiretti

    Il primo passo è capire chi sono i tuoi veri concorrenti.
    I competitors diretti offrono prodotti o servizi simili ai tuoi e si rivolgono allo stesso pubblico. I competitors indiretti, invece, soddisfano lo stesso bisogno, ma in modo diverso.

    Esempio pratico: Se gestisci una piattaforma online di corsi di yoga, i tuoi competitor diretti sono altri portali che vendono corsi online di yoga. Quelli indiretti potrebbero essere app gratuite di meditazione, palestre che offrono corsi in presenza, o persino canali YouTube che offrono lezioni gratuite.

    Strumenti utili in questa fase:

    • Google (cerca le parole chiave del tuo settore)
    • Google Maps (per competitor locali)
    • Marketplace come Amazon o Udemy, se vendi prodotti digitali

    2. Raccogliere dati e informazioni

    Una volta individuati i competitor, è il momento di raccogliere dati. Esistono numerosi strumenti per questo:

    • SEMrush o SEOZoom: per analizzare il posizionamento SEO, le keyword e i backlink dei siti concorrenti
    • SimilarWeb: per stimare il traffico e le fonti di traffico
    • Google Trends: per identificare l’interesse per determinati argomenti nel tempo
    • Meta Ads Library: per visualizzare le campagne attive su Facebook e Instagram

    Esempio pratico: Scopri che il tuo competitor diretto ha un picco di traffico da LinkedIn, mentre tu lo usi pochissimo. Questo ti suggerisce un canale potenzialmente sottovalutato.

    3. Analizzare i contenuti pubblicati

    I contenuti sono la voce di un brand online. Analizza cosa pubblicano i competitor sul sito, sul blog e sui social: che tono usano? Quali temi affrontano? Come risponde il pubblico?

    Esempio pratico: Un’agenzia immobiliare nota che un concorrente pubblica guide per investitori stranieri in italiano e inglese, con ottimo engagement. Decide di fare lo stesso per attrarre un segmento internazionale, fino a quel momento trascurato.

    Osserva:

    • Frequenza e qualità dei contenuti
    • Lunghezza degli articoli
    • Utilizzo di immagini, video e infografiche
    • Strategie di call to action

    4. Valutare il posizionamento SEO

    Capire come si posizionano i concorrenti sui motori di ricerca è fondamentale. Guarda per quali parole chiave si classificano, quali pagine generano più traffico e quali backlink ricevono.

    Esempio pratico: Gestisci un blog di nutrizione. Noti che un concorrente riceve molte visite da articoli su “colazione proteica per chi fa sport”, tema che tu non hai ancora trattato. Hai quindi uno spunto concreto per un nuovo contenuto ad alto potenziale.

    5. Studiare le campagne pubblicitarie e l’engagement social

    Analizza quali campagne pubblicitarie stanno attivando i competitor, dove le pubblicano e con quale tono comunicano. Allo stesso tempo, valuta l’interazione del pubblico sui social: like, commenti, condivisioni, recensioni.

    Esempio pratico: Un competitor nel settore dell’abbigliamento sponsorizza reel su TikTok con creator di nicchia, ottenendo grande visibilità. Tu, che finora hai puntato solo su Facebook, decidi di sperimentare una campagna simile per testare il canale.

    6. Confrontare punti di forza e debolezza

    Infine, metti a confronto i punti di forza e debolezza dei tuoi competitor con i tuoi. Cosa fanno meglio? Cosa manca nella loro offerta? Quali spazi puoi occupare?

    Esempio pratico: Noti che i tuoi concorrenti hanno un sito molto curato ma mancano di trasparenza nei prezzi. Tu puoi distinguerti inserendo una sezione chiara e dettagliata con listini e pacchetti, migliorando la fiducia del potenziale cliente.

    Dalla teoria all’azione

    Se ti stai chiedendo come fare un’analisi della concorrenza che sia veramente utile, la risposta è: serve metodo, spirito critico e capacità di trasformare l’osservazione in strategia.

    Non basta raccogliere dati: per una efficace analisi della concorrenza bisogna saperli interpretare, trarre conclusioni e decidere azioni concrete. Solo così potrai migliorare la tua posizione sul mercato, offrire più valore al tuo pubblico e restare competitivo in un contesto in continua evoluzione.

    Analisi della concorrenza: ecco un esempio pratico

    Per comprendere davvero come fare un’analisi della concorrenza, è utile partire da un esempio concreto. Immagina di gestire un e-commerce di cosmetici naturali e di voler migliorare la tua presenza online, intercettare nuovi clienti e capire dove si colloca il tuo brand rispetto alla concorrenza.

    Ecco come si effettua l’analisi della concorrenza passo dopo passo in un caso reale, utilizzando gli strumenti e i criteri più efficaci.

    1. Identificazione dei competitor

    Per prima cosa, individui almeno tre o quattro aziende concorrenti. Non solo i grandi marchi, ma anche realtà simili alla tua per dimensioni, offerta e target. Ti concentri su competitor diretti, che vendono online cosmetici naturali con posizionamenti simili, e su alcuni competitor indiretti, come marchi di cosmetici vegani o biologici distribuiti principalmente tramite marketplace.

    Strumenti utilizzati:

    • Una semplice ricerca Google con parole chiave come “cosmetici naturali online”, “creme viso bio”, “ecommerce skincare naturale”.
    • SEOZoom per vedere quali domini emergono più frequentemente per le keyword che ti interessano.

    2. Analisi SEO: parole chiave e visibilità

    A questo punto, entri nel vivo dell’analisi competitor e ti affidi a SEOZoom o SEMrush per confrontare le parole chiave su cui i competitor sono posizionati.

    Scopri che:

    • Il tuo sito è indicizzato per circa 300 keyword, con un traffico stimato mensile di 1.500 utenti.
    • Uno dei competitor principali ha invece 2.300 keyword indicizzate e un traffico di 12.000 utenti mensili.
    • Un altro brand emergente ha “solo” 600 keyword, ma si posiziona molto bene per termini long tail come “crema idratante bio per pelli sensibili” — keyword ad alta intenzione d’acquisto.

    Da questo puoi capire che non serve per forza puntare su keyword generiche e ipercompetitive, ma potresti migliorare creando contenuti ottimizzati per keyword specifiche, più in linea con le reali esigenze del tuo pubblico.

    3. Fonti di traffico e performance generali

    Con SimilarWeb, analizzi il traffico dei siti concorrenti per capire da dove arrivano i loro utenti.

    Emerge che:

    • Il tuo traffico proviene per il 65% da ricerca organica, il 20% da social e il resto da traffico diretto o referral.
    • Un concorrente ha un forte traffico da Instagram (oltre il 35%), probabilmente dovuto a campagne con influencer o contenuti virali.
    • Un altro ha un traffico consistente da newsletter, segno di una strategia efficace di email marketing.

    Queste informazioni ti suggeriscono di potenziare la tua presenza su Instagram e di lavorare sulla fidelizzazione attraverso l’email marketing.

    4. Analisi dei contenuti e presenza social

    Passi quindi ad analizzare i contenuti pubblicati e la presenza sui social.
    Osservi:

    • Il tono usato dai concorrenti: più amichevole e informale rispetto al tuo approccio attuale, che è più tecnico.
    • La frequenza: i brand più attivi pubblicano 3-4 volte a settimana su Instagram e aggiornano il blog almeno 2 volte al mese.
    • I formati: Stories, reel, recensioni degli utenti, contenuti educativi (come “come si usa l’acido ialuronico”).

    Esempio pratico:
    Uno dei concorrenti ha una rubrica fissa il lunedì con consigli beauty stagionali, che riceve centinaia di interazioni. Tu potresti replicare l’idea adattandola alla tua linea di prodotti, creando ad esempio una serie “La beauty routine naturale della settimana”.

    5. Engagement e relazione con il pubblico

    Infine, analizzi l’interazione del pubblico. Ti accorgi che:

    • I post del tuo e-commerce ricevono pochi commenti, mentre quelli dei competitor stimolano spesso domande e condivisioni.
    • Le stories dei concorrenti contengono sondaggi, quiz e domande dirette al pubblico, aumentando la partecipazione.
    • Molti utenti taggano i competitor nelle loro esperienze d’uso, anche perché vengono incentivati con repost o piccoli premi.

    Questa osservazione ti spinge a rafforzare la community: potresti creare un hashtag ufficiale del tuo brand, promuovere contenuti generati dagli utenti e incoraggiare il dialogo nei commenti.

    Conclusione: dall’osservazione all’azione

    Questo semplice ma completo esempio pratico di analisi della concorrenza dimostra come, anche con strumenti accessibili e un po’ di metodo, si possano ottenere insight preziosi.
    Non solo per capire cosa fanno meglio gli altri, ma anche per:

    • identificare i tuoi punti di forza ancora poco valorizzati
    • trovare ispirazione concreta per nuovi contenuti e offerte
    • migliorare il modo in cui comunichi con il tuo pubblico

    L’analisi dei competitors, se fatta con costanza e spirito critico, si trasforma da esercizio teorico a vero motore di crescita strategica.

    Infografica

    Infografica sull'analisi competitors
    Infografica sull’analisi competitors

    Analisi dei competitors: cosa guardare

    Fare un’analisi dei competitors efficace significa guardare oltre i numeri. Non basta sapere quante visite ha un sito, quanti follower ha un brand, o quante keyword presidia: ciò che conta davvero è capire il perché dietro ogni scelta strategica, individuando cosa funziona, per chi funziona, e come puoi differenziarti.

    Vediamo insieme gli elementi principali da analizzare, uno per uno, con esempi pratici per ogni aspetto.

    1. Target e proposta di valore

    Chi è il pubblico di riferimento dei tuoi competitor? Che bisogni soddisfano? Che messaggio veicolano?
    Analizzare il target e la proposta di valore ti aiuta a capire se stai parlando allo stesso pubblico — e se lo stai facendo nel modo giusto.

    Esempio pratico: Due brand vendono cosmetici naturali. Uno si rivolge a giovani under 30 amanti del minimalismo, con pack colorati e prezzi accessibili. L’altro punta su donne over 40 attente alla qualità premium e all’origine degli ingredienti. Il primo comunica freschezza e immediatezza; il secondo raffinatezza ed esclusività. Capire questa differenza ti permette di non sprecare energie su un target sbagliato e di affinare la tua comunicazione.

    2. Tono di comunicazione

    Il tono di voce è uno degli aspetti più distintivi in una strategia di digital marketing. Può essere amichevole, formale, tecnico, ironico, empatico… e deve rispecchiare il posizionamento del brand.

    Esempio pratico: Analizzando un competitor nel settore delle assicurazioni online, scopri che usa un tono rassicurante ma semplice, con metafore visive (“una rete di sicurezza per ogni imprevisto”) e uno stile diretto. Se il tuo brand ha finora usato un linguaggio troppo burocratico o impersonale, potresti considerare un cambio per migliorare la percezione di vicinanza e affidabilità.

    Una parte centrale dell’analisi dei competitors riguarda la SEO: quali parole chiave presidiano? Che tipo di contenuti pubblicano per posizionarsi? Che autorevolezza hanno i loro backlink?

    Esempio pratico: Noti che un concorrente si posiziona molto bene per keyword di nicchia come “detergente viso con aloe per pelle grassa”. Tu, invece, hai contenuti troppo generici. Questo ti indica la strada per creare articoli specifici che intercettino intenzioni di ricerca più mirate e ad alta conversione.

    Inoltre, scopri che il competitor riceve backlink da portali autorevoli come Vanity Fair o GreenMe, a seguito di articoli guest post o campagne PR. Questo suggerisce un investimento su attività di digital PR e link building per rafforzare anche la tua presenza.

    4. UX/UI del sito

    Un sito bello da vedere ma difficile da navigare è un’occasione sprecata. Nell’analisi competitor, osserva come è strutturato il sito: è chiaro? Si carica velocemente? La navigazione è fluida? Il processo d’acquisto è semplice?

    Esempio pratico: Visiti il sito di un competitor e noti che ha una homepage con pochi elementi, pulsanti ben visibili e una CTA (“Prova subito gratis”) che compare già nei primi 5 secondi. Tu invece hai una homepage affollata, nessun invito all’azione e un modulo di contatto che richiede troppi passaggi. Questa osservazione può portarti a ripensare l’interfaccia con un occhio più strategico e orientato alla conversione.

    5. Attività sui social media

    I social non servono solo a “postare”, ma a costruire relazioni e rafforzare la reputazione. Studia frequenza di pubblicazione, format utilizzati, tipo di interazione con il pubblico.

    Esempio pratico: Un competitor pubblica con costanza reel, quiz, recensioni clienti e rubriche settimanali. Tu pubblichi saltuariamente post statici senza grande varietà. Capisci che per restare competitivo devi rivedere il tuo piano editoriale, integrando formati dinamici e momenti di coinvolgimento attivo.

    6. Recensioni e reputazione online

    La reputazione online è la voce dei clienti, e per questo rappresenta una miniera d’oro da esplorare. Leggi le recensioni sui social, su Trustpilot, Google, marketplace o blog.

    Esempio pratico: Scopri che un competitor viene lodato per la velocità di consegna ma criticato per l’assistenza post-vendita. Tu, invece, offri un’assistenza eccellente ma non lo comunichi abbastanza. Questo ti offre due spunti: migliorare la logistica e mettere in evidenza i tuoi punti di forza reali, come la disponibilità del customer care, nella comunicazione.

    L’importanza dell’analisi qualitativa

    Ricorda: un’analisi dei competitors davvero utile non è fatta solo di grafici e numeri, ma anche di intuizione, osservazione e senso critico.
    Capire perché un contenuto funziona, perché un tono coinvolge, perché una pagina converte, è la chiave per imparare dai migliori senza copiarli.

    Osservare non significa imitare, ma trarre ispirazione consapevole per creare una proposta di valore autentica, differente e coerente con i tuoi obiettivi.

    Che modello utilizzare per analisi competitors

    Esistono diversi modelli per svolgere un’analisi dei competitors. Uno dei più noti è l’analisi SWOT, che ti permette di identificare Forze, Debolezze, Opportunità e Minacce. Un altro è il modello delle 5 forze di Porter, utile per analizzare la pressione competitiva nel settore.

    Entrambi aiutano a trasformare i dati raccolti in strategie operative. Che modello utilizzare per analisi competitors dipende dagli obiettivi: se vuoi migliorare il posizionamento SEO, sarà più utile un confronto diretto tra keyword e backlink; se ti interessa il branding, ti concentrerai sul tono di voce e sulla comunicazione visiva.

    Sintesi analisi competitor

    In sintesi, come fare un’analisi dei competitor? Parti con uno schema semplice:

    1. Definisci gli obiettivi dell’analisi
    2. Seleziona i competitors rilevanti
    3. Raccogli informazioni strategiche
    4. Confronta le performance
    5. Redigi un report e identifica le aree di miglioramento

    Se ti affidi a strumenti di monitoraggio e a un buon occhio critico, potrai anticipare le mosse dei rivali e trovare nicchie interessanti da esplorare.

    Checklist Analisi Competitors

    Identificazione dei competitor

    •  Ho individuato almeno 3–5 competitor diretti
    •  Ho individuato eventuali competitor indiretti
    •  Ho verificato le loro posizioni su Google per parole chiave rilevanti

    Analisi SEO e visibilità

    •  Ho confrontato le parole chiave posizionate
    •  Ho analizzato il traffico organico stimato
    •  Ho esaminato la struttura dei backlink
    •  Ho individuato eventuali keyword di nicchia da sfruttare

    Strategia di contenuto e tono di comunicazione

    •  Ho analizzato i temi trattati nei blog/articoli
    •  Ho valutato la frequenza e qualità dei contenuti
    •  Ho definito il tono di voce utilizzato
    •  Ho osservato la presenza di call to action efficaci

    UX/UI e sito web

    •  Il sito è veloce e ottimizzato mobile
    •  La navigazione è chiara e intuitiva
    •  Il funnel (acquisto o contatto) è semplice e visibile
    •  Le informazioni chiave sono facili da trovare

    Social media e campagne

    •  Ho verificato su quali piattaforme social sono attivi
    •  Ho osservato i format utilizzati (reel, stories, live, post)
    •  Ho valutato il livello di engagement (like, commenti, condivisioni)
    •  Ho consultato la Meta Ads Library o strumenti simili per analizzare le campagne attive

    Reputazione online

    •  Ho letto le recensioni clienti
    •  Ho individuato punti di forza e debolezza secondo gli utenti
    •  Ho verificato eventuali strategie di fidelizzazione (newsletter, promozioni, customer care)

    Scarica la checklist gratuitamente

    FAQ sull’analisi della concorrenza

    1. Che cos’è l’analisi della concorrenza?
      È lo studio delle strategie e performance dei concorrenti per migliorare la propria.
    2. A cosa serve l’analisi della concorrenza?
      A prendere decisioni più informate e rafforzare la propria posizione sul mercato.
    3. Quali sono i principali strumenti per l’analisi competitors?
      SEOZoom, SEMrush, SimilarWeb, Google Trends, Ubersuggest.
    4. Come si identificano i competitors diretti e indiretti?
      Diretti vendono lo stesso prodotto al tuo target, indiretti intercettano il bisogno in modo diverso.
    5. Come fare un’analisi dei competitor efficace?
      Definisci gli obiettivi, raccogli dati affidabili e confrontali in modo strutturato.
    6. Qual è la differenza tra analisi di marketing tradizionale e digitale?
      Il digitale è basato su dati online (SEO, social, traffico), il tradizionale su canali fisici e relazionali.
    7. Cosa include un’analisi dei contenuti dei competitor?
      Frequenza, qualità, tono, formati, engagement.
    8. Quanto spesso va fatta l’analisi della concorrenza?
      Idealmente ogni trimestre o prima di lanciare nuovi progetti o campagne.
    9. Che modello utilizzare per l’analisi competitor?
      SWOT per analisi interna/esterna, 5 forze di Porter per analisi di mercato.
    10. Qual è il beneficio principale di un’analisi competitor ben fatta?
      Scoprire opportunità e migliorare la propria strategia prima degli altri.
  • Intelligenza artificiale e consumatori: come sta cambiando il processo d’acquisto

    Intelligenza artificiale e consumatori: come sta cambiando il processo d’acquisto

    L’intelligenza artificiale sta trasformando radicalmente il modo in cui i consumatori cercano informazioni, prendono decisioni e finalizzano i loro acquisti. Chatbotassistenti virtuali e motori di ricerca basati su IA stanno guadagnando sempre più terreno, offrendo esperienze personalizzate e riducendo i tempi di ricerca. Tuttavia, persistono sfide legate alla trasparenza, alla sicurezza dei dati e alla fiducia dei consumatori.

    Una recente ricerca dell’Osservatorio Italiano Commercio Elettronico PMI (OICE), presentata il 28 gennaio 2025 al Campus Luigi Einaudi di Torino, ha analizzato il crescente impatto dell’IA nel retail e nell’e-commerce, rivelando dati significativi su abitudini, preferenze e ostacoli ancora da superare.

    Come l’IA sta ridefinendo l’esperienza d’acquisto

    L’uso di strumenti basati su intelligenza artificiale ha modificato profondamente il comportamento dei consumatori. Oltre a facilitare la ricerca di informazioni, questi strumenti offrono assistenza personalizzata e supportano i clienti anche nella fase di post-acquisto. Tra i principali vantaggi emersi dallo studio OICE troviamo:

    • Migliore qualità delle risposte: Il 31,4% degli intervistati ritiene che i risultati forniti dagli strumenti di IAsiano più precisi rispetto a quelli dei motori di ricerca tradizionali.
    • Maggiore rapidità: Il 23% apprezza la velocità delle risposte, mentre il 20,9% valorizza la possibilità di ricevere informazioni dirette senza dover esplorare link esterni.
    • Esperienza omnicanale: Il 43,7% degli over 56 mostra una crescente propensione agli acquisti online, mentre il canale fisico mantiene una certa rilevanza tra i più giovani.

    Dai motori di ricerca agli assistenti virtuali: chi vince la sfida?

    L’indagine OICE ha evidenziato una netta prevalenza di Google, utilizzato dall’84,8% degli utenti per cercare informazioni sui prodotti. Tuttavia, stanno emergendo nuove soluzioni di intelligenza artificiale generativa, come ChatGPT-SearchGPT, utilizzato dal 35,6% degli intervistati, seguito da Gemini (14,3%) e Copilot (10,6%).

    Sebbene l’adozione di questi strumenti sia in crescita, il 35,1% degli utenti non ha ancora familiarità con l’uso di motori di ricerca basati su IA. Tra coloro che li utilizzano, il 41% lo fa almeno una volta a settimana, mentre il 15%li impiega quotidianamente.

    L’affidabilità dell’IA nei consigli d’acquisto

    Uno degli aspetti più discussi riguarda la fiducia nelle raccomandazioni fornite da chatbot e assistenti virtuali. Secondo i dati raccolti:

    • Il 37,9% degli utenti ritiene che i consigli siano affidabili solo a volte.
    • Il 24,9% li trova spesso utili, mentre il 20,3% li giudica affidabili raramente.
    • Il 12% non si fida mai delle raccomandazioni, a conferma di un margine di miglioramento per queste tecnologie.

    Questi risultati indicano che, sebbene l’IA possa migliorare l’esperienza d’acquisto, la sua efficacia dipende ancora dalla qualità degli algoritmi e dalla trasparenza nella gestione dei dati.

    Le sfide dell’intelligenza artificiale nel retail e nell’e-commerce

    L’integrazione tra strumenti tradizionali e tecnologie basate su IA è fondamentale per garantire un’esperienza d’acquisto equilibrata e soddisfacente. Tuttavia, persistono alcune criticità:

    • Accuratezza delle risposte: Il 30,5% degli utenti richiede risposte più precise e contestuali.
    • Gestione delle domande complesse: Il 25,2% chiede migliori funzionalità per richieste avanzate.
    • Maggiore attenzione alla privacy: Il 14% esprime preoccupazione per la sicurezza dei dati personali.

    Migliorare questi aspetti permetterà di rendere l’IA un supporto sempre più efficace per i consumatori, senza sacrificare trasparenza e fiducia.

    Il futuro dell’intelligenza artificiale nei consumi digitali

    L’IA sta diventando sempre più centrale nel settore dell’e-commerce, grazie a strumenti che semplificano il processo di acquisto e migliorano l’interazione con i clienti. Tuttavia, la tecnologia non ha ancora soppiantato completamente i canali tradizionali, bensì li integra in un modello omnicanale sempre più diffuso.

    Le aziende dovranno investire in soluzioni più intuitive, sicure e personalizzate, per garantire agli utenti un’esperienza di acquisto sempre più fluida e affidabile.

    Cosa ne pensi dell’impatto dell’IA sul commercio digitale? Lascia un commento qui sotto e condividi la tua opinione!

  • Banner web, cosa sono gli annunci pubblicitari sul web

    Banner web, cosa sono gli annunci pubblicitari sul web

    Indice

    Cos’è un banner web e perché sono importanti

    Un banner web è un formato grafico utilizzato per promuovere un prodotto o servizio su una pagina web. Si tratta di uno degli strumenti più comuni nella pubblicità online, integrato in campagne pubblicitarie per attirare l’attenzione degli utenti. Questi spazi visivi, che appaiono spesso in punti strategici di un sito web, sono progettati per aumentare il traffico o indirizzare i visitatori verso una landing page.

    La loro efficacia risiede nella combinazione di elementi grafici, testi accattivanti e una chiara call to action (CTA).

    Cliccando il banner si accede ad una pagina web definita landing page o pagina di atterraggio dove viene approfondita l’offerta dell’informazione, servizio o prodotto proposti attraverso il banner pubblicitario.

    Un banner ben progettato non solo migliora l’esperienza utente, ma offre anche un ritorno sull’investimento significativo quando inserito in spazi pubblicitari ben scelti.

    Esempio di banner testuale
    Esempio di banner testuale

    Molto più frequentemente visualizziamo banner formati da immagini come nell’esempio del popup di seguito:

    Esempio di banner immagine popup
    Esempio di banner immagine popup

     Nell’esempio di seguito si possono vedere addirittura tre banner di formati diversi.

    Esempio di banner pubblicitari
    Esempio di banner pubblicitari

    Le dimensioni dei banner per siti web

    Una delle prime cose da considerare quando si crea un banner è la scelta delle dimensioni. I banner pubblicitari possono assumere diversi formati, ma alcune dimensioni standard sono universalmente riconosciute per la loro efficacia:

    • 468 x 60: uno dei formati più classici, noto come “Full Banner”. Ideale per la parte superiore o inferiore di una pagina web.
    • 300 x 250: il “Medium Rectangle” è molto popolare su dispositivo mobile e desktop per la sua versatilità.
    • 728 x 90: noto come “Leaderboard”, si trova spesso in cima ai siti web.
    • 160 x 600: il “Wide Skyscraper” si adatta bene alle barre laterali.

    Questi formati sono ottimizzati per catturare l’attenzione senza interferire con la navigazione. Google Ads e altre piattaforme pubblicitarie raccomandano l’uso di queste dimensioni per massimizzare l’efficacia delle campagne pubblicitarie.

    In questo PDF pubblicato dalla IAB è possibile avere l’elenco di tutti i formati e pesi che i banner idealmente dovrebbero avere per essere usabili al meglio sui vari devices oltre ad altre specifiche tecniche che interessano i web marketer nell’impostazione visuale della propria campagna pubblicitaria.

    elenco formati banner pubblicitari IAB
    elenco formati banner pubblicitari IAB

    Come si può vedere da questa immagine i formati più utilizzati sono

    Billboard con dimensioni in pixel di 970×250

    Esempio di banner pubblicitario Billboard 970*250
    Esempio di banner per smartphone
    Esempio di banner per smartphone

    Leaderboard 728×90

    Era il banner più utilizzato in assoluto agli albori di internet e quasi obbligatoriamente veniva esposto nella parte alta del sito a destra del logo. Ancora oggi è utilizzato anche se meno frequentemente.

    Con le attuali risoluzioni degli schermi è molto più facile trovare un leaderboard a centro pagina.

    Ecco un esempio di leaderboard 728*90 proprio accanto al logo

    Esempio di banner pubblicitario di tipo Leaderboard
    Esempio di banner pubblicitario di tipo Leaderboard

    Super Leaderboard/ Pushdown 970×90

    Come il leaderboard ma più grande è il Pushdown con dimensioni di banner in pixel di 970 x 90

    Ecco un esempio:

    Esempio banner pubblicitario Pushdown
    Esempio banner pubblicitario Pushdown

    Portrait 300×1050

    E’ un banner spesso visibile nelle colonne laterali di una pagina web.

    Skyscraper 160×600

    Come il portrait è spesso visibile sulle barre laterali di un sito ma di dimensioni minori

    Nell esempio di seguito vediamo la coesistenza di due banner, uno portrait e uno skycraper

    Esempio di due banner pubblicitari portrait e skycraper
    Esempio di due banner pubblicitari portrait e skycraper

    Rettangolo medio (Medium Rectangle) 300×250

    Uno dei formati più usati in assoluto perché si adattano bene ad una colonna laterale di una pagina web ma anche nel corpo di un testo da scorrere in un telefonino.

    Esempio di banner rettangolo medio 300 x 250
    Esempio di banner rettangolo medio 300 x 250

    120×60

    E’ un banner piccolissimo che si adatta un po’ a tutti i devices anche se non viene spesso proposto proprio per la sua difficile leggibilità

    Mobile Phone Interstitial

    Questo tipo di banner si vede spesso sui telefonini. Sono quelle pubblicità Intestiziali che prendono tutto lo schermo quando per esempio aggiornate un app su un telefonino android cinese o semplicemente navigate in un sito web.

    Esempi di banner interstiziali per smartphone
    Esempi di banner interstiziali per smartphone

    Feature Phone Small Banner 120×20 – Feature Phone Medium Banner 168×28 – Feature Phone Large Banner 216×36

    Sono formati adatti per telefonini anche se non molto usati. A questi generalmente si preferiscono formati con maggiore altezza per una maggiore visibilità del messaggio pubblicitario.

    La dimensione banner delle immagini nei Social

    Anche se non sono veri e propri banner pubblicitari, le immagini dei social hanno dei formati obbligati per esprimere il meglio di sé.

    Per esempio per aggiornare un profilo facebook devi sapere che l’immagine ideale che possa racchiudere il tuo volto o il tuo logo deve avere dimensioni ben precise.

    Vediamo di seguito tutti i formati banner per i canali social

    Facebook

    • viene visualizzata con dimensioni pari a 176 x 176 pixel sui computer, 196 x 196 pixel sugli smartphone e 36 x 36 pixel sulla maggior parte dei feature phone;
    • copertina: 851×315 
    • post:Post formato orizzontale: 1200*630 pixel. Post formato verticale: 630*1200 pixel. Post formato quadrato: 1200*1200 pixel.
    • post su mobile: 618×618 
    • link condiviso: 377×197 
    • immagine condivisa: 403×504 

    Pinterest

    • Immagine del profilo: 165×165 px
    • Grandezza del: 238×284 px
    • Board pin: 238x
    • Pin nel feed: 238x (altezza scalata)
    • Pin ingrandito: 735x(pixels infiniti)

    Twitter

    • profilo: 400×400
    • intestazione: 1500×500
    • Immagine condivisa: 440×220

    Instagram

    • Immagine del profilo 320×320 
    • Massima risoluzione immagine: 2048×2048 
    • Foto scattate da dispositivo mobile: 612×612 

    LinkedIn

    • profilo quadrato : 268×268 
    • Immagine di copertina: 1128×191

    YouTube

    • copertina: 2560×1440
    • profilo 800 x 800
    • tablet: 1,855×423 
    • mobile: 1,546×423 
    • tv: 2,560×1,440 
    • desktop: 2,560×423

    Come creare un banner per siti web efficace

    Creare un banner richiede una strategia ben definita. Ecco alcuni aspetti da considerare:

    1. Grafica e testo accattivanti: un design pulito e un messaggio chiaro sono essenziali. Evita di sovraccaricare il banner pubblicitario web con troppe informazioni.
    2. Call to action ben visibile: frasi come “Scopri di più”, “Acquista ora” o “Inizia subito” devono essere evidenti.
    3. Adattabilità ai dispositivi mobili: un banner sito web deve essere ottimizzato per funzionare sia su desktop che su dispositivo mobile.
    4. Coerenza con il brand: utilizza colori, font e immagini che rispecchiano l’identità del tuo marchio.
    5. Monitoraggio e test: strumenti come Google Analytics possono aiutarti a capire quali banners web funzionano meglio e come ottimizzarli.

    Un esempio pratico potrebbe essere un banner pubblicitario web che promuove un prodotto o servizio in offerta, con una CTA diretta come “Risparmia il 20% ora!”.

    Dove pubblicare i banner pubblicitari

    La scelta degli spazi per la pubblicazione online dei banner è fondamentale per il successo delle campagne pubblicitarie. Alcuni dei luoghi più efficaci includono:

    • Siti web di settore: posizionare il tuo banner per siti web su piattaforme che condividono il tuo target può portare a risultati migliori.
    • Social media: i banner visivi sono particolarmente efficaci su piattaforme come Facebook e Instagram.
    • Reti pubblicitarie come Google Ads: queste consentono di raggiungere un pubblico ampio e targettizzato.

    Ogni piattaforma ha i suoi requisiti tecnici, quindi è essenziale verificare che il tuo banner pubblicitario rispetti le specifiche richieste.

    I vantaggi dei banners web nelle strategie di marketing

    L’uso dei banners web offre una serie di vantaggi per le aziende. Non solo consentono di aumentare il traffico verso il tuo sito, ma possono avere un impatto diretto sulle vendite e sulla notorietà del marchio.

    Quando ben posizionati e ottimizzati, i banner pubblicitari possono:

    • Attrarre l’attenzione di nuovi utenti.
    • Rafforzare l’identità visiva del marchio.
    • Stimolare l’interazione con un prodotto o servizio specifico.

    Investire in spazi pubblicitari strategici e in design di qualità può fare la differenza tra una campagna efficace e una che passa inosservata.

     

  • Search Engine Marketing: definizione e caratteristiche

    Search Engine Marketing: definizione e caratteristiche

    Il mondo del marketing è in costante evoluzione, e con l’avvento della tecnologia digitale, il Search Engine Marketing (SEM) è diventato una delle componenti più importanti per il successo online.

    Ma cosa si intende esattamente con “Search Engine Marketing,” e quali sono le sue caratteristiche chiave?

    Indice

    Search Engine Marketing: definizione e caratteristiche

    Il search engine marketing (abbreviato come SEM) è uno dei pilastri fondamentali del digital marketing, progettato per aumentare la visibilità di un sito web nei motori di ricerca attraverso una combinazione di strategie SEO e SEA (search engine advertising). A differenza della SEO, che si concentra sul miglioramento del posizionamento organico, il SEM include anche tattiche di pay per click (PPC), dove le aziende pagano per apparire nei primi risultati delle pagine di ricerca.

    Il SEM (acronimo di search engine marketing) è essenziale per ogni azienda che voglia crescere nel panorama online. Attraverso il SEM, si può generare traffico immediato verso un sito e ottenere risultati misurabili in termini di vendite e lead. Con un uso appropriato delle parole chiave, il search engine marketing permette alle aziende di entrare in contatto con potenziali clienti proprio mentre questi cercano attivamente informazioni, prodotti o servizi online.

    Cos’è il search engine marketing e le sue caratteristiche

    Cos’è il search engine marketing? Il SEM è un insieme di strategie e tattiche di marketing online orientate a migliorare la visibilità di un sito su motori di ricerca come Google. Questo obiettivo può essere raggiunto attraverso campagne a pagamento (PPC) e ottimizzazioni organiche (SEO). In pratica, le aziende utilizzano il SEM per aumentare il traffico verso il proprio sito, indirizzando gli utenti in cerca di un prodotto o servizio specifico verso le proprie pagine web.

    Quali sono le caratteristiche del search engine marketing? Le caratteristiche principali del search engine marketing sono la rapidità e l’efficacia. Con il SEM, le aziende possono ottenere visibilità immediata e raggiungere il pubblico di riferimento nel momento giusto. Tuttavia, una campagna di SEM ben strutturata richiede una selezione accurata delle parole chiave, la progettazione di landing page ottimizzate e un monitoraggio costante delle metriche.

    Come lavora il search engine marketing

    Il search engine marketing lavora su due livelli: SEO e SEA. La SEO (Search Engine Optimization) si concentra sul miglioramento della visibilità organica, puntando a ottenere posizioni elevate nei risultati di ricerca senza investimenti diretti in pubblicità. La SEO richiede tempo e competenze specifiche per l’ottimizzazione dei contenuti, ma garantisce risultati duraturi.

    Il SEA, invece, comprende tutte le attività di pay per click (PPC). In questo caso, gli annunci vengono mostrati nella parte alta della pagina dei risultati, offrendo alle aziende una visibilità immediata. I motori di ricerca consentono di acquistare visibilità per parole chiave specifiche, garantendo che l’annuncio sia mostrato solo a un pubblico target in cerca di un prodotto o servizio pertinente.

    Differenze tra SEM e search engine marketing optimization

    Il search engine marketing (SEM) è spesso confuso con la search engine optimization (SEO). La SEO è una componente del SEM e si concentra su tecniche organiche che mirano a migliorare il posizionamento dei contenuti di un sito. La SEO lavora su aspetti come la qualità dei contenuti, l’ottimizzazione dei tag e la velocità del sito.

    Il SEM, al contrario, integra la SEO con la pubblicità a pagamento (SEA). La differenza tra SEO e SEM è quindi netta: la SEO riguarda il posizionamento organico e a lungo termine, mentre il SEM include anche strategie di pagamento per ottenere risultati immediati. Da non confondere con il search engine marketing optimization, che è una fase del SEM dedicata all’ottimizzazione delle campagne pubblicitarie.

    Differenza tra marketing e search engine marketing

    La differenza tra marketing tradizionale e search engine marketing è significativa. Il marketing tradizionale si concentra sulla pubblicità offline attraverso media come televisione, radio e stampa, mentre il SEM si basa esclusivamente su piattaforme online, sfruttando i motori di ricerca per indirizzare il traffico verso le pagine web.

    Il SEM offre vantaggi unici rispetto al marketing tradizionale, come la possibilità di misurare precisamente il rendimento delle campagne e di ottimizzare le strategie in tempo reale. Inoltre, le campagne SEM permettono di raggiungere il pubblico target con grande precisione, mostrando gli annunci solo a chi ha espresso interesse per un certo tipo di prodotto o servizio.

    Esempi di search engine marketing e strategie di successo con Dopstart

    Quando si parla di esempi di search engine marketing applicati con successo, Dopstart è un ottimo punto di riferimento. Questo provider di servizi di digital marketing offre un supporto completo e personalizzato alle aziende che desiderano massimizzare la propria visibilità online attraverso strategie SEM efficaci. Le soluzioni di Dopstart puntano a migliorare il posizionamento sia con SEO che con campagne a pagamento (SEA), garantendo risultati misurabili e un elevato ritorno sull’investimento (ROI). Vediamo alcune delle loro strategie più efficaci.

    1. Campagne pay per click (PPC) su misura

    Una delle strategie di search engine marketing che Dopstart implementa con successo è il pay per click (PPC). Grazie a un approccio dettagliato, Dopstart analizza le parole chiave più rilevanti per il settore e per il pubblico specifico di ciascun cliente, impostando campagne su Google Ads e Bing Ads per ottenere una visibilità immediata nelle pagine dei risultati dei motori di ricerca. Con il PPC, le aziende riescono a generare traffico di qualità verso le loro pagine web, coinvolgendo potenziali clienti al momento giusto.

    Un esempio pratico è quello di una piccola azienda di e-commerce che ha collaborato con Dopstart per lanciare una campagna PPC durante il periodo natalizio. Dopstart ha identificato parole chiave ad alto volume e focalizzate su prodotti specifici, aumentando le conversioni e migliorando il traffico verso il sito del cliente, soprattutto nelle pagine dedicate ai prodotti di punta.

    2. Retargeting per incrementare le conversioni

    Dopstart utilizza anche il retargeting come parte della strategia di search engine marketing per migliorare i risultati delle campagne e incentivare le conversioni. Questa tecnica permette di indirizzare annunci a quegli utenti che hanno visitato il sito del cliente senza però completare un’azione, come l’acquisto o la registrazione. Attraverso campagne di retargeting, Dopstart crea un ciclo continuo di coinvolgimento con il pubblico, ricordando loro l’importanza del prodotto o servizio che avevano precedentemente visualizzato.

    Ad esempio, un’azienda che si occupa di viaggi ha aumentato le prenotazioni dei pacchetti vacanza grazie a Dopstart, che ha impostato una campagna di retargeting mirata sugli utenti che avevano abbandonato la pagina di acquisto. Grazie a questo metodo, sono riusciti a generare traffico qualificato verso le pagine di conversione, aumentando i tassi di completamento delle vendite.

    3. Ottimizzazione SEO integrata con campagne SEM

    Un aspetto importante del search engine marketing di Dopstart è la combinazione di SEO e SEM. Integrare il posizionamento organico con le campagne a pagamento è una tecnica che aiuta a migliorare il posizionamento del sito web in modo complessivo, ottenendo così sia risultati immediati che benefici a lungo termine.

    Dopstart adotta una strategia SEO orientata all’ottimizzazione delle parole chiave, migliorando la qualità dei contenuti e ottimizzando i tag meta e le descrizioni delle pagine. Questa base SEO favorisce un posizionamento organico migliore, mentre la parte di SEM assicura una visibilità immediata grazie agli annunci PPC. Un cliente nel settore delle tecnologie ha visto un incremento significativo del traffico organico e delle conversioni, grazie a un piano di SEM integrato che ha portato il sito nelle prime posizioni dei risultati di ricerca in modo stabile e duraturo.

    4. Creazione di landing page ottimizzate

    Per una campagna di search engine marketing di successo, le landing page devono essere ottimizzate per le parole chiave e allineate all’intento di ricerca degli utenti. Dopstart offre ai propri clienti un servizio di creazione e ottimizzazione delle landing page, progettate per massimizzare le conversioni. Queste pagine web sono costruite per attrarre immediatamente l’attenzione degli utenti, mantenendoli coinvolti e conducendoli all’azione desiderata, come l’iscrizione a una newsletter o l’acquisto di un prodotto.

    Un caso di successo è stato quello di una società di formazione online che ha collaborato con Dopstart per lanciare una campagna mirata a promuovere un nuovo corso. Dopstart ha creato una landing page focalizzata sulle parole chiave rilevanti e con un design che favorisse le conversioni. Il risultato è stato un incremento significativo delle registrazioni al corso, dimostrando l’efficacia della sinergia tra SEM e ottimizzazione delle pagine.

    5. Analisi e ottimizzazione continua delle campagne SEM

    Dopstart non si limita a lanciare le campagne SEM: il team monitora costantemente le prestazioni e implementa aggiustamenti regolari per migliorare il rendimento. Questo approccio di ottimizzazione continua garantisce che le campagne restino rilevanti e competitive, mantenendo elevato il ritorno sugli investimenti. Gli specialisti Dopstart analizzano le metriche chiave, come il costo per clic, il tasso di conversione e il traffico generato, per apportare miglioramenti strategici alle campagne.

    Ad esempio, un cliente nel settore della moda ha ottenuto ottimi risultati grazie a questa metodologia. Inizialmente, le campagne PPC erano settate con parole chiave generiche, ma attraverso l’analisi dei dati Dopstart ha identificato nuove parole chiave a coda lunga che hanno ridotto i costi e aumentato il tasso di conversione.

    Per concludere…

    Le strategie di search engine marketing offerte da Dopstart rappresentano un modello di successo nel settore del digital marketing. Grazie a un approccio personalizzato, una combinazione di tecniche SEO e SEA e un monitoraggio costante delle campagne, Dopstart è in grado di ottenere risultati misurabili e migliorare il posizionamento di qualsiasi azienda sui motori di ricerca. Dalla creazione di campagne PPC su misura, al retargeting e all’ottimizzazione delle landing page, le soluzioni SEM di Dopstart aiutano le aziende a generare traffico qualificato e a consolidare la propria presenza online.

    Se posso esserti utile contattami e chiedimi una consulenza di search engine marketing.

    Domande e risposte

    1. Cos’è il Search Engine Marketing (SEM)?

    Il Search Engine Marketing (SEM) è un insieme di strategie che mirano ad aumentare la visibilità di un sito web sui motori di ricerca, combinando ottimizzazione organica (SEO) e pubblicità a pagamento (SEA).

    2. Qual è la differenza tra SEM e SEO?

    La SEO (Search Engine Optimization) punta a migliorare il posizionamento organico di un sito web, mentre il SEM include anche strategie a pagamento, come le campagne PPC, per ottenere visibilità immediata nei risultati di ricerca.

    3. Come funzionano le campagne PPC nel SEM?

    Le campagne PPC (Pay Per Click) permettono alle aziende di pagare per apparire nei primi risultati dei motori di ricerca. Gli annunci vengono mostrati in base alle parole chiave selezionate e l’azienda paga solo quando un utente clicca sull’annuncio.

    4. Quali sono i vantaggi del Search Engine Marketing?

    Il SEM offre visibilità immediata, targeting preciso, misurabilità dei risultati e un rapido ritorno sull’investimento (ROI), permettendo di intercettare utenti interessati a prodotti o servizi specifici.

    5. Qual è la differenza tra SEM e marketing tradizionale?

    Il marketing tradizionale utilizza mezzi offline come TV, radio e stampa, mentre il SEM si basa esclusivamente su piattaforme digitali e sui motori di ricerca per raggiungere il pubblico target in modo mirato.

    6. Come scegliere le parole chiave giuste per una campagna SEM?

    La scelta delle parole chiave si basa su analisi di ricerca, volume di traffico, intento di ricerca degli utenti e competitività. Strumenti come Google Keyword Planner possono aiutare a individuare le parole chiave più efficaci.

    7. Che ruolo ha il retargeting nel SEM?

    Il retargeting è una tecnica che permette di mostrare annunci agli utenti che hanno già visitato un sito ma non hanno completato un’azione (es. acquisto o iscrizione), aumentando le probabilità di conversione.

    8. Quanto costa fare Search Engine Marketing?

    Il costo del SEM varia in base alle parole chiave scelte, alla concorrenza e al budget impostato per le campagne PPC. È possibile controllare le spese stabilendo un budget giornaliero e ottimizzando le campagne in base ai risultati.

    9. In quanto tempo si vedono i risultati di una campagna SEM?

    I risultati di una campagna SEM sono immediati rispetto alla SEO. Le campagne PPC, ad esempio, iniziano a generare traffico non appena vengono attivate, mentre la SEO richiede più tempo per portare benefici duraturi.

    10. Come posso migliorare le prestazioni delle mie campagne SEM?

    Monitorare costantemente le metriche di performance (CTR, conversioni, CPC), ottimizzare le parole chiave, migliorare le landing page e testare diversi annunci aiuta a massimizzare l’efficacia di una campagna SEM.

  • L’evoluzione della pubblicità online: una guida completa

    L’evoluzione della pubblicità online: una guida completa

    La pubblicità online ha rivoluzionato il modo in cui le aziende raggiungono e interagiscono con il proprio pubblico. Da semplici banner pubblicitari ai complessi algoritmi di targeting basati sull’intelligenza artificiale, la pubblicità online è diventata uno strumento indispensabile per il successo nel mercato digitale di oggi.

    Le origini della pubblicità online

    • Banner pubblicitari: I primi passi della pubblicità online possono essere rintracciati ai banner pubblicitari. Questi elementi visivi sono stati tra i primi strumenti utilizzati per catturare l’attenzione degli utenti su internet.
    • Email marketing: Poco dopo l’avvento dei banner, l’email marketing ha iniziato a guadagnare popolarità come mezzo per raggiungere direttamente i clienti attraverso le loro caselle di posta elettronica.
    • Search Engine Marketing (SEM): Con l’ascesa dei motori di ricerca, il SEM è diventato un metodo fondamentale per aumentare la visibilità online attraverso annunci pubblicitari e ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO).
    • Social media marketing: L’emergere dei social media ha aperto nuove frontiere per la pubblicità online, consentendo alle aziende di interagire con il loro pubblico in modi più diretti e personalizzati.

    L’era dei dati e della personalizzazione

    • Targeting comportamentale: La capacità di segmentare gli utenti in base al loro comportamento online ha portato a campagne pubblicitarie altamente personalizzate.
    • Analisi dei dati: L’uso avanzato dell’analisi dei dati ha permesso alle aziende di ottimizzare le loro strategie pubblicitarie e migliorare il ROI.
    • Personalizzazione delle campagne: La personalizzazione è diventata la norma, con annunci su misura che rispondono agli interessi specifici degli utenti.
    • Retargeting: Questa tecnica consente di rivolgersi nuovamente agli utenti che hanno già interagito con un marchio, aumentando così le possibilità di conversione.

    Innovazioni tecnologiche e nuovi formati

    • Pubblicità mobile: Con l’aumento dell’uso dei dispositivi mobili, la pubblicità mobile è diventata cruciale per raggiungere il pubblico ovunque si trovi.
    • Video advertising: Il contenuto video ha visto un’esplosione in popolarità, diventando uno dei formati più efficaci per coinvolgere il pubblico.
    • Realtà aumentata (AR) e virtuale (VR): Queste tecnologie innovative stanno iniziando a essere sfruttate per creare esperienze pubblicitarie immersive.
    • Programmatic advertising: L’automazione delle campagne pubblicitarie attraverso l’acquisto programmatico ha reso la pubblicità online più efficiente e mirata.

    Le sfide della pubblicità online

    • Normative sulla privacy: L’introduzione di leggi sulla privacy come il GDPR ha imposto nuove sfide nella raccolta e nell’uso dei dati degli utenti.
    • Ad fraud e sicurezza dei brand: La lotta contro la frode pubblicitaria e la protezione dell’immagine del brand sono diventate priorità.
    • Saturazione del mercato: Con l’aumento della concorrenza, diventa sempre più difficile emergere nel mare di contenuti online.
    • Etica e trasparenza: Le aziende sono sempre più chiamate a dimostrare trasparenza ed etica nelle loro pratiche pubblicitarie.

    Strategie efficaci per farsi pubblicità online

    • SEO e contenuti di valore: Creare contenuti ottimizzati per i motori di ricerca che siano anche di alto valore per il pubblico target.
    • Social media: Sfruttare i social media per costruire una community attorno al proprio marchio e promuovere contenuti in modo organico e tramite campagne a pagamento.
    • PPC mirato: Utilizzare il pay-per-click per posizionarsi in cima ai risultati di ricerca e attrarre traffico qualificato al proprio sito web.
    • Email marketing personalizzato: Segmentare l’audience e personalizzare le comunicazioni per aumentare l’engagement e le conversioni.
    • Influencer marketing: Collaborare con influencer che possano promuovere il marchio autenticamente al loro pubblico.
    • Analisi e ottimizzazione: Monitorare costantemente le performance delle campagne pubblicitarie per ottimizzarle e migliorarne l’efficacia.

    Il futuro della pubblicità online

    • Intelligenza artificiale e machine learning: Queste tecnologie continueranno a rivoluzionare il targeting e la personalizzazione delle campagne pubblicitarie.
    • Blockchain: Potrebbe offrire nuove soluzioni per la trasparenza e la lotta contro la frode pubblicitaria.
    • Evoluzione dei social media: I cambiamenti nelle piattaforme sociali influenzeranno le strategie dei social ads.
    • IoT e pubblicità contestuale: L’Internet delle cose aprirà nuove opportunità per inserire pubblicità in contesti sempre più specifici e personalizzati.

    Conclusione

    L’evoluzione della pubblicità online è un viaggio costante verso maggiore efficienza, personalizzazione e innovazione. Le aziende che riescono a sfruttare queste tendenze, affrontando al contempo le sfide etiche e di privacy, saranno quelle che prospereranno nel panorama digitale del futuro.

    FAQs

    1. Cos’è la pubblicità online? La pubblicità online, o pubblicità digitale, è il processo di utilizzo di piattaforme internet per promuovere prodotti, servizi o marchi al fine di raggiungere il pubblico target attraverso vari formati digitali.
    2. Quali sono i vantaggi della pubblicità online? Offre miriadi di vantaggi, tra cui la capacità di raggiungere un pubblico globale, la personalizzazione delle campagne, misurazioni accurate del ROI e flessibilità nei formati pubblicitari.
    3. Come posso ottimizzare le mie campagne pubblicitarie online? Attraverso l’uso di SEO, targeting preciso, analisi delle prestazioni, test A/B e ottimizzazione continua delle campagne.
    4. Qual è il ruolo dei dati nella pubblicità online? I dati consentono un targeting più preciso, la personalizzazione delle campagne e una misurazione accurata dell’efficacia delle campagne pubblicitarie.
    5. Come affrontare le sfide della privacy nella pubblicità online? Rispettando rigorosamente le normative sulla privacy, utilizzando dati in modo etico e trasparente e investendo in tecnologie che proteggono la privacy degli utenti.
    6. Quali sono le tendenze future della pubblicità online? L’integrazione avanzata di AI e machine learning, l’uso della blockchain, l’evoluzione dei social media e l’espansione della pubblicità contestuale tramite IoT.
    7. Come farsi pubblicità online in modo efficace? Creando contenuti di valore, sfruttando i social media, implementando campagne PPC mirate, personalizzando l’email marketing, collaborando con influencer e analizzando costantemente i dati per ottimizzare le strategie.
  • Come promuovere un Bed & Breakfast a Pompei?

    Come promuovere un Bed & Breakfast a Pompei?

    Nei giorni scorsi un vecchio amico mi ha detto che sta aprendo un B&B a Pompei (Napoli). La città è notoriamente piena di turisti grazie agli Scavi e al Santuario mariano e dunque sembra già di per sé essere un buon business.

    Tuttavia la concorrenza sembra spietata e sembra decisivo emergere sul web per poter vendere le camere tutto l’anno.

    Ecco di seguito una bozza di piano di digital marketing con i punti che attenzionerei sperando di fare cosa utile ad altri lettori di questo articolo.

    Il Digital Marketing per il B&B a Pompei

    Creare un piano di digital marketing efficace per un bed & breakfast a Pompei richiede un’approccio strategico mirato a valorizzare l’unicità dell’ospitalità offerta, sfruttando la ricca storia e cultura dell’area.

    1. Analisi del mercato e della concorrenza

    • Per prima cosa cercherei di identificare per bene il target di riferimento (turisti culturali, famiglie, coppie, viaggiatori singoli).
    • Farei una analisi dei principali competitor nella zona di Pompei, con focus su servizi offerti, pricing, e strategie di marketing (ovviamente con le limitazioni imposte dal cliente)

    2. Definizione degli obiettivi

    Gli obiettivi che mi porrei sono i seguenti:

    • Aumentare la visibilità online del bed & breakfast.
    • Incrementare le prenotazioni dirette attraverso il sito web.
    • Migliorare l’engagement con i potenziali ospiti sui social media.
    • Costruire una solida reputazione online con recensioni positive.

    3. Ottimizzazione del sito web (SEO)

    Dopo aver realizzato un sito per il bed & breakfast bisogna ottimizzarlo.

    Dal punto di vista SEO mi muoverei non tanto Local SEO perché i turisti arrivano da lontano, a volte anche da molto, molto lontano. Dunque focalizzerei su un piano seo internazionale considerando tra l’atro:

    • Creazione di contenuti SEO-friendly che mettano in evidenza la storia, la cultura e le attrazioni di Pompei.
    • Ottimizzazione per dispositivi mobili e velocità di caricamento.
    • Implementazione di un sistema di prenotazione online facile e veloce.

    4. Content marketing

    • Blog posts che raccontino storie interessanti su Pompei e dintorni, consigli di viaggio, eventi locali.
    • Guide pratiche su come sfruttare al meglio la visita a Pompei.
    • Contenuti visivi (foto e video) che mostrino le camere, la colazione, e le esperienze uniche offerte dal B&B.

    5. Social media marketing

    • Utilizzo di Instagram e Facebook per condividere contenuti visivi stimolanti, storie degli ospiti, e promozioni speciali.
    • Campagne hashtag per incoraggiare la condivisione di esperienze da parte degli ospiti.
    • Collaborazioni con influencer locali o del settore viaggi.

    6. Email marketing

    • Sviluppo di una newsletter per aggiornare gli ospiti su eventi, offerte speciali e nuovi servizi.
    • Campagne email mirate per promuovere offerte stagionali o last minute.

    7. Gestione delle recensioni online

    • Strategie per incoraggiare gli ospiti a lasciare recensioni positive su piattaforme come TripAdvisor, Google My Business, e Booking.com.
    • Risposte tempestive e costruttive a tutte le recensioni, positive e negative.

    8. Campagne pubblicitarie online

    • Campagne Google Ads mirate a parole chiave rilevanti per attrarre traffico qualificato.
    • Utilizzo di Facebook Ads per targetizzare geograficamente e demograficamente gli annunci.

    9. Partnership e collaborazioni locali

    • Collaborazione con attività turistiche locali (musei, guide turistiche, ristoranti) per creare pacchetti offerta.
    • Partecipazione a eventi locali per aumentare la visibilità.

    10. Monitoraggio e analisi

    • Uso di Google Analytics per tracciare le visite al sito e valutare l’efficacia delle campagne.
    • Analisi periodica dei dati di prenotazione per ottimizzare le strategie.

    Domande frequenti (FAQs) da inserire nel sito

    • Consigli per chi visita Pompei per la prima volta.
    • Come raggiungere il bed & breakfast dai principali punti di ingresso.
    • Informazioni su pacchetti e offerte speciali per soggiorni prolungati.
  • Google aggiorna le politiche di AdMob e AdSense: nuova politica per gli “Eventi Sensibili”

    Google aggiorna le politiche di AdMob e AdSense: nuova politica per gli “Eventi Sensibili”

    Google ha annunciato l’implementazione di una nuova politica mirata a potenziare la sua capacità di fornire informazioni di alta qualità e pertinenti durante gli “Eventi Sensibili“.

    A partire da febbraio, Google introdurrà una nuova politica denominata “Eventi Sensibili” nelle linee guida di AdMob e AdSense.

    Perché è Importante. La non conformità alle politiche senza l’approvazione di Google potrebbe portare alla disabilitazione degli annunci sul tuo sito e alla disattivazione del tuo account AdSense.

    Ma cosa si intende per “Evento Sensibile”? Si tratta di una situazione imprevista che rappresenta un rischio significativo per la capacità di Google di:

    • Fornire informazioni di alta qualità, pertinenti e accurate.
    • Ridurre contenuti inappropriati nelle funzioni chiave e monetizzate.

    Esempi di eventi sensibili. Gli Eventi Sensibili comprendono situazioni con impatti sociali, culturali o politici significativi, come:

    • Emergenze civili.
    • Catastrofi naturali.
    • Emergenze sanitarie pubbliche.
    • Terrorismo e attività correlate.
    • Conflitti.
    • Atti di violenza di massa.

    Contenuto vietato. Google ha pubblicato un elenco non esaustivo che spiega il tipo di materiale che vieta durante gli Eventi Sensibili, tra cui:

    • Prodotti o servizi che sfruttano, minimizzano o giustificano l’Evento Sensibile, compreso l’aumento dei prezzi o l’inflazione artificiale che impedisce/restringe l’accesso a forniture vitali; vendita di prodotti o servizi insufficienti per la domanda durante un evento sensibile.
    • L’uso di parole chiave legate a un evento sensibile per cercare di generare traffico aggiuntivo.
    • Affermazioni che le vittime di un evento sensibile sono responsabili della propria tragedia o situazioni simili di biasimare le vittime; affermazioni che le vittime di un evento sensibile non meritano rimedio o sostegno; affermazioni che le vittime di determinati paesi sono responsabili o meritevoli di una crisi globale della salute pubblica.

    Cosa cambierà. Da ora in poi, Google intraprenderà azioni per affrontare i rischi che sorgono durante gli Eventi Sensibili al fine di migliorare la sua capacità di fornire informazioni di alta qualità e veritiere.

    Tuttavia, le azioni specifiche sono ancora da confermare.

  • Boom delle Ricerche Online: “Buy Bitcoin” in Aumento dell’826% nel Regno Unito

    Boom delle Ricerche Online: “Buy Bitcoin” in Aumento dell’826% nel Regno Unito

    Negli ultimi tempi, l’interesse globale per l’acquisto di Bitcoin ha conosciuto un’incredibile crescita, trainato da un notevole rialzo dei prezzi di BTC. Le ricerche effettuate su Google legate all’acquisizione di Bitcoin hanno fatto registrare un incremento a livello mondiale, con il Regno Unito in testa alla classifica, con un impressionante aumento dell’826% in soli sette giorni.

    Secondo quanto riportato da Cryptogambling.tv, il termine di ricerca “Buy Bitcoin” ha sperimentato una crescita straordinaria in Regno Unito nell’ultima settimana. Questa impennata nella domanda, insieme alla risurrezione delle criptovalute, evidenzia il crescente interesse e il possibile impatto dell’coinvolgimento delle istituzioni finanziarie tradizionali nell’ambito delle risorse digitali, ha dichiarato un portavoce di Cryptogambling.tv.

    Sebbene il Regno Unito abbia dominato le ricerche, l’entusiasmo per l’acquisto di Bitcoin si è diffuso a livello globale, con utenti di tutto il mondo che manifestano un crescente interesse.

    Secondo i dati di Google Trends, le ricerche negli Stati Uniti riguardanti l’acquisto di Bitcoin hanno visto una crescita superiore al 250%, mentre le ricerche più specifiche, come “Posso comprare Bitcoin su Fidelity?”, hanno conosciuto un sorprendente aumento del 3.100% nell’ultima settimana.

    bitcoin su Google Trends
    bitcoin su Google Trends

    Ulteriori dati mostrano che il termine di ricerca “È un buon momento per acquistare Bitcoin?” ha registrato un incremento del 110% a livello globale nell’ultima settimana. Inoltre, le ricerche relative al “BlackRock Bitcoin ETF” sono aumentate del 250%, rivelando un crescente entusiasmo per informazioni riguardanti il fondo negoziato in borsa (ETF) Bitcoin di BlackRock, attualmente in fase di approvazione.

    Questo improvviso aumento di interesse avviene in concomitanza con un notevole rialzo del prezzo di Bitcoin nelle ultime due settimane, quando la criptovaluta ha momentaneamente superato i 35.000 dollari il 24 ottobre, toccando quota che non si vedeva da maggio 2022.

    L’entusiasmo sembra essere direttamente collegato all’approvazione di un ETF Bitcoin spot, un evento che molti esperti ritengono possa innescare una nuova ondata di investimenti da parte delle istituzioni finanziarie.

    Gli analisti senior dell’ETF, Eric Balchunas e James Seyffart, stimano che c’è una probabilità del 90% che l’approvazione avvenga entro il 10 gennaio 2024, alimentando ulteriormente le speranze dei sostenitori delle criptovalute.

    L’interesse crescente per l’acquisto di Bitcoin suggerisce che le criptovalute stanno guadagnando terreno nel settore finanziario e potrebbero continuare a prosperare, mantenendo alta l’attenzione di investitori e appassionati.

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