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(altro…)Anno: 2025
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Come scrivere la pagina “Chi siamo” perfetta
La pagina “Chi Siamo” è tra le più visitate di un sito web e spesso decisiva per convincere i potenziali clienti a fidarsi di un marchio, di un negozio online o di un servizio. Non si tratta solo di raccontare chi sei, ma di raccontare la tua storia in modo autentico, emozionante e strategico.
In questo articolo ti spieghiamo come scrivere la pagina Chi Siamo perfetta, con esempi concreti e consigli su elementi visivi, tono di voce, struttura e call to action. Il tuo obiettivo? Creare una narrazione che crea un legame con il lettore e mette in evidenza la tua identità.
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Gmail e il raggiro del finto supporto tecnico
Il phishing si fa vocale e ti ruba l’identità digitale
L’evoluzione dell’ingegneria sociale: dalle email ai finti operatori Google, il nuovo volto del cybercrime mette a rischio milioni di account Gmail
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APT41: quando lo spionaggio diventa business
Il gruppo hacker cinese che trasforma ogni vulnerabilità in un’opportunità di attacco
APT41 si distingue non solo per la sua longevità, ma per la capacità unica di fondere spionaggio di Stato e cybercrime a fini di lucro. Questa entità fluida, nota anche con i nomi di Wicked Panda, Earth Baku o Bronze Atlas, rappresenta una nuova forma di minaccia: quella dei gruppi ibridi, sponsorizzati da un governo ma con la libertà operativa di una gang criminale.
Doppia faccia: intelligence e guadagno
APT41 non è solo un braccio operativo della cybersicurezza cinese: è anche una macchina perfetta per monetizzare vulnerabilità e dati rubati. In grado di muoversi con agilità tra il cyberspazio statale e quello underground, ha attaccato sistemi sanitari, aziende tech, industrie manifatturiere e persino infrastrutture scolastiche. Non per ideologia, ma per vantaggio.
Malware con l’anima: KeyPlug, ShadowPad, TOUGHPROGRESS
Il loro arsenale è tra i più raffinati:
- KeyPlug, un backdoor modulare e cross-platform che usa canali C2 su misura.
- ShadowPad, il RAT erede di PlugX, personalizzabile e furtivo.
- TOUGHPROGRESS, il malware che comunica nascondendo comandi dentro eventi di Google Calendar, rendendo invisibile ogni esfiltrazione.
Hosting gratuito, cloud e forum: l’infrastruttura è ovunque
APT41 sa come sfruttare ogni angolo del web legittimo per i propri scopi:
- Usa Cloudflare Workers per mascherare server C2.
- Esfiltra dati tramite Google Drive.
- Pubblica indirizzi C2 nascosti su forum tecnici con il metodo del dead drop resolver.
Attacchi chirurgici, exploit rapidi
Il gruppo è noto per reagire in tempo record alle vulnerabilità pubblicate. Il caso Log4Shell lo ha visto in azione a poche ore dall’avviso CVE. Non mancano poi exploit cuciti su misura per software di nicchia, dimostrando una capacità di R&D degna di un laboratorio militare.
Target ovunque: sanità, istruzione, industria, logistica
Earth Baku, una delle sue cellule, ha portato le operazioni in Europa e Medio Oriente. L’Italia è tra i Paesi colpiti. E i bersagli sono sempre più trasversali: non più solo difesa o energia, ma anche università, hotel, cliniche, stabilimenti produttivi.
Difendersi è possibile, ma serve metodo
Contro APT41 non bastano firewall o antivirus. Servono:
- Behavioral analytics, perché i loro malware si camuffano troppo bene.
- Patch veloci, perché ogni giorno di ritardo è un rischio.
- Zero trust architetturale, per isolare i movimenti laterali.
- Hardened devices, perché amano colpire i punti più deboli: i dispositivi di rete dimenticati.
Futuro: più AI, meno attribution
APT41 si prepara a usare intelligenza artificiale per ingannare i sistemi di difesa basati su machine learning. E punta a tecniche sempre più sottili per sfuggire all’attribuzione. Potremmo non sapere nemmeno di essere sotto attacco.
La cybersicurezza non è più una questione tecnica, ma geopolitica. E gruppi come APT41 ci ricordano che ogni clic è una possibile breccia, ogni vulnerabilità una porta d’accesso.
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Il file wp-config.php esiste già? Colpa della cache server
Quando WordPress funziona… ma solo sul tuo PC
Hai appena installato WordPress su un dominio nuovo. Tutto sembra andare bene: entri nell’amministrazione, aggiorni plugin e temi, carichi contenuti, il database registra correttamente ogni modifica. Poi provi a digitare il dominio da uno smartphone, da un altro PC… e appare un messaggio d’errore, o una schermata che ti lascia perplesso.
È quanto accaduto con l’installazione di un paio di siti web, un caso reale che ci aiuta a capire un problema più comune di quanto si pensi.
Il messaggio di errore che confonde
Nel nostro caso, accedendo al sito da un altro dispositivo compariva questa schermata:
“Il file wp-config.php esiste già. Se occorre reimpostare una qualsiasi configurazione presente in questo file, per prima cosa eliminalo. È possibile provare ad installare adesso.”
Un messaggio che suggerisce un errore di installazione, come se WordPress fosse incompleto o avesse bisogno di essere reinstallato. Ma in realtà l’installazione era perfetta: il backend funzionava senza problemi.
Cache server: la colpevole nascosta
Dopo aver controllato tutto (file wp-config.php, permessi, database, DNS), la vera causa è risultata essere la cache lato server di Aruba.
Con l’opzione HiSpeed Cache attiva, Aruba può mantenere una versione cache del sito che, in alcuni casi, risulta corrotta o bloccata dopo l’installazione. Questo può generare comportamenti anomali: tu vedi il sito dal computer su cui hai lavorato, ma da fuori è come se non esistesse o mostra messaggi ingannevoli.
Come risolvere: 4 passaggi
Ecco cosa fare se anche tu ti trovi in questa situazione:
- Accedi al pannello Aruba.
- Vai alla sezione HiSpeed Cache.
- Clicca su “Cancella cache”.
- Verifica il sito da uno smartphone o altro computer.
Immediatamente, il sito tornerà visibile da qualsiasi dispositivo.
Un consiglio da chi ci è già passato
Quando installi WordPress su Aruba, svuota sempre la cache server dopo l’installazione, prima di fare qualsiasi test da dispositivi esterni. È una pratica che ti può far risparmiare ore di debugging inutile.
E se ti compare una schermata che ti parla del file
wp-config.php
… non farti ingannare: controlla prima la cache!Dopstart ti dà una mano
Se hai un sito WordPress che non si comporta come dovrebbe, Dopstart può aiutarti. Offriamo una prima consulenza gratuita e un’assistenza tecnica completa, dal setup all’ottimizzazione. Possiamo seguirti passo dopo passo nel tuo progetto digitale, per evitare problemi e costruire un sito davvero performante.
Domande e risposte
1. Perché riesco a vedere il mio sito WordPress solo da un dispositivo?
Probabilmente stai visualizzando una versione cache salvata sul server o nel browser. Gli altri dispositivi, non avendo quella cache, ricevono una versione errata o un messaggio di errore.2. Cosa significa il messaggio “Il file wp-config.php esiste già”?
È un messaggio che compare quando si tenta di reinstallare WordPress su un sito dove il filewp-config.php
è già presente. Tuttavia, se l’admin funziona, spesso non c’è alcun errore reale: il problema è causato dalla cache.3. Cos’è la HiSpeed Cache di Aruba?
È un sistema di cache lato server attivato da Aruba per velocizzare i siti web. Se non viene svuotata dopo un’installazione, può generare errori visivi o bloccare il caricamento corretto del sito.4. Dove si trova la funzione “Cancella cache” nel pannello Aruba?
Dopo aver fatto login nel pannello di gestione Aruba, cerca la sezione HiSpeed Cache e clicca su “Cancella cache”. L’operazione è automatica e non richiede conferme.5. È necessario eliminare il file wp-config.php manualmente?
No, non sempre. Se riesci ad accedere all’admin, molto probabilmente non serve. La cancellazione della cache è spesso sufficiente a risolvere il problema.6. È un problema frequente su Aruba?
Sì, può capitare abbastanza spesso, soprattutto subito dopo una nuova installazione WordPress. Aruba attiva la cache automaticamente, quindi bisogna ricordarsi di svuotarla.7. Cancellare la cache elimina i dati del sito?
Assolutamente no. L’operazione non rimuove contenuti o impostazioni: cancella solo le versioni temporanee salvate per velocizzare il caricamento delle pagine.8. Devo sempre cancellare la cache dopo un’installazione WordPress?
Se usi Aruba o un altro hosting con cache server, sì, è consigliato. Questo ti permette di vedere correttamente il sito da ogni dispositivo.9. Può succedere anche con altri provider?
Sì, anche altri provider che usano sistemi di caching aggressivi (come Varnish, LiteSpeed, o Cloudflare) possono causare problemi simili.10. Dopstart può aiutarmi anche in altri problemi con WordPress?
Certo! Dopstart offre consulenza gratuita e supporto su installazioni, migrazioni, prestazioni, SEO e ottimizzazione completa del tuo sito WordPress. -
UI Design: cos’è e come si fa?
In questo articolo esploreremo cos’è il User Interface Design (UI Design), perché è cruciale per il successo di un prodotto digitale e come si differenzia dal User Experience Design (UX Design). Analizzeremo anche i principi fondamentali per creare interfacce intuitive, accessibili ed esteticamente piacevoli.
Indice
- Cos’è la User Interface Design?
- UI vs UX Design: una distinzione fondamentale
- Come progettare un’interfaccia efficace
- Il potere del design invisibile
- L’importanza dell’emozione
- Design responsive e adattivo
- Tendenze UI da conoscere
- Perché affidarsi a Dopstart?
- Domande e risposte
Cos’è la User Interface Design?
La User Interface (UI) Design è il processo di progettazione delle interfacce con cui l’utente entra in contatto per utilizzare un prodotto digitale: può trattarsi di uno smartphone, di una web app, di un assistente vocale o di un sistema in realtà aumentata.
L’obiettivo principale è combinare funzionalità ed estetica, creando interazioni semplici, fluide e visivamente coerenti. Non basta che un’interfaccia sia “bella”: deve permettere all’utente di raggiungere i propri obiettivi nel modo più efficace e piacevole possibile.
Interfacce grafiche (GUI)
Le GUI (Graphical User Interfaces) sono le più comuni. Comprendono tutto ciò che l’utente vede e tocca: bottoni, menu, icone, slider, form, ecc.
Esempio pratico – App di e-commerce:
Pensa a Zalando. La UI è pulita, con menu facilmente raggiungibili, immagini grandi, pulsanti “aggiungi al carrello” ben visibili e percorsi d’acquisto lineari. Un buon UI design qui aiuta a ridurre gli abbandoni del carrello e a far sì che l’utente trovi subito ciò che cerca.Esempio pratico – App mobile:
Nell’app di Instagram, l’interfaccia è pensata per far emergere i contenuti: pochi pulsanti, chiari e posizionati in modo ergonomico. Il cuore in basso per mettere like è un classico esempio di UI pensata per la gestualità mobile.Interfacce vocali (VUI)
Le VUI (Voice User Interfaces) permettono all’utente di interagire con la voce, senza schermo o con uno schermo secondario.
Esempio pratico – Assistenti vocali:
Quando dici “Ehi Siri, accendi la luce in soggiorno”, l’interfaccia non è visibile, ma c’è comunque un design dietro: riconoscimento vocale, risposta audio, conferma visiva sullo schermo (nei modelli più evoluti). Un buon UI vocale è quello che capisce comandi naturali e risponde nel modo atteso, senza frizioni.Interfacce gestuali (Gesture-based)
Le interfacce gestuali permettono all’utente di usare movimenti del corpo per interagire, soprattutto in ambienti immersivi come VR e AR.
Esempio pratico – Oculus VR:
Nell’ambiente di Meta Quest, puoi afferrare, lanciare o ruotare oggetti virtuali solo con il movimento delle mani. Il design dell’interfaccia deve quindi essere intuitivo, con feedback visivo o aptico per confermare le azioni. Il rischio in questi contesti è creare gesti “non naturali” o affaticanti.UI invisibile ma presente
Il concetto chiave di un buon UI Design è che non deve farsi notare. Se l’utente si chiede “e adesso cosa devo cliccare?”, il design ha fallito.
Esempio – Domino’s Zero Click App:
Basta aprire l’app per ordinare la pizza preferita senza fare nulla. Un’interfaccia così minimale da scomparire, ma progettata in modo sofisticato per leggere preferenze, contesto e agire in automatico.Un buon UI Design:
- funziona su tutti i dispositivi (desktop, mobile, wearable, smart TV, ecc.).
- guida l’utente con chiarezza;
- anticipa le sue intenzioni;
- minimizza la fatica;
- rispecchia i valori del brand;
UI vs UX Design: una distinzione fondamentale
Spesso confusi, UI e UX design sono due discipline complementari ma distinte, fondamentali nella progettazione di qualsiasi prodotto digitale.
Cosa significa UX design?
UX sta per User Experience Design. Si riferisce all’esperienza globale che un utente ha quando interagisce con un prodotto o servizio digitale: come si sente, quanto è facile raggiungere un obiettivo, quanto è soddisfatto del percorso.
Un designer UX si occupa di:
- strutturare il percorso dell’utente (user flow);
- mappare i bisogni attraverso personas e customer journey;
- fare test di usabilità;
- ottimizzare la soddisfazione e la frustrazione.
Cosa significa UI design?
UI sta per User Interface Design. È il lato visivo e interattivo dell’esperienza: tutto ciò che l’utente vede e con cui interagisce direttamente.
Un designer UI si occupa di:
- scegliere colori, font, bottoni, icone;
- garantire coerenza visiva;
- progettare interazioni fluide (hover, click, transizioni);
- rendere l’interfaccia intuitiva e accessibile.
Una metafora efficace: l’automobile
Immagina di guidare un’auto.
- Il UX design è l’intera esperienza: dal momento in cui sali in macchina, accendi il motore, ti muovi nel traffico, parcheggi. Include anche il comfort del sedile o la facilità con cui trovi i comandi.
- Il UI design è la dashboard: il volante, i pedali, il display touch, la disposizione dei pulsanti.
Un’interfaccia bellissima (UI) non serve a nulla se l’esperienza (UX) è confusa o frustrante. Allo stesso tempo, un’esperienza ben progettata avrà bisogno di un’interfaccia curata per funzionare davvero.
Lavorano insieme
In un team di design:
- Il UX designer crea la struttura.
- Il UI designer costruisce la veste grafica.
Entrambi devono collaborare per creare un prodotto coerente, efficace e piacevole.
Come progettare un’interfaccia efficace
Progettare una User Interface (UI) efficace richiede un equilibrio tra empatia, logica e estetica. Il primo passo è conoscere a fondo il pubblico di riferimento: chi sono gli utenti? Cosa cercano? Quali sono i loro limiti tecnici, cognitivi, sensoriali?
A partire da qui, si applicano alcuni principi universali:
1. Semplicità
Ogni elemento deve avere uno scopo chiaro. Evita sovraccarichi visivi o funzionalità inutili. Meno è meglio.
Esempio pratico:
In una pagina di login bastano due campi (email e password) e un pulsante.<form>
<label for="email">Email</label>
<input type="email" id="email" placeholder="Inserisci la tua email">
<label for="password">Password</label>
<input type="password" id="password" placeholder="Inserisci la password">
<button type="submit">Accedi</button>
</form>2. Coerenza
Colori, font, stili e layout devono essere coerenti in tutte le schermate. La coerenza aiuta l’utente a sentirsi a proprio agio e a navigare più velocemente.
Esempio pratico:
Se un pulsante “Call to Action” è arancione su una pagina, dovrebbe avere lo stesso stile ovunque.button.cta {
background-color: #FF6600;
color: #fff;
font-size: 18px;
border-radius: 8px;
padding: 12px 20px;
}3. Accessibilità
Il design deve essere utilizzabile anche da persone con disabilità. Per l’accessibilità usa contrasto sufficiente, etichette leggibili, e consenti la navigazione da tastiera.
Esempio pratico:
Uso corretto delle etichettearia
e contrasto colori.<button aria-label="Aggiungi al carrello">
<immagine del carrello>
</button>body {
background-color: #fff;
color: #222; /* Contrasto elevato per migliorare la leggibilità */
}4. Feedback immediato
Ogni azione dell’utente deve avere una risposta visiva o sonora immediata: un’animazione, un cambio colore, una notifica. Questo riduce l’ansia e migliora il controllo percepito.
Esempio pratico:
Un pulsante che cambia colore al click.button:active {
transform: scale(0.98);
background-color: #cc5200;
}5. Gerarchia visiva
Tramite dimensione del testo, contrasto, spaziatura e colore, guida l’occhio dell’utente verso le aree più importanti.
Esempio pratico:
Titolo grande, sottotitolo più piccolo, pulsante evidente.<h1>Scopri il nostro servizio</h1>
<p class="subtitle">Più veloce, più semplice, più sicuro.</p>
<button class="cta">Inizia ora</button>h1 {
font-size: 32px;
margin-bottom: 10px;
}
.subtitle {
font-size: 18px;
color: #555;
}Il potere del design invisibile
Il design invisibile è una filosofia che mette al centro la fluidità dell’esperienza, riducendo al minimo il bisogno di spiegazioni o istruzioni.
Non serve che l’utente impari ad usare l’interfaccia.
È il design che si adatta al comportamento naturale dell’utente.
L’interfaccia guida senza farsi notare, come un bravo maggiordomo.Esempio reale: Domino’s Zero Click App
La Zero Click App di Domino’s Pizza è un caso celebre.
Una volta configurata, basta aprire l’app e aspettare 10 secondi: la tua pizza preferita verrà ordinata automaticamente.
Nessun bottone, nessun menu, nessuna interazione visibile.Questo è design invisibile allo stato puro: l’interfaccia non chiede nulla all’utente. Agisce in base al contesto, alle preferenze, alle abitudini.
Altri esempi di design invisibile
- Autocompletamento intelligente nei motori di ricerca: anticipa ciò che stai per scrivere.
- Autosalvataggio in Google Docs: l’utente non deve preoccuparsi di premere “Salva”.
- Swipe per archiviare email in Gmail mobile: gesto naturale, nessuna istruzione richiesta.
Come progettare un’interfaccia invisibile
- Usa design pattern coerenti e familiari.
- Rendi le interazioni intuitive (es. icone familiari, gerarchia visiva).
- Elimina passaggi superflui.
- Offri feedback immediato ma discreto (es. una piccola animazione, un suono soft).
- Anticipa i bisogni con automatismi intelligenti (es. suggerimenti, completamenti).
L’importanza dell’emozione
Nel User Interface Design, spesso si parla di funzionalità, usabilità, accessibilità… Ma c’è un elemento che fa davvero la differenza e che viene troppo spesso trascurato: l’emozione.
Le interfacce parlano alle emozioni
Ogni interazione che un utente compie con un prodotto digitale genera un’emozione. Che sia frustrazione, sollievo, curiosità o entusiasmo, quella sensazione rimarrà legata al tuo brand.
Se l’esperienza è piacevole → l’utente ritornerà
Se l’esperienza è frustrante → l’utente abbandoneràNon basta che un’interfaccia sia funzionale. Deve anche essere piacevole, coinvolgente, umana.
Esempi di design emozionale
- Duolingo usa personaggi animati e messaggi motivazionali: “Bravissimo! Sei una leggenda!” → l’utente sorride e continua a imparare.
- Spotify personalizza le playlist con titoli emozionali: “La tua estate 2024” → stimola il ricordo e la connessione personale.
- Airbnb mostra immagini calde e accoglienti, con messaggi come “Sentiti a casa, ovunque tu sia” → genera fiducia e comfort.
Come progettare emozioni nell’interfaccia
- Usa microcopy che parli in modo umano (es. “Ci sei quasi!” invece di “Errore 401”).
- Aggiungi animazioni leggere o illustrazioni amichevoli per alleggerire i momenti critici.
- Inserisci colori e tipografie coerenti con il tono emotivo del brand (es. colori caldi = accoglienza, blu scuro = affidabilità).
- Offri ricompense visive per azioni positive (es. un’animazione dopo aver inviato un modulo).
Ricorda
L’utente dimentica ciò che ha cliccato, ma ricorda come si è sentito.
Dare emozione a un’interfaccia non è un vezzo estetico, è una leva strategica.
Design responsive e adattivo
Nel mondo digitale di oggi, un’interfaccia non può più essere pensata solo per desktop o mobile. L’utente si connette da smartphone, tablet, notebook, smart TV, e persino orologi intelligenti.
Per questo, il design responsive e il design adattivo sono due approcci fondamentali.Cosa significa “responsive”?
Il responsive design è un metodo in cui la stessa interfaccia si adatta dinamicamente alle dimensioni dello schermo, grazie a media query CSS, griglie fluide, e elementi scalabili.
Esempio pratico:
Un sito e-commerce che su desktop mostra 4 prodotti per riga, su tablet 2, e su smartphone 1 solo, mantenendo lo stesso codice HTML, ma con stili che cambiano in base alla larghezza dello schermo.cssCopiaModifica
/* Esempio base con media query */
.product {
width: 25%;
}
@media (max-width: 768px) {
.product {
width: 50%;
}
}
@media (max-width: 480px) {
.product {
width: 100%;
}
}Cosa significa “adattivo”?
Il design adattivo (adaptive) si basa su layout diversi caricati in base al dispositivo. Qui il sistema rileva prima la dimensione dello schermo e carica la versione adatta.
Esempio pratico:
Un’app di prenotazione viaggi che carica una versione desktop con molte opzioni e una versione mobile semplificata, con pochi step, icone grandi e pulsanti ottimizzati per il touch.Differenze principali
Aspetto Responsive Design Adaptive Design Tecnica Una singola interfaccia Layout diversi predefiniti Adattamento Dinamico e fluido Su misura per punti di rottura Tempo di sviluppo Più veloce Più complesso Esempio Siti WordPress moderni Alcune app bancarie o airline Best practice per entrambi
- Testa su dispositivi reali, non solo con gli emulatori.
- Progetta mobile first (parti dallo schermo più piccolo e poi estendi).
- Usa unità relative (
em
,%
) al posto di pixel fissi. - Applica breakpoint intelligenti (es. 480px, 768px, 1024px).
- Verifica la touch usability (spazi tra i pulsanti, hit area sufficienti).
Tendenze UI da conoscere
Il mondo del User Interface Design è in costante evoluzione. Le tendenze non sono solo “moda”: spesso riflettono cambiamenti nel comportamento degli utenti, nuove tecnologie e una maggiore attenzione a usabilità e accessibilità.
Ecco le principali tendenze UI del 2025 da conoscere (e valutare):
1. Neumorphism (o soft UI)
Cos’è:
Uno stile che combina elementi piatti e ombre soffuse per creare effetto rilievo.
È visivamente elegante, con pulsanti che sembrano “emergere” o “affondare” nello sfondo.Esempio:
Pulsanti e card con ombre interne ed esterne, su sfondi chiari e monocromatici.button {
background: #e0e0e0;
border-radius: 12px;
box-shadow: 5px 5px 10px #bebebe,
-5px -5px 10px #ffffff;
}Pro: Estetica moderna e minimalista
Contro: Poco contrasto → non ideale per l’accessibilità2. Glassmorphism
Cos’è:
Stile ispirato al vetro smerigliato, con effetti di trasparenza, sfocature e profondità.Esempio:
Schede semitrasparenti sovrapposte a sfondi colorati o con immagini..glass {
background: rgba(255, 255, 255, 0.2);
backdrop-filter: blur(10px);
border-radius: 10px;
border: 1px solid rgba(255, 255, 255, 0.3);
}
Pro: Elegante, futuristico
Contro: Richiede device performanti (sconsigliato su mobile low-end)3. Dark mode intelligente
Cos’è:
La modalità scura non è più solo estetica, ma si adatta al contesto d’uso, all’orario o alla preferenza di sistema.Pro: Migliora leggibilità in ambienti scuri, riduce l’affaticamento visivo
Incluso come standard in molti sistemi operativi4. Mobile-first UI + Thumb-friendly design
Con la maggioranza del traffico web proveniente da mobile, i layout sono progettati pensando prima allo smartphone. I bottoni e le aree interattive sono posizionati nella “zona del pollice”.
Pro: Usabilità top su dispositivi mobili
Contro: Richiede attenzione a spazi, tap target, ordine dei contenuti5. UI conversazionale e micro-interazioni
L’interfaccia diventa più umana, tramite bottoni parlanti, micro-animazioni, bot chatbot e feedback visivi/sonori.
Esempio:
Un form che ti dice “Ottimo, manca solo la password!” anziché “Campo richiesto”.Pro: Coinvolge, riduce l’ansia dell’utente
Contro: Da usare con misura (non deve diventare invadente)6. Personalizzazione dinamica
UI che si adatta al comportamento dell’utente: suggerimenti personalizzati, dark/light automatico, layout che cambiano in base all’utilizzo.
Pro: Migliora il tasso di conversione
Contro: Richiede analisi dei dati e backend intelligentePerché affidarsi a Dopstart?
Progettare un’interfaccia che funzioni non è improvvisazione. Se stai sviluppando un’app o un sito web, Dopstart offre una prima consulenza gratuita per analizzare il tuo progetto, individuare criticità e costruire insieme una strategia UI vincente. Ti accompagniamo in tutte le fasi, dall’idea al lancio.
Domande e risposte
- Che cos’è il UI design?
È la progettazione dell’interfaccia utente per software, app e dispositivi digitali. - Qual è la differenza tra UI e UX?
UI riguarda l’aspetto visivo e l’interazione, UX l’intera esperienza dell’utente. - Serve saper programmare per fare UI design?
Non necessariamente, ma conoscere HTML e CSS è un vantaggio. - Quali strumenti usa un UI designer?
Figma, Sketch, Adobe XD, InVision, tra gli altri. - Quanto guadagna un UI designer?
Negli USA lo stipendio medio supera i 75.000 dollari l’anno. - UI design è adatto ai principianti?
Sì, con pratica e studio si può iniziare anche da autodidatti. - Quali sono i principi base del UI design?
Semplicità, coerenza, accessibilità, feedback e gerarchia visiva. - Come posso migliorare nel UI design?
Esercitati, studia, ricevi feedback e segui corsi specializzati. - Esistono interfacce che non siano grafiche?
Sì, vocali e gestuali sono esempi di UI non grafiche. - Cosa rende un’interfaccia efficace?
Essere facile da usare, intuitiva e piacevole visivamente.
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Come ChatGPT sta riscrivendo le regole del digital marketing
Con l’ascesa dell’intelligenza artificiale generativa, vincere le menzioni è il nuovo obiettivo per chi vuole emergere nel marketing online
La rivoluzione silenziosa: si compra parlando con ChatGPT
Non cerchiamo più, conversiamo. Sempre più consumatori stanno utilizzando modelli linguistici come ChatGPT per fare acquisti online, modificando profondamente le regole tradizionali del marketing digitale. Addio alle strategie basate solo su click e SEO, benvenuto a un mondo in cui contano le menzioni, la reputazione del brand e la capacità di raccontare una storia coinvolgente, leggibile dai nuovi cervelli artificiali.
Un’analisi dettagliata di questo fenomeno è stata pubblicata da Fortune in un articolo firmato da Stuart Dyos, dove si evidenzia come l’uso crescente di ChatGPT stia già influenzando le scelte dei consumatori e costringendo i marketer ad adattarsi rapidamente al cambiamento.
Addio SEO classico, benvenuto al “mention marketing”
Un tempo, tutto ruotava attorno alla posizione su Google. Bastava ottimizzare titoli, meta tag, velocità del sito e versione mobile. Ma oggi, l’intelligenza artificiale generativa pesca informazioni in modo olistico, prendendo spunto da contenuti di terze parti, forum, recensioni e social come Reddit o X.
In questo scenario, diventano fondamentali le citazioni spontanee, le recensioni autentiche e le narrazioni coerenti del brand. È così che un marchio può comparire nelle risposte di ChatGPT, conquistando l’attenzione del consumatore in conversazione con l’AI.
ChatGPT e Amazon: un binomio in ascesa
Secondo il report Datos citato da Dyos su Fortune, tra ottobre e gennaio Amazon è stato il sito più linkato da ChatGPT nelle ricerche degli utenti. Ben il 9,13% del traffico generato dal modello ha indirizzato lì, segno evidente che le persone usano già l’AI per fare acquisti. E il trend è in crescita.
Anche se Google rassicura sul fatto che il traffico organico non sta calando in modo preoccupante, le aziende più lungimiranti stanno già cambiando rotta.
L’era della brand reputation generativa
Come afferma Christine Wetzler, presidente di Pietryla PR & Marketing, “la credibilità ora si costruisce fuori dal tuo sito”. Questo significa che articoli, recensioni, forum, blog e ogni traccia digitale che parla del tuo brand può influenzare la percezione dell’AI.
Lauren Petrullo di Mongoose Media lo dice chiaramente: “Se non racconti tu chi sei, l’AI inventerà per te… e spesso in modo impreciso.”
Come adattarsi: più storytelling, meno keyword stuffing
Non basta più inseguire le parole chiave: oggi serve costruire una voce di marca riconoscibile, creare contenuti digeribili dall’AI, favorire discussioni spontanee e alimentare recensioni vere. Aziende come Hawke Media stanno già lavorando con specialisti come Gumshoe per simulare conversazioni con LLM e testare come il brand viene raccontato. Questo è il nuovo campo di battaglia del marketing digitale.