Il phishing si fa vocale e ti ruba l’identità digitale
L’evoluzione dell’ingegneria sociale: dalle email ai finti operatori Google, il nuovo volto del cybercrime mette a rischio milioni di account Gmail
Negli ultimi mesi, un’ondata di attacchi informatici ha preso di mira Gmail, sfruttando una variante del phishing particolarmente subdola: il phishing vocale. L’attacco non si limita più all’invio di email false, ma combina messaggi sofisticati e telefonate da falsi tecnici Google, al fine di convincere l’utente a cedere informazioni critiche per la sicurezza del proprio account.
L’obiettivo finale è ottenere il codice di verifica a due fattori (2FA), cioè quel secondo livello di protezione oggi indispensabile per bloccare accessi non autorizzati.
La dinamica è ben congegnata, studiata appositamente per colpire anche gli utenti più esperti. La sequenza si articola in più fasi:
La vittima, credendo di essere stata salvata da un attacco, si accorge troppo tardi di essere stata manipolata con tecniche di ingegneria sociale.
Uno dei fattori più insidiosi di questo tipo di attacco è la fiducia riposta nel brand Google. L’utente medio è portato a credere che un’email con logo, colori e struttura simile a quella ufficiale sia autentica. Se poi arriva anche una telefonata di “conferma”, l’effetto persuasivo diventa quasi inevitabile.
L’intervento vocale, infatti, riduce drasticamente il tempo di riflessione e aumenta la pressione emotiva. Il truffatore, con tono professionale e sicurezza, spinge l’utente a cedere il codice in tempo reale, facendogli credere che ogni secondo possa essere cruciale per “salvare l’account”.
Google, interpellata da diversi utenti, ha risposto con fermezza:
“Si tratta di una truffa nota, che colpisce un numero limitato di utenti. Non abbiamo prove che sia un attacco su larga scala, ma abbiamo rafforzato le nostre difese. Google non contatterà mai gli utenti per telefono per richiedere codici di verifica o dati personali.”
Inoltre, tramite il portavoce Ross Richendrfer, Google consiglia l’uso di tecnologie anti-phishing più robuste, come le passkey o le chiavi di sicurezza fisiche, dispositivi hardware che autorizzano l’accesso senza dover digitare codici vulnerabili al social engineering.
Se l’account è stato violato, c’è una finestra temporale di 7 giorni entro la quale è ancora possibile ripristinarlo, a condizione che:
In questi 7 giorni, anche se l’hacker ha già modificato le impostazioni, è ancora possibile ripristinare l’accesso tramite i dati di recupero originari.
Per evitare di cadere vittima di questa e altre truffe, ecco le best practice raccomandate:
Secondo fonti interne, il phishing vocale non è ancora diffuso come le tradizionali email-truffa, ma è in rapido aumento. La combinazione tra realismo grafico e coinvolgimento umano diretto lo rende estremamente efficace, soprattutto per utenti non particolarmente esperti o sotto stress.
Google sta attivamente monitorando la situazione e ha già sospeso numerosi account compromessi coinvolti nell’abuso dei propri servizi.
La truffa del finto supporto tecnico Google è l’ennesima evoluzione dell’ingegneria sociale in ambito digitale. Puntando sulla fiducia e sulla paura, riesce a superare molte delle barriere tradizionali della sicurezza.
La difesa? Sta nell’educazione informatica, nella prevenzione tecnologica e nella consapevolezza che, quando si tratta di sicurezza, l’unico vero esperto del tuo account sei tu.
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