Autore: Dopstart

  • Google ADS. Come scegliere una buona strategia di offerta

    Google ADS. Come scegliere una buona strategia di offerta

    La strategia di offerta

    Con Google Ads è possibile scegliere una determinata strategia di offerta per raggiungere determinati obiettivi aziendali e pubblicitari.

    Nell’impostare una strategia di offerta è importante prendere in considerazione tre elementi fondamentali.

    • Il budget complessivo spendibile
    • Gli obiettivi della campagna pubblicitaria
    • Il valore di una vendita o di una conversione

    Per fare un esempio di quanto questi fattori siano importanti, non è possibile avere un budget di 1000 euro per vendere un oggetto al prezzo di 10 € e spendere per un click 100 €.

    Asta di Google Ads e strategia di offerta

    Come abbiamo più volte ripetuto in precedenti post, Google Ads lancia un’asta ogni volta che un utente cerca una parola chiave specifica e il nostro annuncio verrà visualizzato ogni qualvolta la keyword rientra tra quelle da noi scelte per la campagna.

    Ogni volta che viene lanciata un’asta Google Ads decide quali annunci far visualizzare all’utente.

    E’ l’offerta che ci fa entrare in questa asta. Se l’offerta non è adeguata non entreremo nell’asta e i nostri annunci non saranno mostrati.

    Offerte manuali e automatizzate

    E’ possibile usufruire di due tipi di offerta: manuale e automatizzata.

    Con l’offerta manuale decidiamo di impostare le offerte in modo manuale e indipendente per livello di gruppi di annunci, per singole parole chiave o per posizionamento di annunci.

    Questo sistema permette di offrire più soldi per i click che per noi valgono di più (perché ad esempio portano maggiori conversioni).

    Con l’offerta automatizzata lasciamo decidere al software di Google Ads come aggiustare le offerte per ottenere il massimo rendimento.
    Noi dobbiamo solo preoccuparci di impostare un budget quotidiano. Al resto ci pensa Google Ads.

    E’ questa certamente una soluzione utile per chi inizia a familiarizzare con questo sistema di ADV firmato da Big G.

    Una strategia di offerta per ogni obiettivo

    Se decidiamo di fare una campagna Google Ads per costruire una maggior consapevolezza dell’azienda la strategia migliore potrebbe essere quella di concentrarsi sull’obiettivo di avere maggiori impressions possibili.

    A questo proposito potremmo optare per modelli di costo specifici come il CPM, il vCPM o il CPV.

    Se il nostro obiettivo è avere più visite al sito web l’offerta migliore può considerare il modello di costo CPC sia con offerta manuale che automatica.

    L’obiettivo di vendere prodotti on line dovrebbe invece farci concentrare sulle conversioni e, a questo proposito, considerare un modello di costo del tipo CPA.

    Prima di rendere operativa la nostra offerta possiamo utilizzare il simulatore di offerta, il pianificatore di parole chiave e le stime di offerta per la prima pagina.

    Aumentare il ROI (Return on Investment)

    E’ importante prima individuare quali parole chiave porta più click, da quali località, con quali tempi e dispositivi si stanno ottenendo buoni risultati.

    Sulla base di questi dati il nostro consulente Ads modifica le tue offerte per ottenere il massimo rendimento.

    Per fare un esempio se una parola chiave ha un CPC medio basso, ma ogni clic si converte bene, si provvedere ad aumentare l’offerta CPC massima al fine di migliorare la posizione media dell’annuncio per quella parola chiave.

  • Ottimizzare WordPress in 5 semplici passaggi

    Ottimizzare WordPress in 5 semplici passaggi

    Perché Ottimizzare WordPress

    Ottimizzare WordPress significa rendere l’esperienza utente migliore.

    WordPress è certamente tra i cms più utilizzati al mondo. Secondo il sito ufficiale il 27% di Internet utilizza wordpress.

    Anche noi utilizziamo questo content management system quando realizziamo un sito web e provvediamo ad ottimizzarlo per rendere il prodotto finale migliore.

    Un wordpress ottimizzato significa sito più veloce e maggiore fruibilità dello stesso da ogni tipo di device.

    In questo articolo riprendiamo quanto scritto nella guida GT Metrix sull’ottimizzazione di un sito web in WordPress.

    GT Metrix è un celebre sistema on line di analisi delle performances di un sito web secondo i parametri di Google PageSpeed e YSlow.

    Testiamo quanto consigliato direttamente sul sito web della nostra web agency e vediamone i risultati.

    1- Analizziamo il sito web con GT Metrix

    Vediamo cosa e quanto c’è da ottimizzare di un sito web facendo un’analisi iniziale.
    E’ possibile operare l’analisi in due modi:

    Installando nel proprio cms WordPress il plugin GTMetrix for WordPress
    Operando l’analisi sul tool on line direttamente su https://gtmetrix.com/

    Nel primo caso è necessario inserire l’API key disponibile a questo link. Sarà necessario registrarsi e loggarsi per accedere alle informazioni della propria chiave API.

    Il responso dell’analisi GTMetrix per dopstart è il seguente:

    Insomma una situazione non proprio rosea. Dobbiamo dunque assolutamente migliorare. Continuiamo con i prossimi passaggi e vedremo se e quanto riusciremo ad ottimizzare wordpress.

    2- Installiamo ed attiviamo UpdraftPlus

    Prima di mettere mano all’ottimizzazione di WordPress per le modifiche necessarie è sempre importante eseguire un backup completo del sito.

    Per questo installiamo il plugin UpdraftPlus e facciamo un backup.

    3- Ottimizziamo le immagini in automatico

    La grandezza delle immagini incide non poco sulla velocità di caricamento delle pagine web.
    Ottimizzare e comprimere le immagini è possibile farlo in automatico installando e utilizzando il plugin WP Smush (Smush Image Compression and Optimization)  

    Con questo plugin provvediamo ad ottimizzare le immagini già presenti sul sito. Le prossime che inseriremo saranno già automaticamente ottimizzate

    4-Installiamo e attiviamo WP fastest cache

    Un plugin completo di cache è WP Fastest Cache.

    Con questo plugin è possibile :

    [su_list icon=”icon:thumbs-o-up” icon_color=”#d45500″ class=””]

    • Abilitare la memorizzazione delle pagine nella cache per un caricamento più veloce delle stesse;
    • Impostare il preload
    • Il bypass della cache per gli utenti registrati
    • Minify HTML, cioè la riduzione delle dimensioni dei file html
    • Minify CSS, cioè la riduzione delle dimensioni dei file CSS
    • Combine CSS, cioè la possibilità di riunire tutti i file css in un unica risorsa riducendo le richieste http
    • Combine JS riunendo tutti i file js in un unica risorsa
    • GZIP per l’ulteriore compressione delle pagine acquisendo ancora più velocità
    • Impostare il caching del Browser

    [/su_list]

    [su_note note_color=”#FFFF66″ text_color=”#333333″ radius=”3″ class=””]Nota: E’ importante controllare sempre le funzionalità del sito web dopo le minimizzazioni e combinazioni di file in quanto potrebbero verificarsi errori o problemi di funzionalità.[/su_note]

    5- Rianalizziamo il sito web con GTMetrix

    Con i passaggi precedenti abbiamo migliorato molto soprattutto in termini di caricamento della pagina e ridotto di molto le richieste http. C’è ovviamente ancora qualcosa da fare ma per ora va bene così.

    Risultato GtMetrix dopo l'ottimizzazione
    Risultato GtMetrix dopo l’ottimizzazione

  • Web designer. Cos’è e cosa fa

    Web designer. Cos’è e cosa fa

    Indice

    Il nostro web designer

    Sovente affianchiamo agenzie non solo di Torino che richiedono le competenze dei nostri web designer.

    Sono diversi i web designer specializzati che collaborano da tempo con noi e di volta in volta inseriti nel team da project manager.

    Di seguito spieghiamo cos’è e cosa fa il web designer e quali sono i nostri prezzi e le nostre attività di web design.

    Definizione di web designer

    Il web designer viene definito da Wikipedia come “colui che progetta la comunicazione visiva di un sito e crea le singole pagine web: in generale è il responsabile dell’aspetto grafico di un sito, della sua riuscita comunicativa e del coinvolgimento emotivo degli utenti che lo visitano (user experience).

    Il web designer è anche il responsabile finale della qualità di un sito web e garantisce che i siti che siano accattivanti dal punto di vista grafico, abbiano un buon impatto visivo, siano semplici da navigare, compatibili con le esigenze dei visitatori e accessibili utilizzando browser e componenti diversi.

    A lui spetta il compito di coniugare design e navigazione mediante l’utilizzo delle tecnologie digitali disponibili.”

    Questa la definizione ufficiale del web. Il web designer progetta il sito web.

    Chi è il web designer

    Pianifica le attività di creazione di un sito web, ha un’ottima conoscenza di tutti i fattori che ne concorrono alla realizzazione, al mantenimento e alla promozione on line demandando spesso i compiti a specifiche figure di supporto.

    Si tratta di una figura progettuale specifica che va oltre il graphic designer.

    A quest’ultimo compete sviluppare l’aspetto grafico indicato dal web designer.

    Un web developer traduce in codice e struttura capace di adempiere alla sua funzione in internet.

    Le competenze del webdesigner investono l’usabilità del sito e la sua accessibilità ed è colui che “progetta” la “user experience” che dovranno avere gli utenti.

    Nei team che andiamo a costituire per ogni singolo progetto oltre alla figura del web designer possiamo includere altre specifiche figure progettuali come il Web Architect e il Web Project manager.

    Il nostro Web account manager è sempre disponibile a dare ogni supporto nella fase commerciale.

    Web Marketers, SEO Copywriters, Community e reputation manager, provvederanno a far diventare il tuo sito un sito web di successo con il supporto di Web Master, On-line store manager, Database administrator e Web security expert.

    Per la visibilità e il successo del sito, altre figure di supporto specifiche come il consulente SEO e Social Media Expert (solo per citarne alcuni ma l’elenco col passare degli anni diventa sempre più lungo) vengono in supporto del progetto del web designer.

    Cosa fa il web designer

    Le competenze minime che dovrebbe avere un buon webdesigner sono:

    • conoscenza delle regole della comunicazione e brand identity
    • capacità di analisi del comportamento degli utenti del sito web
    • conoscenza delle strategie web di promozione on line
    • conoscenza degli elementi di design e di interfacce software e grafiche

    I compiti principali del web designer

    Il web designer progetta la comunicazione visiva di un sito web e del coinvolgimento emotivo che deve provocare negli utenti mediante una buona interfaccia utente.

    In qualità di comunicatore il webdesigner Interpreta le esigenze del cliente e dei visitatori che dovrà avere il sito web immaginandone da subito:

    • la tecnologia da utilizzare,
    • le soluzioni funzionali per la migliore navigazione e fruizione del sito su ogni tipo di device (responsività),
    • il percorso di comunicazione visiva

    Tanto migliore sarà l’esperienza utente orientata agli obiettivi delle pagine web, migliore sarà il risultato del lavoro di web design.

    Inoltre il web designer codifica il sito che si vedrà sui desktop, sui tablet e sugli smartphone in linguaggio web (css, javascript ecc.) creando le singole pagine del sito.

    Programma le attività di aggiornamento e mantenimento del sito web.

    Con l’aiuto di un copywriter e di un grafico disegna il percorso di comunicazione del sito riempendolo di contenuti (immagini e testi) idonei.

  • Modelli di costo Google ADS: CPC, CPM, CPV, CPA.

    Modelli di costo Google ADS: CPC, CPM, CPV, CPA.

    I modelli di costo Google ADS

    I modelli di costo da applicare ad una campagna Google ADS sono tutti indicati dagli acronimi CPM, vCPM, CPC, CPV e CPA.

    Dato un budget quale di questi modelli di costo conviene considerare?

    Iniziamo prima a comprendere cosa significano tali acronimi e a cosa possono servire.

    CPM

    CPM è l’acronimo di “Cost Per Mille”, cioè il costo che si paga per mille visualizzazioni.

    Tale modello di costo si applica ad esempio per le visualizzazioni di banner (Annunci Display) ed è particolarmente utile per aumentare la consapevolezza del proprio marchio (brand awareness)

    vCPM

    vCPM è l’acronimo di “Viewable Cost Per Mille”, cioè il costo che si paga per mille visualizzazioni effettive.

    Tale modello di costo si applica per le impressioni effettivamente visualizzate di banner (Annunci Display) ed è particolarmente utile per aumentare la consapevolezza del proprio marchio (brand awareness) pagando soltanto per le visualizzazioni effettivamente ricevute.

    CPC

    CPC è l’acronimo di “Cost per Click” (o in italiano “costo per click), cioè il costo che si paga per ogni volta che un utente ha fatto click sull’annuncio.

    Tale modello di costo è particolarmente utile se si vuole guidare il traffico sul proprio sito web e pagare soltanto gli utenti che ci entrano indipendentemente da ciò che accade dopo il clic.

    E’ un modello che funziona bene se si vuole concentrare utenti su siti che vendono prodotti o servizi on line o semplicemente si vuole aumentare il traffico sul proprio sito web.

    CPA

    CPA è l’acronimo di “Cost per Acquisition” (o in italiano “costo per acquisizione), cioè il costo che si paga per ogni volta che un utente clicca su un annuncio, entra in un sito (ad esempio di e-commerce) e acquista un prodotto o completa altra azione definibile come conversione.

    Il modello è particolarmente utile per aumentare le vendite.

    Si tratta di campagne certamente più costose ma con rendimenti più elevati in quanto si paga soltanto quando si è effettuata una vendita o altro evento remunerativo.

    CPV

    CPV è l’acronimo di “Cost per View” (“costo per una visualizzazione), cioè il costo che si paga per ogni volta che un utente visualizza o interagisce con un annuncio video.

    L’interazione con un annuncio video si verifica quando, ad esempio, un utente clicca su un “overlay” che invita al click.

    Questo tipo di modello è particolarmente utile per aumentare le visualizzazioni di un video.

    Quale modello di costo utilizzare?

    Dalle definizioni rese sopra è facile intuire come il nostro consulente Google ADS deciderà di spendere il budget messo a disposizione dai clienti che vogliono pubblicizzarsi attraverso gli annunci Google.

    Si può considerare più utile il CPC perché è certamente quello più comune ma dipende da ciò che si vuole realizzare attraverso una campagna Google ADS.

    Si potrebbe pensare di provare un po’ tutti i modelli ma non è certo una delle migliori strategie.

    In questo modo si spenderebbe parte del budget in modelli non appropriati per la specifica campagna e soprattutto con i propri obiettivi.

    La strategia di offerta è basata sugli obiettivi

    L’obiettivo è dunque il fattore da considerare quando si sceglie un modello.

    E’ l’obiettivo che aiuta a capire quale modello di costo dover considerare in una campagna di Google ADS

    Se l’obiettivo è:

    • aumentare la consapevolezza del marchio: il modello giusto è CPM
    • avere più utenti sul proprio sito web: CPC
    • incrementare le vendite: CPA
    • aumentare la consapevolezza del marchio ma pagare solo le visualizzazioni effettive: cCPM
    • aumentare le viste video: CPV

    Per completezza è bene precisare che i costi per interazione di un campagna possono variare anche notevolmente a seconda del modello di costo utilizzato.

  • Parole Chiave SEO. Scegliere le parole chiave

    Parole Chiave SEO. Scegliere le parole chiave

    Cercare le Parole Chiave SEO.

    Tra le attività di base di un buon consulente SEO vi è la ricerca delle parole chiave SEO da posizionare.

    Identificare le target keywords è la base di ogni strategia SEO sia in fase iniziale che in quella attuale.

    La ricerca delle parole chiave (Keywords research), dei loro volumi di ricerca e delle intenzioni di ricerca (search intent), permette di stabilire un quadro di massima per un progetto che mira a posizionare determinati contenuti con le keywords maggiormente cercate su Google dagli utenti qualificati.

    Nella fase attuale di ottimizzazione SEO di un sito web esistente la ricerca delle parole chiave giuste permette di fare una precisa strategia per aumentare traffico e conversioni.

    Vedremo di seguito come il nostro consulente identifica le giuste parole chiave da posizionare in otto semplici passaggi utilizzando Semrush.

    Per l’occasione ipotizziamo di fare un progetto SEO per un cliente che vuole vendere on line caramelle di diversa qualità.

    Ricerca delle parole chiave primarie

    Per prima cosa cerchiamo in “Keyword Analytics” di Semrush una o massimo due parole primarie generiche.

    Nel nostro esempio potrebbe andar bene “caramelle”.

    Questo sarà il risultato a video

    keyword research semrush
    keyword research semrush

    I primi dati che otteniamo sulla parola chiave “caramelle” dal punto di vista SEO sono:

    Search volume: la parola chiave “caramella” su Google.it ha un volume di 9900 ricerche medie mensili considerando gli ultimi dodici mesi.

    Potremmo dunque ragionevolmente pensare che se posizionassimo il nostro cliente al primo posto con questa parola chiave potrebbe ricevere almeno 9 mila visite al mese di persone interessate alle caramelle, una fetta delle quali potrebbe essere interessato a comprarle on line.

    Numero di risultati: sono oltre 7 milioni i risultati di ricerca ottenuti con questa parola chiave, cioè siti web che contengono la parola chiave caramella con diversa pertinenza.

    2. Ricerca delle frasi chiave a corrispondenza

    Utilizzando lo strumento “Phrase match report” individuiamo le frasi chiave a corrispondenza che si collegano alla parola chiave principale e i relativi volumi di ricerca.

    frasi di ricerca SEO caramelle
    frasi di ricerca SEO caramelle

    Nell’immagine sopra vediamo che le “cipolle caramellate” hanno un volume di ricerca superiore a quello della keyword “caramelle”.

    Se il cliente le produce potrebbe essere ottimo posizionare quel prodotto specifico.

    Scopriamo inoltre:

    • altre frasi di ricerca
    • i volumi di ricerca
    • la difficoltà di posizionamento della parola chiave (KD)
    • il CPC (in chiave PPC)
    • la Competitive Density (CD)
    • altre informazioni utili

    3. Filtrare le parole chiave secondo KD e CD

    Rintracciate tutte le chiavi di ricerca, provvediamo a filtrare quelle che risultano avere una minor difficoltà di posizionamento a breve termine.
    Un ulteriore filtro potremmo farlo sulla densità competitiva soprattutto se abbineremo insieme alla SEO un test mediante la gestione campagne AdWords.

    4. Esportare tutte le parole chiave in un file Excell o csv

    Avremo dunque un set di parole chiave su cui lavorare per il posizionamento organico nei motori di ricerca.

    5. Cercare le parole chiave correlate

    Come fatto per le frasi a corrispondenza, cerchiamo con un apposito strumento anche le parole chiave correlate alla parola chiave principale.

    Alle parole chiave direttamente correlate applicheremo, se lo riteniamo utile, il filtro KD ed eventualmente CD e aggiungeremo alla nostra lista in Excell

    6. Cercare eventuali argomenti correlati

    Nel caso che tra queste chiavi si individuano anche argomenti correlati che possono essere interessanti per il nostro progetto, ripetiamo con ogni singola parola il procedimento da 1 a 5.

    7. Unire tutte le parole chiave ottenute in un unico file

    Tutte le parole chiave selezionate e filtrate convergeranno in un’unica lista .

    8.Evidenziare le parole chiave secondo la Search Intent

    E’ questo l’ultimo step del nostro procedimento di ricerca delle parole chiave.

    Ad ogni parola chiave presente nella lista, evidenzieremo con un colore diverso la relativa search intent.

    Useremo per esempio il verde se si individua una chiara search intent di acquisto caramelle, giallo per una search intent non chiara, rossa per una search intent evidentemente contraria all’obiettivo della pagina del prodotto, che, ricordiamo, è quello di vendere caramelle on line.

    Note: Questo articolo è ispirato liberamente al post di Luke Harsel pubblicato qui.

  • Posizionamento annunci Google ADS

    Posizionamento annunci Google ADS

    Il posizionamento annunci Google ADS è tra gli effetti necessari di cui si occupa il consulente che si occupa della gestione campagna Google ADS.

    L’annuncio, per spiegare appieno i suoi effetti benefici, deve posizionarsi tra i primi posti della pagina dei risultati di ricerca Google.

    Esempio di Posizionamento annunci Google ADS

    Se osserviamo una pagina di risultati di ricerca Google, vedremo che i primi posti above the fold sono quasi sempre occupati da annunci Google ADS.

    esempio posizionamento annunci adwords
    esempio posizionamento annunci adwords

    Altri annunci Google ADS possono rinvenirsi a destra o in fondo alla pagina.

    È facile intuire quanto sia decisivo per la riuscita di una campagna posizionare il proprio annuncio tra le primissime posizioni.

    Come avviene l’asta di Google ADS

    Nell’asta pubblicitaria Google mette a confronto più annunci rispetto a una determinata query di ricerca e decide come devono essere posizionati e quali devono essere i primi ad essere visti.

    Quando un utente scrive una parola chiave o una frase chiave nel motore di ricerca Google, l’algoritmo di Google ADS cerca tutti gli annunci le cui parole chiave corrispondono a quella ricerca determinata.

    Tra tutti gli annunci selezionati, Google ADS elimina in una frazione di secondo tutti quelli che non sono abilitati ad essere visti in quel caso concreto perché, ad esempio, sono targettizzati per un paese diverso da quello dal quale proviene la ricerca.

    Tra tutti gli annunci selezionati dall’algoritmo, Google ADS si preoccupa di far visualizzare gli stessi in un ordine per rilevanza di modo che l’esperienza dell’utente sia la migliore possibile.

    Google ADS posiziona al primo posto l’annuncio secondo lui più rilevante tenendo conto dei fattori che diremo di seguito.

    Quali fattori contribuiscono al ranking dell’annuncio ?

    Ci sono diversi fattori che influenzano il posizionamento degli annunci in una pagina tra i quali

    • l’offerta
    • il formato degli annunci
    • il click-through rate (CTR) previsto
    • la pertinenza dell’annuncio
    • l’esperienza della pagina di destinazione

    L’offerta

    Quanto siamo disposti a pagare per un click influisce certamente sul posizionamento ma l’offerta non è l’unico fattore importante da tenere in considerazione al fine di ottenere il miglior ranking.

    Non è detto che le offerte più elevate determinino la massima visibilità è il miglior posizionamento nella pagina dei risultati di ricerca.

    Non si deve confondere l’offerta qui intesa con il costo effettivo di un click.

    Formato degli annunci

    Il formato degli annunci consentiti può contribuire ad un miglior posizionamento ma non è l’unico fattore da tenere in conto.
    Ad esempio utilizzando le estensioni dell’annuncio come ad esempio i sitelink o il numero di telefono si potrebbe rafforzare il proprio posizionamento.

    CTR atteso

    Avere un CTR atteso alto significa avere una maggiore probabilità che l’annuncio venga cliccato e questo è certamente un fattore che Google prende in considerazione per il ranking ma non è certamente l’unico.

    Per CTR atteso si intende la previsione di quanto spesso il tuo annuncio sarà cliccato quando viene visualizzato per una determinata parola chiave.
    L’algoritmo di Google ADS calcola quante volte potrebbe essere cercata quella parola chiave e quanti utenti hanno fatto clic sull’annuncio in passato.

    Pertinenza e rilevanza dell’annuncio

    La pertinenza dell’annuncio rispetto alla parola chiave digitata è senz’altro importantissima per un migliore posizionamento. Questo fattore concorre anche con altri.

    La pertinenza dell’annuncio viene calcolata analizzando la lingua dell’annuncio per determinare quanto sia correlata alla parola chiave usata dall’utente per cercare soddisfazione alla propria richiesta .

    Pertinenza della pagina di destinazione

    Anche la pertinenza della pagina di destinazione, la cosiddetta landing page, è importante al fine di ottenere un miglior posizionamento dell’annuncio Google ADS.

    Google ADS tiene conto in modo particolare dell’esperienza positiva dell’utente sulla pagina di destinazione. In essa Google ADS giudica la originalità e rilevanza dei contenuti, se aiutano l’utente a raggiungere il proprio scopo, se la pagina sia navigabile facilmente, se si capisce bene cosa si offre.

    Il quality score: il punteggio di qualità di Google ADS

    Tutti i fattori che abbiamo visto sopra vanno a determinare un punteggio di qualità dell’annuncio, detto anche “quality score”.

    Gli annunci che si posizionano meglio sono quelli che hanno un punteggio di qualità migliore.

    Ad Rank, rank dell’annuncio

    Il Rank dell’annuncio è un valore utilizzato per determinarne la posizione nella pagina punto gli annunci con Ad rank superiore si posizionano meglio.

    Come abbiamo più volte ricordato non ho detto che ti offre di più abbia un Ad Rank superiore ad altri ed un buon posizionamento migliore.

    Ben può capitare che chi offre di più possa essere posizionato ben al di sotto di altri concorrenti che offrono meno. Questo perché chi offre di più presente in quel momento, per quella parola chiave, una qualità dell’annuncio della pagina destinazione molto inferiori, non presenta formati di annuncio particolarmente utili a differenza dei propri concorrenti che pur offrendo di meno grazie al miglioramento di altri fattori riescono a prevalere sul posizionamento.

    Anche se i concorrenti offrono di più si poteva un posizionamento migliore ad un prezzo inferiore grazie a parole chiave e annunci maggiormente pertinenti rispetto a quelli dei competitors.

    Tutto quanto abbiamo descritto sopra, in poche parole l’intera asta Google ADS, avviene per ogni singola parola chiave utilizzata in ogni singola ricerca fatta da ogni singolo utente Google.

    Il nostro consulente Google ADS tiene conto di tutto ciò durante il suo lavoro.

  • Ebinwelfare: Nuovo logo istituzionale

    Ebinwelfare: Nuovo logo istituzionale

    E’ stato rilasciato il nuovo logo istituzionale di EbinWelfare, Ente Bilaterale Nazionale sul Welfare.

    La realizzazione logo è stata affidata alla Dopstart che ha lavorato su diverse bozze tra le quali il committente ha scelto quella che più si avvicinava alla visione considerata corretta.

    Ha poi proposto ulteriori modifiche che Dopstart ha provveduto a realizzare.

    La tipografia rispecchia quella di loghi simili già in passato realizzati come Ebinforma e Fondo Formazione Imprese.

    Il pittogramma ipotizzato con la “W” di welfare in rilievo produce la giusta personalizzazione e caratterizzazione dell’ente.

    Del logo, realizzato in vettoriale, sono state consegnate le versioni in policromatico, monocromatico e negativo, tutte in diversi formati per l’utilizzo desiderato.

    Soddisfazione è stata espressa dal committente e da Dopstart per una collaborazione che continua.

  • Partito Comunista Italiano, pubblicato il nuovo sito web

    Partito Comunista Italiano, pubblicato il nuovo sito web

    E’ stato pubblicato il nuovo sito web del Partito Comunista Italiano con sede a Roma.

    Il sito istituzionale del partito che fu un tempo di Gramsci e di Berlinguer, ricostituito nel 2016, dopo una prima versione ha ricevuto nell’ultimo mese un restyling completo alla luce di un riordinamento complessivo della strategia di web marketing.

    Si è trattato di un primo restyling del sito web non solo grafico ma soprattutto funzionale volto a migliorare l’esperienza utente attraverso un’interfaccia più immediata e semplice da navigare.

    Il restyling continuerà alla luce delle esigenze che saranno man mano comunicate dall’organizzazione centrale che gestisce direttamente il sito.

    Dopstart offre, inoltre, la necessaria consulenza SEO che ad agosto 2017 ha già iniziato a mostrare i suoi effetti facendo riottenere al partito una buona visibilità sul piano nazionale.

    Il nostro mandato ha l’obiettivo di far raggiungere al sito web una visibilità entro fine dicembre 2017 che superi le 20 mila visite mensili.

    Si va poi man mano a posizionare il sito del PCI tra i siti web più popolari nel panorama politico italiano entro luglio 2018.

  • Google ADS keyword planner. Ti aiutiamo a trovarti

    Google ADS keyword planner. Ti aiutiamo a trovarti

    Quanto è importante l’adwords keyword planner?

    Proviamo a spiegarlo con esempi semplici.

    Quando un utente desidera soddisfare la propria richiesta di informazioni, prodotto o servizio, solitamente cosa fa?

    Si collega al motore di ricerca Google col proprio telefonino o dal proprio computer e inserisce nella casella di ricerca una o più parole chiave.

    Sono milioni le parole che vengono quotidianamente scritte dagli utenti di tutto il mondo.

    Sono migliaia le parole chiave con le quali gli utenti cercano la tua attività ogni ora.

    Da questo semplice esempio si capisce quanto sia importante individuare le parole chiave giuste da associare ad un certo annuncio di una certa campagna AdWords.

    Tra le attività più importanti svolte dal nostro consulente Google ADS si annovera la pianificazione delle parole chiave che attivano l’annuncio.

    Non si tratta semplicemente di utilizzare lo strumento “AdWords Keyword Planner Tool“.

    Utilizziamo anche costosi strumenti di terze parti per un’indagine sulle parole chiave e sulle frasi di ricerca e la individuazione della “search intent“. 

    Durante le attività di pianificazione delle parole chiave, facciamo molta attenzione a non utilizzare parole chiave troppo generiche.

    Queste ultime possono generare molte visite sul tuo sito ma si potrebbe ottenere un tasso di conversione molto basso.

    La pianificazione delle parole chiave pensando come il cliente

    Nel redigere la lista di parole chiave utili all’obiettivo, siamo abituati a simulare ciò che pensa un potenziale cliente e quale processo di ricerca mette in atto.

    Le domande che ci poniamo sono:

    • Quali parole scriverebbe il nostro potenziale cliente che non ci conosce, per fargli trovare esattamente quello che vogliamo offrirgli?
    • Con quale intento di ricerca scriverebbe determinate parole chiave?
    • Si tratta di intento commerciale o semplicemente informazionale?
    • O per dirla in parole povere: il cliente comprerebbe o vuole solo avere informazioni?

    Le risposte possibili sono tante come le parole chiave diverse e variegate.

    Di queste ci concentriamo su parole più specifiche, con intenzione di ricerca commerciale.

    Non disdegniamo, tuttavia, anche l’utilizzo di parole chiave più generiche se queste risultano valide ad assumere le visite di potenziali clienti ( stando attenti a correggere il “tiro” con l’utilizzo delle parole chiave inverse).

    Ciò vale non solo per la rete di ricerca Google ma anche per la rete Display.

    In questo ultimo caso le parole chiave identificano il tipo di siti e gli argomenti trattati su cui far visualizzare l’annuncio.

    L’organizzazione degli annunci per tema

    Spesso capita che si offrono prodotti appartenenti allo stesso genere ma a specie di categorie diverse.

    In questo caso è necessario che il nostro consulente AdWords organizzi gruppi di annunci diverse con specifiche e mirate ricerche di parole chiave corrispondenti alle diverse categorie.

    Le parole chiave a corrispondenza inversa

    Durante la campagna è nostra preoccupazione filtrare ulteriormente la qualità delle parole chiave che attivano l’annuncio utilizzando al meglio lo strumento della corrispondenza inversa.

    Evitare l’attivazione di parole specifiche che non individuano specificamente il prodotto o servizio proposto è un modo per ottimizzare la campagna senza sprecare budget.

    I tipi di corrispondenza di parole chiave utilizzati

    Utilizziamo tutti i tipi di corrispondenza che Adwords mette a disposizione:

    • corrispondenza generica anche con l’utilizzo di adeguati modificatori
    • corrispondenze a frase
    • corrispondenza esatta
    • corrispondenze inverse
error: Content is protected !!