Finita l’era del “Google ricerca immagini”? Google Search non solo ricerca immagine ma le genera. Infatti ora puoi generare immagini AI direttamente dalla Ricerca Google, rendendo più semplice che mai evocare immagini dalle descrizioni testuali.
Da DALL-E a Google: il mondo delle immagini AI
I generatori di immagini AI dedicati, come DALL-E e Midjourney, hanno introdotto l’idea di creare immagini da descrizioni di testo. Con il tempo, molti altri strumenti e piattaforme hanno seguito questa tendenza, offrendo diverse soluzioni per creare immagini utilizzando l’intelligenza artificiale.
La ricerca Google entra in gioco
Ma cosa succede se potessi generare immagini AI direttamente nella Ricerca Google? Questa è esattamente l’innovazione che Google sta sperimentando con la sua funzionalità Search Generative Experience (SGE) basata sull’intelligenza artificiale.
Dare vita alle immagini nella ricerca Google
Google ha introdotto l’esperienza SGE nell’agosto del 2023, fornendo agli utenti risposte dirette alle loro domande direttamente dalla pagina di ricerca. Ora, Google ha ampliato ulteriormente le capacità di SGE, includendo la generazione di immagini AI.
Come funziona la generazione di immagini AI con Google
Una volta attivato, puoi iniziare a creare immagini AI utilizzando SGE seguendo questi passaggi:
1. Avvia una ricerca con descrizione
Dirigiti su Google.com e inserisci una descrizione di ciò che desideri vedere nella barra di ricerca. Ad esempio, puoi scrivere “disegna l’immagine di un’auto volante.”
2. Visualizza le immagini generate
Premi “Invio” o clicca sull’icona di ricerca. Nella pagina dei risultati di ricerca, vedrai fino a quattro immagini generate corrispondenti alla tua descrizione.
3. Personalizza la tua immagine
Seleziona una qualsiasi delle immagini per visualizzare una versione estesa della tua query. Puoi anche apportare modifiche o aggiungere ulteriori dettagli alla tua richiesta, facendo clic sul pulsante “Modifica” nella vista dell’immagine espansa.
4. Scarica o esporta
Quando sei soddisfatto dell’immagine creata, puoi scaricarla toccando “Esporta” e scegliendo “Scarica.” In alternativa, puoi esportarla direttamente su Google Drive selezionando “Esporta” e “Google Drive.”
Suggerimenti per utilizzare SGE di Google
Per ottenere il massimo da questa funzionalità, ecco alcuni suggerimenti:
Struttura la tua query come un prompt: Google funziona ancora come un motore di ricerca standard, quindi inizia la tua query con verbi come “crea,” “disegna,” “genera,” ecc., per attivare il generatore di immagini AI di Google.
Divertiti e sii creativo: SGE non è solo uno strumento utile, ma anche un modo divertente per esplorare la tua immaginazione e creatività. Puoi provare a generare immagini divertenti, surreali o impossibili nella vita reale. Se hai bisogno di ispirazione, puoi consultare il nostro articolo sulle idee per l’arte dell’intelligenza artificiale.
La generazione di immagini AI è ora alla portata di tutti, grazie a questa innovativa funzionalità offerta dalla Ricerca Google. Sperimenta e crea le tue immagini AI direttamente dai testi che componi.
Secondo quanto riporta Times of India, Google sta bloccando alcuni utenti di Microsoft Edge dalla visione dei video di YouTube se hanno attivato una protezione di tracciamento rigorosa.
Questa mossa è vista come un tentativo da parte di Google di dare un giro di vite agli ad blocker e di generare maggiori entrate dalla pubblicità.
La modalità “rigorosa” blocca i tracker, assicurando che le pubblicità abbiano un accesso minimo ai dati degli utenti.
La Battaglia Contro gli Ad Blocker
Questa mossa di Google arriva mentre l’azienda cerca di combattere gli ad blocker, che possono impedire all’azienda di generare entrate dalla pubblicità. Google è stata criticata in passato per le sue misure anti-ad blocker, che alcuni hanno accusato di essere anticoncorrenziali.
Attualmente, Google è coinvolta in un’aspra battaglia legale con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti per le sue presunte pratiche anticoncorrenziali.
Impatto Sugli Utenti di Microsoft Edge
Questa decisione influisce direttamente sugli utenti di Microsoft Edge. Se siete tra quelli con la modalità di protezione dal tracciamento “rigorosa” attivata, potreste non essere in grado di guardare i video di YouTube.
Cosa Fare se Viene Bloccato l’Accesso a YouTube
Ecco alcune azioni che gli utenti di Microsoft Edge possono intraprendere se si trovano bloccati su YouTube:
Disattivare la Modalità di Protezione dal Tracciamento: Questo consentirà l’accesso ai video su YouTube, ma potrebbe ridurre la vostra privacy online.
Cambiare Browser: Passare a un altro browser, come Firefox o Brave, potrebbe essere un’opzione per continuare a guardare i video di YouTube senza compromettere la privacy.
Utilizzare una VPN: Una VPN nasconde il vostro indirizzo IP e può far sembrare che stiate navigando da un’altra posizione. Questo potrebbe consentirvi di aggirare le restrizioni.
YouTube Premium: In alternativa, è possibile sottoscrivere YouTube Premium, un servizio che offre un’esperienza di visione senza pubblicità.
Google sta cercando di mantenere un equilibrio tra la protezione della privacy degli utenti e la generazione di entrate pubblicitarie. Gli utenti di Microsoft Edge devono ora scegliere se vogliono compromettere la loro privacy per guardare video su YouTube o optare per alternative che permettano di bypassare le restrizioni imposte dall’azienda.
Essere facilmente rintracciabili online è essenziale per qualsiasi azienda. In Italia, il 70% delle imprese ha una presenza online attraverso un sito web o sui social media.
Incremento delle vendite
Le aziende possono sfruttare il commercio elettronico per vendere prodotti o servizi direttamente online. Nel 2020, il commercio elettronico in Italia è cresciuto del 26% rispetto all’anno precedente.
Miglioramento delle relazioni con i clienti
Internet consente un facile scambio di informazioni tra le aziende e i clienti. Il 60% delle imprese in Italia utilizza i social media per interagire con i propri clienti e migliorare le relazioni.
Costi operativi ridotti
L’automazione dei processi aziendali, la gestione delle risorse umane online e il cloud computing riducono i costi operativi e migliorano l’efficienza aziendale, contribuendo al fatturato del 76% delle aziende italiane.
Analisi dei dati avanzate
Internet permette alle imprese di raccogliere e analizzare grandi quantità di dati. Questo consente una comprensione più approfondita dei comportamenti dei clienti e l’ottimizzazione delle strategie di marketing, una pratica adottata dal 58% delle aziende in Italia.
Espansione internazionale
Internet rende possibile l’espansione internazionale in modo più agevole. Nel 2020, il 32% delle imprese italiane ha dichiarato di esportare i propri prodotti o servizi all’estero attraverso canali online.
Innovazione e sviluppo di nuovi prodotti
Le imprese possono utilizzare Internet come fonte di ispirazione per l’innovazione e la ricerca di nuove opportunità di prodotto o servizio. Nel 2019, il 25% delle aziende in Italia ha dichiarato di aver sviluppato nuovi prodotti o servizi ispirati da fonti online.
Maggiore competitività
Una forte presenza online può posizionare un’azienda in modo più competitivo nel mercato, offrendo un vantaggio rispetto ai concorrenti. In Italia, il 42% delle aziende ritiene che una presenza online sia cruciale per la competitività.
Miglioramento della gestione aziendale
Le tecnologie di gestione aziendale online consentono di monitorare in tempo reale le operazioni e semplificano la gestione di risorse umane, finanze e altro, una pratica adottata dal 66% delle imprese italiane.
Flessibilità e adattamento
Internet permette alle aziende di adattarsi rapidamente alle mutevoli condizioni di mercato e alle esigenze dei clienti. Questa flessibilità è fondamentale per il successo a lungo termine e il 71% delle aziende italiane ha dimostrato di saper adattare le proprie strategie online.
In conclusione, Internet ha aperto una vasta gamma di opportunità di business per le aziende di tutto il mondo, comprese quelle in Italia. I risultati di business che possono essere raggiunti tramite Internet sono significativi e includono una maggiore visibilità, vendite in crescita, una migliore relazione con i clienti, una riduzione dei costi operativi e molto altro. Le aziende italiane che abbracciano la trasformazione digitale e sfruttano appieno le risorse online possono raggiungere un successo sostenibile nel mercato globale.
Chrome sta compiendo passi significativi per migliorare la privacy online, e una delle sue mosse più rilevanti riguarda la disattivazione graduale dei cookie di terze parti. In questo articolo, esploreremo cosa ciò significa per gli utenti e gli sviluppatori web, i tempi previsti e le possibili alternative.
I cookie di terze parti sono piccoli file di tracciamento utilizzati da siti web diversi da quello che stai visitando. Spesso vengono utilizzati per scopi pubblicitari e di monitoraggio. Questi cookie consentono alle terze parti di raccogliere informazioni sul comportamento degli utenti online, il che è un tema critico per la privacy.
L’obiettivo principale di questa mossa è migliorare la privacy online. Riducendo il tracciamento tra i siti, Chrome mira a garantire che le persone possano navigare in modo più anonimo e senza sentirsi costantemente osservate. Tuttavia, i cookie di terze parti sono anche utilizzati per scopi come la protezione antifrode e la pubblicità mirata, il che rende questa una sfida complessa.
Alternative Proposte
Per affrontare la disattivazione dei cookie di terze parti, Chrome ha proposto alternative. Queste alternative comprendono una gamma di API incentrate sulla privacy progettate per vari casi d’uso come identità, pubblicità e rilevamento di frodi. Gli sviluppatori sono incoraggiati a esaminare queste soluzioni per prepararsi.
Preparati per il Cambiamento
Con questa modifica imminente, è fondamentale che i proprietari di siti web esaminino il proprio utilizzo dei cookie di terze parti e cercino alternative. Questo cambiamento potrebbe influire su funzionalità come l’accesso, la protezione antifrode e la pubblicità online, quindi è essenziale essere pronti.
Supporto alle Imprese
Chrome ha garantito che il cambiamento sarà gestito in modo appropriato per le aziende. Per la maggior parte degli utenti finali aziendali, la disattivazione dell’1% dei cookie di terze parti non si applicherà automaticamente. Gli amministratori aziendali avranno il controllo per decidere quando effettuare la transizione.
Richiesta di Assistenza
Se riscontri problemi o interruzioni legate ai cookie di terze parti, Chrome incoraggia a segnalarli. Questo feedback è fondamentale per affinare il processo di transizione.
Questi cambiamenti influenzeranno significativamente come i siti web tracciano e gestiscono le informazioni sugli utenti. Gli sviluppatori e i proprietari di siti web dovrebbero monitorare attentamente gli aggiornamenti di Chrome e prepararsi per le modifiche in arrivo. La privacy online è una preoccupazione sempre crescente, e questi passi rappresentano uno sforzo importante per migliorarla.
La misurazione della transizione digitale delle imprese italiane coinvolge l’analisi di diversi indicatori chiave che riflettono il grado di adozione delle tecnologie digitali e il livello di integrazione dei processi digitali all’interno delle aziende.
Gli indicatori sono forniti dallo strumento che l’Istat utilizza da anni per produrre annualmente il report “imprese e ICT“: si tratta del Digital Intensity Index (DII), un indice costruito a livello di microdati che misura l’utilizzo da parte delle imprese di 12 diverse tecnologie digitali.
Va da sè che la transizione digitale aiuta le PMI a raggiungere risultati di business importanti.
L’ indice individua quattro intensità digitali in funzione del numero di attività svolte dalle imprese:
fino a 3 attività (livello molto basso),
da 4 a 6 (livello basso),
da 7 a 9 (livello alto), da 10 a 12 (livello molto alto).
L’intensità di base è costituita dalle almeno 4 attività.
Ecco gli indicatori con i quali viene misurata la transizione digitale delle imprese italiane:
Connettività dei dipendenti: La percentuale di dipendenti che utilizzano la connessione a Internet.
Specialisti ICT: Il numero di aziende che impiegano specialisti in tecnologia dell’informazione e delle comunicazioni.
Velocità di connessione: La velocità di download delle connessioni a Internet delle aziende, con un focus su velocità di almeno 30 Mbit/s.
Riunioni online: La percentuale di aziende che conducono riunioni a distanza utilizzando strumenti online come Skype, Zoom, MS Teams o WebEx.
Formazione sulla sicurezza ICT: Aziende che informano i loro dipendenti sugli obblighi relativi alla sicurezza delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni.
Formazione ICT: Aziende che organizzano corsi di formazione per sviluppare o aggiornare le competenze ICT/IT dei loro dipendenti non specializzati in ICT/IT.
Sicurezza ICT: Aziende che utilizzano almeno tre misure di sicurezza ICT per proteggere i loro sistemi e dati.
Documentazione sulla sicurezza ICT: Aziende che hanno documenti che delineano misure, pratiche o procedure relative alla sicurezza ICT.
Accesso remoto via Internet: Aziende che consentono ai loro dipendenti di accedere via Internet a e-mail, documenti e applicazioni aziendali da luoghi remoti.
Utilizzo di robot: Aziende che adottano robot o soluzioni di automazione.
Vendite online totali: Aziende il cui valore delle vendite online rappresenta almeno l’1% dei loro ricavi totali.
Vendite B2C online: Aziende il cui valore delle vendite online verso consumatori privati (B2C) costituisce più del 10% delle loro vendite totali su web.
Questi indicatori vengono utilizzati per valutare quanto le imprese italiane siano impegnate nella transizione digitale e nella digitalizzazione dei loro processi e servizi.
Il punteggio complessivo può variare da 0 a 12 a seconda di quanti di questi indicatori vengono soddisfatti.
Com’è la situazione della transizione digitale in Italia?
Indicatori della Transizione Digitale Italiana Istat 2022
Nel 2022, il 69,9% delle piccole e medie imprese (PMI) italiane ha adottato almeno 4 delle 12 attività digitali considerate. Questo tasso è leggermente superiore alla media dell’UE27, che si attesta al 69,1%.
L’aumento del lavoro da remoto, che ha coinvolto più del 70% delle imprese nel 2022, ha contribuito all’incremento della percentuale di imprese con almeno 10 addetti che dispongono di documenti riguardanti misure, pratiche o procedure di sicurezza informatica. Questa percentuale è cresciuta al 48,3%, rispetto al 34,4% registrato nel 2019. A livello europeo (UE27), la percentuale è del 37%.
La sicurezza informatica è una preoccupazione per il 45,1% delle imprese più grandi in Italia. Queste imprese hanno reagito stipulando assicurazioni contro gli incidenti informatici. Nel caso delle imprese di minori dimensioni, la percentuale scende al 14,4%. A livello europeo, rispettivamente, la percentuale è del 44,6% per le imprese più grandi e del 22,6% per quelle di minori dimensioni (UE27).
L’adozione di robotica e l’impiego di specialisti in tecnologia dell’informazione e delle comunicazioni (ICT) sono rimasti stabili rispetto al 2020.
Questi dati evidenziano l’adozione crescente delle tecnologie digitali, il ricorso al lavoro da remoto e l’attenzione alla sicurezza informatica tra le piccole e medie imprese italiane, riflettendo le tendenze in corso nell’UE27.
Inoltre, mostrano come la cybersecurity stia diventando sempre più importante per le imprese di maggiori dimensioni, spingendole a proteggersi attraverso polizze assicurative specifiche.
Nell’era digitale in cui viviamo, gran parte della nostra vita quotidiana si svolge online. La ricerca su internet è diventata una delle attività più comuni, sia su dispositivi desktop che su dispositivi mobili.
Tuttavia, le modalità di ricerca e le esigenze degli utenti possono variare notevolmente tra questi due tipi di dispositivi.
Google, il motore di ricerca più utilizzato al mondo, è consapevole di queste differenze e ha adottato approcci diversi per soddisfare le esigenze degli utenti su desktop e dispositivi mobili.
Ricerca su Dispositivi Desktop: La Visione Tradizionale
La ricerca su dispositivi desktop rappresenta la modalità più tradizionale di navigazione sul web. Gli utenti desktop spesso cercano informazioni più approfondite, fanno ricerche complesse e visitano siti web più dettagliati. Alcune delle principali caratteristiche della ricerca su dispositivi desktop includono:
Schermi più ampi: I dispositivi desktop offrono schermi più ampi che consentono di visualizzare una maggiore quantità di contenuti in una sola pagina.
Navigazione più dettagliata: Gli utenti desktop sono più inclini a esplorare diversi siti web e pagine per ottenere informazioni dettagliate.
Tempo di permanenza più lungo: Gli utenti desktop tendono a passare più tempo su siti web, leggendo articoli, guardando video o completando acquisti online.
Ricerche più complesse: Le ricerche desktop spesso coinvolgono frasi più lunghe e specifiche.
Ricerca su Dispositivi Mobili: La Necessità di Velocità e Accessibilità
La ricerca su dispositivi mobili ha subito una crescita esplosiva negli ultimi anni, grazie alla diffusione di smartphone e tablet. Le esigenze degli utenti mobili sono leggermente diverse, e Google ha risposto a queste differenze con un approccio mobile-friendly:
Schermi più piccoli: Gli schermi mobili sono più piccoli, il che richiede una progettazione e un’organizzazione dei contenuti più mirate per migliorare l’esperienza dell’utente.
Velocità: Gli utenti mobili cercano informazioni in modo rapido e preferiscono siti web che si caricano velocemente.
Ricerche locali: La ricerca mobile è spesso orientata a scoprire aziende e servizi locali, come ristoranti, negozi e servizi di prossimità.
Comandi vocali: I dispositivi mobili supportano ricerche vocali, consentendo agli utenti di fare domande dirette a Google.
Come Google Differenzia i Risultati di Ricerca
Google adotta diverse strategie per garantire che gli utenti ricevano risultati di ricerca ottimizzati in base al dispositivo che utilizzano:
Ranking Mobile-First: Google ha adottato un approccio “mobile-first”, il che significa che utilizza principalmente il contenuto delle versioni mobile dei siti web per valutare e classificare i risultati di ricerca. Questo è particolarmente importante perché gli utenti mobili sono ora la maggioranza.
Accelerated Mobile Pages (AMP): Google supporta il progetto AMP, che mira a migliorare la velocità di caricamento delle pagine web su dispositivi mobili. Le pagine AMP vengono promosse nei risultati di ricerca mobile.
Ricerca Locale: Google utilizza la posizione dell’utente per offrire risultati di ricerca locali pertinenti, come informazioni su aziende vicine e indicazioni stradali.
Google Non Preferisce uno dei Due
È importante sottolineare che Google non preferisce uno dei due tipi di dispositivi rispetto all’altro. Il suo obiettivo principale è fornire agli utenti i risultati di ricerca più rilevanti e di alta qualità, indipendentemente dal dispositivo utilizzato. Tuttavia, riconosce le diverse esigenze degli utenti su desktop e dispositivi mobili e si impegna a soddisfarle entrambe.
In conclusione, sia la ricerca su dispositivi desktop che su dispositivi mobili sono importanti, e Google adatta la sua strategia per garantire un’esperienza utente ottimale su entrambi. La chiave per i siti web e i proprietari di contenuti è assicurarsi che i loro siti siano ottimizzati sia per desktop che per dispositivi mobili al fine di raggiungere un pubblico più ampio.
Google Analytics è da tempo uno strumento fondamentale per monitorare e analizzare il traffico web e le interazioni degli utenti su siti web e app.
Tuttavia, negli ultimi anni, sono emerse alternative valide a Google Analytics che offrono una serie di vantaggi e funzionalità diverse.
In questo articolo, esploreremo alcune di queste alternative per aiutarti a prendere decisioni informate sulla gestione delle tue analisi web e dei dati dei visitatori.
Matomo è un sistema di analisi web open source che mette in risalto la privacy e il controllo dei dati. Una delle sue caratteristiche distintive è che i dati di analisi sono ospitati sul tuo server, garantendo la massima sicurezza e privacy.
Matomo offre una vasta gamma di funzionalità, tra cui il tracciamento delle conversioni, il monitoraggio delle campagne, i report personalizzati e altro ancora. È un’opzione eccellente per coloro che desiderano una soluzione di analisi web alternativa personalizzabile.
2. Adobe Analytics
Adobe Analytics è una soluzione di analisi web avanzata che fa parte della suite di marketing cloud di Adobe. È noto per la sua potenza e scalabilità e viene utilizzato da grandi aziende e marchi.
Offre funzionalità avanzate per il tracciamento del comportamento degli utenti, l’analisi delle conversioni e la segmentazione avanzata degli utenti. Tuttavia, può essere costoso e potrebbe non essere adatto a budget più limitati.
3. Heap Analytics
Heap Analytics si concentra sulla facilità d’uso e sulla raccolta di dati automatica. Questa piattaforma consente di raccogliere dati senza dover definire eventi specifici in anticipo, il che la rende estremamente flessibile.
Heap Analytics è noto per il suo sistema di “registrazione automatica di tutto” che ti consente di esplorare i dati in modo retroattivo. È un’opzione eccellente per chi desidera una soluzione di analisi web senza sforzo.
4. Clicky
Clicky è un’altra alternativa popolare a Google Analytics che offre un’interfaccia utente intuitiva e in tempo reale. Fornisce informazioni dettagliate sul comportamento degli utenti, i dati demografici e il tracciamento delle conversioni.
Clicky è noto per la sua facilità d’uso e per la sua capacità di fornire informazioni immediate sulle attività dei visitatori.
5. Mixpanel
Mixpanel è una piattaforma di analisi delle attività degli utenti che si concentra sull’analisi comportamentale. Questo strumento è particolarmente utile per le app mobili e le aziende che desiderano comprendere come gli utenti interagiscono con i loro prodotti.
Mixpanel offre funzionalità avanzate per il tracciamento degli eventi, l’analisi delle coorti e altro ancora.
6. Open Web Analytics (OWA)
Open Web Analytics è un’altra opzione open source che offre funzionalità simili a Google Analytics. OWA è altamente personalizzabile e può essere ospitato sul tuo server, offrendo maggiore controllo sui dati.
È una scelta eccellente per coloro che cercano una soluzione gratuita e altamente personalizzabile.
Conclusione
Scegliere l’alternativa giusta a Google Analytics dipenderà dalle esigenze specifiche del tuo sito web o della tua app e dalle risorse a tua disposizione. Prima di prendere una decisione, valuta attentamente le funzionalità, la facilità d’uso e i costi associati a ciascuna opzione.
Indipendentemente dalla scelta, l’analisi web rimane un aspetto cruciale per il successo online, quindi prenditi il tempo necessario per selezionare la soluzione migliore per te.
Nel mondo della SEO (Search Engine Optimization), è essenziale comprendere le differenze tra query e keyphrase, in quanto entrambi sono elementi fondamentali per migliorare la visibilità di un sito web nei motori di ricerca. In questo articolo, esploreremo le definizioni di query e keyphrase e discuteremo come queste due componenti si differenziano e influenzano la strategia di ottimizzazione dei motori di ricerca.
Definizione di Query
Query è un termine utilizzato per riferirsi alle parole o alle frasi specifiche che gli utenti inseriscono nei motori di ricerca al fine di trovare informazioni, prodotti o servizi online. Quando un utente digita una query in un motore di ricerca come Google, il motore di ricerca elabora la richiesta e restituisce una serie di risultati rilevanti basati su quella query.
Le query possono essere brevi o lunghe, generiche o specifiche. Ad esempio, “scarpe da corsa” è una query generica, mentre “dove acquistare scarpe da corsa Nike Air Zoom Pegasus 38 a Milano” è una query molto più specifica.
Definizione di Keyphrase
Keyphrase, nota anche come “keyword phrase” o “long-tail keyword,” è una sequenza di parole o frasi che i professionisti SEO utilizzano per ottimizzare il contenuto di un sito web in modo da apparire nei risultati di ricerca quando gli utenti cercano informazioni pertinenti.
Le keyphrases possono essere costituite da una singola parola chiave o da una combinazione di parole chiave correlate. Ad esempio, “scarpe sportive” è una keyphrase costituita da una singola parola chiave, mentre “migliori scarpe da corsa per principianti” è una keyphrase più lunga e specifica.
una query di ricerca su google
Differenze tra Query e Keyphrase
Ora che abbiamo definito query e keyphrase, vediamo come si differenziano l’una dall’altra:
1. Origine
Query: Le query sono generate dagli utenti quando effettuano ricerche sui motori di ricerca. Sono un riflesso diretto di ciò che gli utenti cercano online in un determinato momento.
Keyphrase: Le keyphrase sono create dai professionisti SEO e sono utilizzate per ottimizzare il contenuto di un sito web in modo da corrispondere alle query degli utenti. Sono pianificate e integrate nelle strategie SEO.
2. Lunghezza
Query: Possono essere brevi o lunghe, a seconda della specificità dell’utente. Le query brevi sono spesso generiche, mentre le query lunghe sono più dettagliate e specifiche.
Keyphrase: Sono spesso più lunghe e specifiche rispetto alle query. Le keyphrase di coda lunga (long-tail) sono particolarmente utilizzate per mirare a un pubblico specifico.
3. Utilizzo
Query: Vengono inserite dagli utenti nei motori di ricerca per ottenere risultati immediati e pertinenti.
Keyphrase: Sono integrate nel contenuto di un sito web, nelle meta tag, nelle descrizioni e in altre parti per ottimizzare la visibilità del sito nei motori di ricerca.
4. Rilevanza
Query: Sono direttamente rilevanti per gli utenti e rappresentano ciò che stanno cercando in quel momento.
Keyphrase: Devono essere rilevanti sia per i motori di ricerca che per gli utenti. Devono corrispondere alle query degli utenti per essere efficaci.
5. Competizione
Query: Possono essere altamente competitive, poiché più siti web cercano di classificarsi per le stesse query popolari.
Keyphrase: Le keyphrase a coda lunga tendono ad avere meno concorrenza rispetto alle query brevi e generiche, il che può facilitare il posizionamento nei risultati di ricerca.
Esempi di query di ricerca e Keyphrases
Ecco 10 esempi di query di ricerca e le corrispondenti keyphrase:
Query: “Ricette per la pasta al pesto” Keyphrase: “Ricette pasta al pesto”
Query: “Hotel a New York City” Keyphrase: “Hotel economici New York City”
Query: “Come migliorare il punteggio di credito” Keyphrase: “Migliorare il punteggio di credito”
Query: “Abbigliamento estivo per donne” Keyphrase: “Abbigliamento estivo donna 2023”
Query: “Prezzo iPhone 13 Pro Max” Keyphrase: “Prezzo iPhone 13 Pro Max 2023”
Query: “Come coltivare pomodori in casa” Keyphrase: “Coltivare pomodori in casa guida”
Query: “Sintomi comuni dell’influenza” Keyphrase: “Sintomi influenza stagionale”
Query: “Rimedi naturali per il mal di testa” Keyphrase: “Rimedi naturali mal di testa”
Query: “Attrazioni turistiche a Parigi” Keyphrase: “Migliori attrazioni turistiche Parigi”
Query: “Come montare una mensola a muro” Keyphrase: “Montare mensola a muro istruzioni”
Conclusione
Le query e le keyphrase sono concetti fondamentali nella SEO, ma servono scopi diversi. Le query rappresentano ciò che gli utenti cercano, mentre le keyphrase sono strumenti utilizzati dai professionisti SEO per ottimizzare i siti web in modo da corrispondere alle query degli utenti. La comprensione di queste differenze è cruciale per sviluppare una strategia di SEO efficace e migliorare la visibilità online.
Un mio cliente mi ha chiesto di iniziare una campagna test con Google ADS e tra le domande poste vi era questa: “E’ necessario costruire una landing page?”. Vi sembrerà strano ma la risposta non è scontata per i seguenti motivi:
non è detto che una sola landing page sia sufficiente. Anche per una sola campagna potrebbero ben prevedersi più pagine di atterraggio (anche solo per il test A/B)
non è detto che il consulente web marketing opti per la landing page in quanto in determinati casi potrebbe essere utile puntare su una “normale” pagina interna.
Scrivo dunque questi appunti non solo per il mio cliente che li leggerà con calma ma anche per chiunque voglia giovare di questi dati di esperienza.
Una landing page (dall’inglese “pagina di atterraggio” detta anche “pagina di destinazione”) è la pagina web a cui si giunge dopo aver cliccato un link contenuto ad esempio in un banner o un annuncio pubblicitario.
In senso stretto si tratta di una pagina web autonoma, creata appositamente ai fini di ottenere una conversione in una strategia di una campagna pubblicitaria o di digital marketing.
Scopo di una pagina di destinazione
Le pagine di destinazione sono progettate con un unico obiettivo focalizzato: convertire in seguito ad una azione richiesta da un invito noto anche con il nome di Call to Action (CTA).
Tipologie di landing page
Esistono due tipologie di landing page:
landing page in senso lato: si tratta di qualsiasi pagina di atterraggio dopo aver cliccato un link.
landing page in senso stretto: è la pagina di destinazione contenente una call to action a cui si accede solitamente dopo aver cliccato un annuncio, un banner o un risultato di ricerca sponsorizzato. Si tratta di pagine studiate per aumentare le percentuali di conversione soprattutto di campagne payperclick come per esempio Google ADS o Facebook ADS.
La prima può essere raggiunta da un link esterno e da un link interno ad esempio una voce di menu di navigazione.
La comunicazione di una pagina di atterraggio in senso lato risponde comunque alla necessità di costruire un percorso di comunicazione del sito web che punti ad una conversione.
La pagina di atterraggio in senso stretto, della quale tratteremo ora in avanti, è molto importante ed utilizzata dai consulenti di web marketing come strumento del processo di conversione soprattutto nelle campagne pay per click.
In questo senso la landing page deve essere concisa (preferibilmente visibile above the fold) e contenere una call to action che porti ad una conversione, ad esempio un pulsante che (click-through) o la compilazione del form (lead generation vera e propria).
Utilizzo delle landing page
Google ADS
Le pagine di destinazione sono particolarmente utilizzate nelle campagne di pubblicità su internet come Google ADS.
In questo caso la pagina di destinazione va costruita avendo ben presente lo scopo di ottenere l’effetto positivo del Quality Score, il punteggio di qualità richiesto da Google ADS per poter posizionare meglio il proprio annuncio.
Campagne social a pagamento
Le pagine di destinazione sono fondamentali anche per le campagne social. Più mirata e targetizzata è una campagna social, più è necessario avere una landing page ad hoc che rappresenti velocemente la soluzione di un problema specifico.
Campagne di retargeting
Lo strumento del retargeting permette creare annunci basati sul comportamento dei potenziali clienti (o dei clienti già acquisiti). Anche in questo caso la landing page va confezionata ad hoc per offrire la migliore esperienza possibile al visitatore a cui si chiede una determinata azione (ad esempio comprare se non lo si è già fatto, ricomprare se lo si è già fatto in precedenza).
SEO
Negli ultimi anni le landing page sono molto utilizzate anche per specifiche tecniche di SEO, in particolare la generazione di contenuti automatici su un database di parole chiave. I contenuti del sito (di solito un sito satellite rispetto a quello istituzionale) sono spesso soltanto landing page con poche parole chiave (quelle estratte dal database) e una chiamata in azione (CTA).
Questo tipo di tecnica SEO mira a dotare il sito migliaia di pagine da far posizionare con più parole chiave possibili o frasi chiave soprattutto unite ai nomi delle città di una intera provincia o regione.
Come creare una landing page efficace
Una landing page efficace è fondamentale per convertire i visitatori in azioni desiderate, come l’iscrizione a una newsletter, il download di un ebook o l’acquisto di un prodotto. Ecco alcuni elementi essenziali di una landing page efficace:
Titolo accattivante: Il titolo deve catturare l’attenzione del visitatore e comunicare chiaramente il valore dell’offerta o dell’azione che si desidera che il visitatore compia.
Sottotitolo o descrizione: Un breve testo o una descrizione chiara e concisa che spiega in dettaglio ciò che l’utente otterrà o farà se compie l’azione desiderata.
Immagine o video rilevante: Un elemento multimediale, come un’immagine o un video, che supporta e illustra il messaggio principale della landing page.
Call to Action (CTA): Un pulsante ben visibile e ben posizionato che invita l’utente a compiere l’azione desiderata, come “Iscriviti ora,” “Scarica l’ebook,” o “Acquista ora.”
Form di contatto: Se si desidera raccogliere informazioni dai visitatori, come indirizzi email o dati personali, un modulo di contatto ben progettato è essenziale. Tuttavia, è importante non richiedere troppe informazioni, altrimenti si rischia di scoraggiare i visitatori.
Testimonianze o recensioni: Feedback positivo da parte di clienti o utenti precedenti può aumentare la fiducia e la credibilità della tua offerta.
Garanzie o promesse: Se applicabile, includere garanzie o promesse che riducano l’ansia del visitatore, ad esempio una politica di rimborso o una garanzia di soddisfazione.
Elementi di fiducia: Includere loghi di aziende partner, certificazioni o riconoscimenti che dimostrino l’affidabilità e la credibilità del tuo brand.
Contenuto persuasivo: Il testo e il design della landing page dovrebbero essere persuasivi, focalizzati sul vantaggio per il visitatore e orientati all’azione.
Mobile Responsiveness: Assicurarsi che la landing page sia ottimizzata per i dispositivi mobili, poiché sempre più utenti accedono al web tramite smartphone.
Chiaro flusso di conversione: Assicurarsi che il visitatore sappia chiaramente cosa fare e quali passaggi seguire per compiere l’azione desiderata.
Design pulito e attraente: Una presentazione visuale pulita e attraente è essenziale. Utilizzare colori, tipografia e layout che enfatizzino il messaggio principale.
Rimozione di distrazioni: Evitare elementi o link che possano distogliere l’attenzione del visitatore dalla call to action principale.
Test A/B: Effettuare test A/B per sperimentare con diverse versioni della landing page e determinare quale ottiene migliori risultati in termini di conversioni.
Analisi e monitoraggio: Utilizzare strumenti di analisi web per monitorare le prestazioni della landing page e apportare miglioramenti in base ai dati raccolti.
Ogni landing page può avere scopi diversi, quindi è importante adattare questi elementi in base agli obiettivi specifici della pagina e al pubblico di destinazione.
La maggior parte delle landing page sono veri e propri strumenti creati sotto la supervisione del consulente web marketing e puntano alla lead generation.
Esistono tantissimi tipi diversi di landing page in rete ma pochi e circoscritti sono gli elementi fondamentali e necessari che non devono mai mancare in una pagina di destinazione efficace nel condurre i visitatori del sito ad effettuare una conversione che può ad esempio consistere nell’acquisto di un prodotto o servizio.
Navigazione inesistente: al visitatore si richiede un’azione precisa. Ulteriori links o addirittura la presenza di un menu di navigazione potrebbero distrarlo dal compimento dell’azione richiesta.
Titolo affascinante: titolo ed eventuale sottotitolo devono persuadere. Spesso sono poste in forma di domanda e risposta dando al visitatore la sensazione di aver trovato il posto giusto per risolvere il proprio problema (Leggi anche i consigli per un titolo SEO efficace).
Call to action convincente: che sia costituito da un pulsante o un form, l’accettazione dell’invito all’azione determina la conversione vera e propria. Nel caso di utilizzo di form si consiglia di fare attenzione all’usabilità dello stesso da ogni dispositivo come raccomanda il Nielsen Norman Group.
Usare piccoli blocchi di testo: più tempo il visitatore passa a cercare di capire cosa gli offriamo più c’è il rischio che lo perdiamo. Testi lunghi sono da evitare.
Creare una landing page efficace significa non far mancare questi elementi e aggiungerne altri (come ad esempio video esplicativi brevi o testimonianze) che possono essere utili nel caso concreto a seconda della strategia di web marketing che si voglia adottare.
Consigli grafici per creare una landing page efficace
Analizzando il comportamento di milioni di utenti si è giunti a delle regole di base che gli esperti di digital marketing seguono nella costruzione delle landing pages.
Dimensioni: gli elementi importanti hanno una dimensione maggiore di quelli meno importanti. Solitamente Titolo e pulsante CTA hanno le dimensioni maggiori.
Peso: il grassetto evidenzia le parole più importanti nel testo che elenca i benefici. Senza grassetto quelle meno importanti.
Colore: si usa maggiore contrasto per gli elementi più importanti (per esempio il pulsante CTA).
Spazio bianco: di norma si mette più spazio bianco intorno agli elementi più importanti per permetterne la migliore visualizzazione possibile.
Densità: Evitare troppo testo in piccoli spazi. Maggiore densità significa minore leggibilità e dunque efficacia.
Differenze tra una home page e una pagina di destinazione
La home page di un sito web risulta essere poco utile ad una strategia di paid advertising in quanto contiene molto contenuto e soprattutto molti link (menu di navigazione, link dai blocchi di testo ecc.) che possono distrarre il visitatore dal capire e accettare l’invito a convertire.
Una scelta corretta in una campagna Ads è dunque quella di non puntare sulla generica home page ma creare una pagina di destinazione appositamente studiata per permettere in pochissimo tempo all’utente di percepire un messaggio chiaro, un invito con beneficio e richiedere un’azione il cui compimento comporterà una conversione.
Tuttavia notiamo come molti web marketing strategist a volte puntano i link delle campagne ADS verso home page o pagine interne che, in quanto tali non rientrano nella categoria di pagine di destinazione in senso stretto.
In questo caso lo scopo non è l’aumento di lead generation e del ROI, ma soprattutto di brand awareness offrendo al visitatore un percorso di navigazione e comunicazione più vario e personalizzato per fargli prima acquisire consapevolezza del brand, dei propri servizi e poi eventualmente chiedere una scelta e la relativa azione di conversione.
Esempi di landing page
Sotto tre esempi di tre tipologie di landing page apparentemente completamente diverse ma che dimostrano in modo diverso la presenza degli elementi fondamentali.
Landing Page Uber
Nella landing di Uber è evidente la presenza di elementi fondamenti: in una unica schermata above the fold è presente un chiaro messaggio che invita all’azione e prospetta un beneficio ed un form di iscrizione al servizio.
landing page moz
La landing di Moz è certamente più complessa:
vi è un titolo più lungo e un sottotitolo che rappresentano la proposta
il pulsante permette la conversione
il body elenca i vantaggi dell’utilizzo di questa piattaforma
landing page linkedin
La landing di Linkedin Marketing Solutions contiene:
un testo che comunica in modo immediato i vantaggi e l’utilità della piattaforma di marketing del famoso social media
l’immagine mostra chiaramente una funzionalità interessante
Il form permette la conversione
un valore aggiunto è dato dall’auto fill del form tramite apposito pulsante posto all’inizio dello stesso.
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